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Tamaki seguì con lo sguardo Bakugou che si allontanava e poi tornò a fissare in modo torvo Mirio accanto a lui. Avevano deciso di rinchiudere nella stanza i tre ragazzi che avevano dato inizio alla rissa durante la cena, ma non era d'accordo sul fatto che il falso Bakugou subisse la stessa punizione. Aveva trovato ingiusto ciò che aveva detto e come lo aveva detto. Non doveva permettersi di andare in giro a dire agli abitanti dell'altro mondo, del suo mondo, che sarebbero dovuti morire, motivo per cui secondo Tamaki non gli si doveva nemmeno servire la cena. Lo avrebbero dovuto mandare nella sua stanza a digiuno, proprio come si faceva con i bambini che facevano i capricci.

"Sei arrabbiato?" la voce di Mirio lo innervosì ulteriormente. Anche lui era una copia di una persona persa tempo prima, ma mai aveva osato dire o pensare che non meritava di vivere. Perché quel biondo dagli occhi blu non capiva quanto gli aveva dato fastidio il comportamento del falso Bakugou?

"Se prendi le sue difese, sì, sono arrabbiato" assottigliò lo sguardo e si mosse impercettibilmente. Avevano la porta chiusa a separarli, ma nessuno dei due sembrava comunque intenzionato ad avvicinarsi all'altro.

"È un mio compagno" si giustificò a quel punto il biondo. Si passò la lingua sulle labbra screpolate e si ricordò di non aver ancora mangiato, così anche il corvino che stava in piedi di fronte a lui. Avevano messo in punizione i tre ragazzi della rissa, gli avevano concesso di portarsi delle patate lesse per cena, ma si erano dimenticati completamente che loro non avevano ancora potuto mettere nulla sotto i denti.

"Dovresti insegnare ai tuoi compagni le buone maniere"

"E tu ai tuoi a non alzare le mani" inarcò entrambe le sopracciglia e guardò il corvino con uno sguardo di sfida.

"Se avessi avuto io sottomano il tuo compagno, sarei stato il primo a tirargli un pugno" ammise Tamaki ricambiando lo sguardo di sfida. L'aria intorno ai due divenne rarefatta, la tensione sembrava essersi impadronita dei loro muscoli e la luce nei loro sguardi era tutt'altro che amichevole.

"Non saresti stato un buon esempio per l'alleanza"

"Non avrei voluto esserlo in quel momento" era la verità, non che volesse rompere l'alleanza, ma semplicemente voleva mettere in riga i loro nuovi compagni, voleva fargli capire che pur essendo molti di meno non si sarebbero fatti mettere i piedi in testa. Loro erano dei combattenti, dei sopravvissuti.

"I mondi si avvicinano, dovremmo farlo anche noi" Mirio mandò indietro la testa e poggiò la nuca contro la parete alle sue spalle. Forse il lieve tonfo lo avevano sentito anche da dentro la stanza.

"Quanto impiegheranno a fondersi completamente?" Tamaki si girò piano ruotando su se stesso e premendo la spalla contro il muro. Ora guardava in direzione del biondo con tutto il corpo e non solo con il suo sguardo affilato.

"Non manca molto, dobbiamo essere preparati"

"Sapete cosa ci aspetta da questa unione dei mondi?" era curioso e preoccupato, gli sembrava impossibile che nessuno sapesse cosa aspettarsi, soprattutto coloro che avevano già scoperto l'origine di quelle catastrofi che ormai li perseguitavano da più di due anni. Attese la risposta da parte di Mirio e probabilmente gliel'avrebbe pure data se non fosse stato per la porta che si spalancò proprio in quel momento nascondendogli il viso del biondo dietro l'anta di legno.

Shinso uscì dalla stanza con i pugni stretti, si voltò verso Tamaki e, con la mandibola serrata, soffiò fuori un'ultima frase prima di andarsene: "Troppi Bakugou per un accampamento solo". Tamaki avrebbe riso per quell'affermazione se non fosse stato in tensione per la risposta che aspettava da Mirio, ma quando la porta si richiuse dietro l'anta di legno non c'era più nessuno.

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