Broken mirror

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Shoto arrivò di corsa al giardino sul retro di una delle villette e interruppe i due Bakugou. Guardò prima quello appartenente al suo mondo, il suo vecchio amico, e poi posò il proprio sguardo spaiato sul falso Bakugou. Serrò la mandibola e rimase a guardare gli occhi scarlatti che ricambiavano la sua stessa tristezza.

"Non avresti dovuto dirmi la verità" il bicolore sembrava lottare con se stesso. Aveva la voce flebile di chi si è appena ripreso da un'influenza e gli occhi cerchiati da profonde occhiaie. Da quando aveva scoperto la verità non aveva fatto altro che torturarsi mentalmente per trovare il coraggio di fare ciò che pensava fosse giusto. Giusto per chi? Sicuramente non per quel ragazzo che si trovava in piedi di fronte a lui.

"Non te l'ho detto con la speranza che tu scegliessi me" il falso Bakugou sorrise. Nonostante la situazione non fosse decisamente una delle migliori, lui sorrise. E in cuor suo c'era un solo motivo per cui sorridere...lo avrebbe riabbracciato, avrebbe di nuovo intrecciato le dita alle sue.

"Solo uno può sopravvivere, è questo ciò che mi hai confessato"

"Lo so" continuò il biondo sorridendo e allungando in avanti la mano fasciata per mostrarla al bicolore. "Che mi batterò per la tua felicità" la promessa che il falso Bakugou aveva fatto nel bosco tornò ad aleggiare nell'aria intorno ai due ragazzi. Fu in quel momento che Shoto realizzò che il falso Bakugou gli aveva detto la verità solo per il suo bene, senza considerare che così facendo sarebbe entrato nel suo mirino, o forse proprio perché era consapevole di ciò che avrebbe deciso di fare lui.

"Bakugou, io ti ho sempre amato" Shoto non guardò il suo vecchio amico, si rivolgeva a lui ma continuava a non distogliere la propria attenzione dal paio di iridi scarlatte del falso Bakugou. Non voleva distrarsi, voleva vedere il più possibile la luce in quegli occhi, voleva imprimersela nella mente.

"Cosa?" Bakugou sfessurò la bocca e si girò verso il bicolore. Non aveva mai nemmeno sospettato che quel suo amico potesse provare qualcosa nei suoi confronti, se lo avesse saputo probabilmente avrebbe evitato di parlargli in continuazione di Izuku. Quanto lo aveva fatto soffrire in quegli anni? Si chiese con il cuore stretto in una morsa.

"Mi sono innamorato di te, non ho potuto impedire al mio cuore di battere per te. Non ti sto chiedendo di ricambiare, ma ti chiedo solo un favore in cambio del mio amore non corrisposto" Shoto, finalmente, si voltò verso il biondo con cui aveva condiviso quasi tutte le ricreazioni a scuola nascosto in bagno a parlare sempre e solo del ragazzo lentigginoso.

"Qualsiasi cosa, sei il mio migliore amico. Shoto, farei di tutto per te, non perché mi ami, ma perché sono io che ti voglio bene" Bakugou fece un passo verso il bicolore, ma questo era tornato a guardare il falso Bakugou. Era forse la prima volta che confessava di volergli bene e Shoto non se ne sarebbe dimenticato.

Il bicolore si mosse, camminò molto lentamente verso il doppelganger di Bakugou, non mutò la propria espressione che rimase quella malinconica con cui lo stava guardando da quando lo aveva trovato in quel giardino. Alzò la mano, quella fasciata, quella che nascondeva una cicatrice in via di guarigione, una promessa, uno scambio di sangue. Posò il palmo sulla guancia del biondo, con il pollice gli accarezzò lo zigomo, facendolo fremere sotto il suo tocco delicato.

"Non pensare nemmeno per un istante che tu sia stato insignificante per me. Ti avrei amato, con il tempo avrei imparato ad amarti, ma lo sai anche tu che il primo grande amore non si può sostituire. Avresti preso la stessa decisione se qui ci fossimo stati io e il tuo Shoto"

"Non ci avrei nemmeno pensato, avrei preso la tua stessa decisione" il falso Bakugou annuì e sorrise andando a gonfiare la guancia sotto il palmo del bicolore. Anche lui era consapevole che, se avessero avuto a disposizione il resto della vita, si sarebbe inevitabilmente innamorato anche di quest'altro Shoto. Il tempo non lo avevano, le lancette correvano e non si curavano dei loro sentimenti o della loro sofferenza.