Natsuo raggiunse Touya di corsa, aveva il fiatone e i muscoli delle gambe gonfi per lo sforzo. I capelli chiari come la neve erano scompigliati e gli occhi, grigio fumo, saettavano da una parte all'altra come se stesse cercando una via di fuga. Era più alto di circa cinque centimetri rispetto al fratello maggiore, ma in quel momento sembrava un bambino impaurito e sembrava cercasse protezione, come quando era solo un bambino e vedeva il fratello maggiore come suo personale eroe.
"Touya, è tornato" disse cercando di riprendere fiato. Teneva le mani sulle ginocchia leggermente piegate e il busto in avanti. Il torace si allargava cercando di far entrare più aria possibile, ma sembrava che qualcosa ne impedisse la completa espansione, come se gli organi interni si fossero gonfiati all'improvviso, soprattutto il cuore che era impazzito.
"Chi? Shoto?" il maggiore dei Todoroki inarcò un sopracciglio chiaro come i ciuffi di capelli che lo sfioravano. In quegli ultimi anni aveva pensato di tingersi i capelli di un colore più scuro, il nero inchiostro lo ispirava molto, perché di quel bianco latte gli si sporcavano con un niente, soprattutto trovandosi in un ambiente così polveroso come quello. Aveva cambiato idea quando, parlandone con Natsuo, questo aveva storto la bocca e lasciato intendere che il colore dei capelli era un segno distintivo dei Todoroki e che in quel modo tutti li identificavano a prima vista come fratelli. Touya da quel giorno non aveva più indugiato davanti allo scaffale delle tinte per capelli.
Natsuo scosse la testa e si portò una mano alla fronte sudata. Si era accertato subito del rientro del fratello minore, ovvio. Era stato in ansia per tutte le ore in cui Shoto era stato fuori, ma in quel momento aveva tutt'altro per la testa. Aveva visto un morto, o meglio il suo fantasma? Non lo sapeva. L'unica cosa certa era che, non appena lo aveva visto, prima ancora di accertarsi se fosse in carne e ossa o solo una sua visione, era corso da Touya per comunicarglielo.
"Lui" sibilò a denti stretti. I polmoni bruciavano sotto lo sforzo, ma ciò che doleva di più era la trachea. Ogni respiro gli sembrava dovesse passare in un buco fatto da uno spillo. Sottile e impenetrabile.
"Natsuo, cerca di essere più chiaro. Lui chi?" Touya nonostante fosse abituato a suo fratello, continuava a non sopportare quando parlava in quel modo enigmatico, come se ci fosse costantemente una cimice nei paraggi e lui stesse spifferando un segreto di stato. Era ovvio che non importava ad anima viva di origliare i discorsi che facevano loro due. Discorsi molto spesso stupidi che finivano in discussioni ancora più stupide. Forse in quel momento non si trattava di un nonnulla, ma Touya rimaneva convinto che, comunque, parlare un po' meno in codice non avrebbe di certo fatto scoppiare una guerra di stato.
"Nostro padre"
Touya sgranò gli occhi e si rese conto che con il termine lui Natsuo non poteva che riferirsi a quell'uomo. Fece un paio di passi verso il minore, gli posò una mano sulla spalla e lo guardò fisso negli occhi. Quante volte aveva visto quella paura più o meno nascosta nello sguardo color fumo di suo fratello. Quante volte si era impegnato per far tornare la lucentezza in quelle iridi. Troppe volte aveva dovuto asciugare le lacrime versate da quegli occhi.
"Devi esserti sbagliato, lui è morto" gli strinse la spalla e cercò di sorridergli come quando da piccoli si infilava nel suo letto e lo abbracciava per consolarlo dopo un incubo.
Aveva sempre provato a proteggerlo dalle crudeltà sia del mondo che della sua stessa fantasia, ma ciò che più lo aveva messo alla prova era la sofferenza causata dal loro stesso padre. Da lui non aveva potuto proteggerlo.
Si ricordava bene il terrore che aveva insinuato quell'uomo in Natsuo quando questo aveva rotto il vaso in salone. Il fratello giocava spesso con la palla, preferiva farlo in casa perché diceva che in giardino poi arrivavano dei bulli che lo prendevano in giro per il colore dei capelli. I capelli, strano come nel tempo Natsuo avesse cambiato idea sul loro colore. Touya, il giorno in cui il fratello aveva rotto il vaso, non era in casa, era uscito con la madre per delle compere. Si ricordava bene di come aveva accettato subito l'invito della madre pur di andarsene di casa. Il padre in quel periodo era parecchio stressato per via del lavoro. Chirurgo di fama mondiale, dalle doti incredibili e dal fascino ineguagliabile. Solo fuori casa, però. In casa quell'uomo si trasformava, diventava scorbutico, violento e delle volte faceva talmente paura da far nascondere i figli per ore. Touya non ci aveva pensato due volte ad andare al supermercato con la madre. Aveva accettato senza pensare che in quel modo stava lasciando Natsuo da solo in balìa del padre.

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Broken mirror
FanfictionIn un mondo post apocalittico i nostri ragazzi dovranno affrontare le situazioni più strane ed estreme. Dovranno decidere se fidarsi gli uni degli altri e dovranno imparare come sopravvivere. Faranno incontri contro ogni immaginazione e dovranno af...