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Il giorno della pioggia di meteoriti

Bakugou picchiettava la matita sul bordo del banco. Di tanto in tanto sbuffava e alternava quel soffio con delle occhiate perlustrative lungo la stanza. L'aula era colma di ragazzi e il professore non aveva mai smesso di parlare. Oltre la vetrata i petali di ciliegio danzavano e catturavano l'attenzione di uno degli studenti.

Izuku Midoriya teneva il gomito sul banco e il mento abbandonato sulla mano. Seguiva la danza dei petali con lo sguardo rapito e non dava retta a ciò che il professore stava spiegando. Lui non era uno studente che si distraeva tanto facilmente, ma quando succedeva non riusciva mai a concentrarsi di nuovo.

Bakugou si rese conto di essersi perso nel guardare una ciocca dei capelli verdi del compagno, quella si muoveva a ritmo del respiro di Izuku. Si allontanava quando il ragazzo soffiava aria dal naso e si riavvicinava istantaneamente, come se stesse cercando disperatamente di accarezzare quelle lentiggini che macchiavano gli zigomi. Bakugou anche, ogni tanto, si era dovuto far forza per non andare a contare con il dito le piccole puntine che costellavano il viso del compagno di classe.

Erano cresciuti insieme, vicini di casa, amichetti d'asilo e poi rivali alle medie. Rivali solo perché Bakugou aveva cominciato a respingerlo nel momento in cui si era reso conto che gli occhi smeraldo di Izuku avevano un potere magnetico su di lui, così come le labbra rosate e quelle dannate lentiggini che in quel momento lo stavano richiamando a gran voce.

Strinse i denti perché detestava ciò che quel ragazzo gli faceva. Lo mandava in confusione con il solo sguardo. Lo ammaliava con il sorriso e poi lo allontanava con i ricordi di ciò che gli aveva fatto passare negli anni delle medie. Perché sì, i ricordi di ciò che lui, Bakugou Katsuki, aveva fatto passare a Izuku facevano più male a lui che al verde.

Sospirò e quel suo respiro leggermente pesante fece voltare Izuku nella sua direzione. Lo sorprese mentre gli contava le lentiggini ma non gli importò, era stanco di fingersi indifferente di fronte a quegli occhi color prato.

Provò a sorridere nel momento in cui il cielo si tinse di arancio e l'allarme della scuola iniziò a urlare disperatamente.

Tutti gli alunni si alzarono di scatto dalle proprie sedie e si voltarono verso la grande finestra che fiancheggiava i banchi di Bakugou e Izuku. Forse proprio perché loro due erano i più vicini al vetro si resero conto di ciò che stava accadendo prima del resto della classe. Si guardarono e lessero l'uno il panico negli occhi dell'altro.

Il cielo si era tinto di arancio non per il tramonto ma per le rocce che stavano piovendo dall'alto.

Fu improvviso lo scoppio delle urla e il panico. Tutti cominciarono a correre in direzione della porta, altri puntarono direttamente alla finestra, si trovavano al primo piano, sarebbero potuti scendere senza farsi troppo male.

Bakugou istintivamente afferrò la mano di Izuku e cominciò a trascinarlo spintonando chiunque gli si ponesse davanti. La notte prima aveva sognato quella pioggia di meteoriti, sapeva che di lì a poco avrebbero colpito inevitabilmente la scuola portando molti studenti e professori incontro alla propria fine, ma non lui. Lui sarebbe sopravvissuto a quello scontro perché si ricordava di aver visto altri eventi, successivi al crollo del liceo. Ciò che però lo terrorizzava era l'assenza del verde in quel suo sogno.

"Dobbiamo allontanarci, non è sicuro rimanere qui" nessuno era davvero a conoscenza del dono di Bakugou, nessuno tranne Izuku che era cresciuto al suo fianco.

"Tu sapevi che sarebbe accaduto?" urlò Midoriya per sovrastare le voci disperate degli altri studenti. Si guardò intorno alla ricerca del resto della sua classe, ma ormai si trovavano in corridoio e si erano mischiati a tutti gli studenti presenti quel giorno a scuola.

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