Shinso si sedette a gambe incrociate accanto a Shoto. Di solito mangiava vicino a Bakugou, ma per una volta decise che non era il caso di divertirsi a stuzzicare quel biondo irascibile. Stava finalmente parlando con Izuku. Non voleva scatenare la sua ira per averlo distratto.
"Sono finalmente felici" disse il viola osservando il suo piatto. Era il quinto giorno di seguito che mangiavano zuppa di fagioli, ma non si lamentava, qualsiasi cosa era più buona delle solite patate lesse che aveva dovuto mangiare per mesi. Non importava con quante spezie Kirishima le condisse, le patate lesse erano e restavano patate lesse e lui era stufo di quei tuberi.
"Non ancora felici, ma lo saranno, presto" Shoto sembrava meno impressionato dal piatto ricolmo di zuppa di fagioli. Aveva gli occhi luminosi e li muoveva lungo il perimetro del cerchio che avevano formato sedendosi a terra per consumare la cena. Era un'usanza del gruppo delle tende, quella di sedersi in cerchio per la cena, e i ragazzi del bunker non avevano obiettato, anzi trovavano che fosse un modo pratico per mangiare tutti insieme.
"Perché lo hai fatto?" Shinso si portò il cucchiaio alla bocca e fissò il bicolore mentre masticava. Decisamente meglio delle patate lesse. Non c'era paragone, la consistenza dei fagioli era morbida, friabile al punto che non serviva nemmeno masticare, e il sapore era decisamente più forte. Prima o poi, lui lo sapeva, si sarebbe stufato anche di quei legumi, ma finché il suo stomaco non si fosse reso conto di star mandando giù sempre lo stesso alimento, lui ne avrebbe approfittato per riempirsi e goderne.
"Cosa?" Shoto era perplesso, non aveva idea di cosa stesse parlando il viola. Non erano mai stati grandi amici ai tempi del liceo, avevano discusso un paio di volte al camposcuola e si erano ignorati tra i corridoi finché, un pomeriggio, per puro caso Shinso lo aveva incontrato per strada e lo aveva trovato talmente assorto nei propri pensieri che non si era accorto né di star piangendo né di avere qualcuno di fronte che gli stava chiedendo se stesse bene. Quel qualcuno era stato Shinso e quella era stata la prima volta che si era preoccupato per il bicolore.
"Come è possibile che ti vada bene?!" il viola mosse la mano in direzione del lato opposto del cerchio. Era ovvio a chi si riferisse ormai. Shinso aveva capito anche senza parole. Forse erano stati gli sguardi che aveva colto di nascosto ai tempi del liceo o forse il modo in cui aveva visto il bicolore parlare con quel suo compagno di classe, fatto sta che lui sapeva e non concepiva come Shoto potesse accettare ciò che stava accadendo sotto i suoi occhi.
Shoto non gli aveva mai parlato di nulla tranne dei problemi che aveva a casa a causa del padre. Quella volta in cui lo aveva incontrato per strada lo aveva trovato che piangeva perché aveva appena litigato con il padre e se ne era andato di corsa da casa. Shinso era stato gentile nell'ascoltarlo e comprenderlo, aveva pensato sarebbe potuta nascere un'amicizia, poi, dopo appena un paio di giorni, la pioggia di meteoriti aveva separato le loro strade. Shoto non sapeva che Shinso aveva pianto per la sua presunta morte. Che aveva seppellito con cura il suo cadavere aiutando Bakugou. Non lo sapeva e probabilmente mai lo avrebbe saputo. Non era di certo un argomento semplice da tirare fuori.
"Non riguarda me" disse secco lanciando un'occhiata al viola e notando che gli occhi color lavanda lo stavano studiando da vicino. Shoto aveva un paio di cicatrici in più per via dell'ultimo terremoto che aveva causato il crollo di un bar dove si stava rifornendo di acqua, ma Shinso sembrava guardare oltre a quelle cicatrici che adornavano il suo avanbraccio o la clavicola. Sembrava stesse scavando nella sua anima, come a cercare una verità nascosta agli occhi di tutti.
"Se non riguarda te, allora chi dovrebbe riguardare?" un sopracciglio viola si inarcò. Le sopracciglia erano leggermente più scure dei capelli. Erano di un viola intenso come l'uva, mentre le ciocche lievemente mosse si erano schiarite sotto i raggi del sole e avevano assunto una sfumatura simile alla lavanda. Shinso preferiva i capelli scuri, gli davano un'aria più minacciosa rispetto a quel cespuglio di lavanda che doveva portarsi dietro.
"Perché ne stiamo parlando?"
"Perché tu sei innamorato di lui, ma sei stato il primo ad averli fatti avvicinare" continuò Shinso facendo un cenno del capo in direzione di Bakugou e Izuku. Lui sapeva, aveva sempre saputo. Era rimasto in silenzio per anni pensando che non sarebbe stato giusto per Shoto rivelare un suo segreto, anche perché non ne vedeva l'utilità. Del trio era rimasto solo Bakugou, che già soffriva abbastanza, non serviva che sapesse che uno dei suoi migliori amici gli aveva tenuto nascosto un segreto così grande.
"Non mi metterò in mezzo alla loro storia" disse secco il bicolore, non aveva bisogno di seguire con gli occhi il movimento del capo di Shinso, sapeva bene a chi si stesse riferendo.
"Perché no?" il viola non voleva che si mettesse in mezzo, semplicemente voleva capire dove trovasse il coraggio di rinunciare al proprio amore.
"Perché..." la voce di Shoto divenne un sussurro, fu quello il momento in cui guardò in direzione del verde e del biondo "...perché io credo nell'esistenza dell'anima gemella e io..." sospirò e posò gli occhi lucidi sul proprio piatto ancora pieno "...io non sono la sua anima gemella. Quei due si appartengono e io non voglio essere colui che separa due anime destinate ad unirsi"
"Potresti pentirtene in futuro, lo sai?" Shinso anche aveva smesso di mangiare, non si sentiva in vena di riempirsi lo stomaco mentre un suo compagno probabilmente aveva quello stesso organo contorto dal dolore. Accettò per una volta di non rifocillarsi di fagioli.
"Già me ne pento, ma non cambierò idea, sono entrambi miei amici, non importa che io ami uno di loro, non è mai importato"
Shoto avrebbe voluto alzarsi, allontanarsi dal gruppo e isolarsi, ma gli tremavano le gambe e probabilmente, se si fosse alzato, la sua andatura incerta e barcollante avrebbe attirato troppo l'attenzione. Rimase seduto a fissare il proprio piatto pieno finché una mano, presumibilmente quella di Shinso che si trovava accanto a lui, gli si posò tra le scapole e cominciò a disegnare dei piccoli cerchi.
I muscoli rigidi del bicolore risposero a quel contatto e si rilassarono, concedendo un po' di pace al ragazzo che si stava trattenendo dal piangere.
"L'amore è anche questo. Rinunciare alla propria felicità per vedere la persona che si ama serena" Shinso sentì l'impulso di abbracciare il bicolore, ma non lo fece, avrebbe alzato sospetti non necessari. Decise piuttosto di premere con un po' più di forza i polpastrelli lungo la spina dorsale del bicolore percependone, oltre alla magrezza, anche la tensione.

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Broken mirror
FanfictionIn un mondo post apocalittico i nostri ragazzi dovranno affrontare le situazioni più strane ed estreme. Dovranno decidere se fidarsi gli uni degli altri e dovranno imparare come sopravvivere. Faranno incontri contro ogni immaginazione e dovranno af...