-24-

243 31 15
                                    

La mattina Shoto si alzava quasi sempre prima di Sero, non era poi così difficile uscire dalla tenda prima di quel suo compagno. Sero era sempre l'ultimo ad alzarsi e lo faceva sempre allo stesso modo: si affacciava dalla tenda dopo aver alzato solo per metà la cerniera, si accertava che nessuno fosse lì fuori pronto a fargli qualche scherzo, di solito si trattava di Natsuo, e poi usciva stiracchiandosi la schiena sollevando le braccia verso il cielo. Quando sbadigliava allargava le dita, come se cercasse di afferrare qualcosa tra le nuvole, o le nuvole stesse, chiudeva gli occhi per aprire il più possibile la bocca e poi, finito di sbadigliare, schioccava la lingua, come ad accertarsi di non averla perduta durante lo sbadiglio, o forse per il semplice suono soddisfacente che faceva la lingua nello staccarsi dal palato.

Quel giorno, però, quando Sero ebbe finito il suo rituale mattutino, si rese conto che nella tenda, sommerso tra le coperte e il saccopelo, c'era il bicolore intento a fingere di dormire. Sapeva che fingeva perché lo aveva visto chiudere rapidamente gli occhi nel momento in cui si era voltato verso l'interno della tenda.

"Che succede? Hai di nuovo litigato con uno dei tuoi fratelli?" chiese piegandosi e rientrando solo con il busto all'interno della tenda. L'ambiente lì era caldo, forse anche troppo, dovevano far arieggiare quel cubicolo se volevano tornarci a dormire quella sera. Il lato di Izuku era l'unico con il saccopelo ben sistemato sul materassino gonfiabile. Era stato il primo ad alzarsi e a lasciare il letto.

"No, sono solo stanco" Shoto nascose il viso sotto l'ennesima coperta, stavolta una di Sero. Ormai non c'era alcun confine tra la zona di Shoto, quella centrale, e quella di Sero a sinistra. Avevano le coperte una sopra l'altra e la notte di solito se ne fregavano se nel coprirsi prendevano la propria o quella dell'amico.

"Da quando credi di potermi mentire?" il corvino si sporse verso il bicolore, di cui vedeva solo i ciuffi bianchi e rossi fuoriuscire da sotto le coperte, e in modo affettuoso gli scompigliò i capelli.

"Ci sono troppe persone lì fuori, alcune pure con dei doppioni con cui si confondono. Non mi trovo a mio agio" Shoto sbirciò con un occhio solo, quello color topazio, il suo amico e attese un aiuto per risolvere quel suo problema, anche se, doveva ammettere, non aveva detto del tutto la verità.

"Lo so che può essere stressante questa nuova situazione, ma che ne dici se un passo alla volta rendiamo normale questo nuovo stile di vita?" la mano di Sero si allungò verso il bicolore che in quel momento assomigliava al bozzolo di un bruco pronto a compiere la propria metamorfosi in farfalla.

"Ho bisogno dei miei tempi" rispose Shoto afferrando la mano e cominciando a disincastrarsi da tutte quelle coperte che lo avvolgevano stretto. Si sentiva al sicuro lì sotto, nascosto da sguardi indiscreti.

"Nessuno ti mette fretta, iniziamo con la colazione, che ne dici?"

Annuì e sorrise. Era circondato da amici sempre disponibili ad aiutarlo, eppure aveva sempre quella sensazione a livello della bocca dello stomaco che lo faceva sentire in torto nei confronti di qualcuno, più precisamente nei confronti di Bakugou e Izuku. Lui era innamorato, lo nascondeva, forse anche bene, ma non poteva ignorare i suoi sentimenti fino a dimenticarsene lui stesso. Quello era impossibile e per tale motivo non poteva far altro che sentirsi in colpa nei loro confronti.

"Ah, sono arrivati anche gli ultimi della lista" li accolse Mirio vicino ai fornelletti dove erano poggiate una pentola ricolma di tè caldo e una padella con all'interno del pane che si tostava piano. La colazione non era di certo invitante come la cena della sera prima, ma Sero e Shoto non dissero nulla, a loro bastava poter mettere qualcosa sotto i denti.

"Ci stavate aspettando?" chiese il corvino, afferrando una tazza che gli stava offrendo Izuku. Ringraziò il suo amico, ma non distolse la propria attenzione da Mirio che teneva in mano una cartina sgualcita e anche bruciacchiata in un angolo. Sembrava che qualcuno l'avesse avvicinata troppo al fuoco per leggerla al buio della notte.

Broken mirrorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora