-32-

186 22 7
                                    

I ragazzi addetti alla cucina stavano servendo da mangiare, stavolta avevano preparato qualcosa di diverso. Durante la missione Monoma e Awase aveva colto dei funghi, abbastanza da poter preparare un risotto per tutti e avevano illuminato la giornata di molti ragazzi, soprattutto degli addetti ai fornelli che finalmente avevano qualcosa di diverso da poter preparare.

Il profumo dei funghi si espandeva per il grande prato. Quel posto era immenso, non a caso poteva accogliere tutti quei sopravvissuti. I ragazzi venivano attirati lì dalla sola fragranza di bosco che saliva con spire di vapore dai grandi pentoloni che bollivano sul fuoco scoppiettante.

Kirishima era in fila con Denki davanti e Bakugou alle spalle. Non appena Monoma gli aveva riferito ciò che avevano raccolto nel bosco, aveva cominciato a sentire lo stomaco brontolare per la fame. Aveva resistito per ore prima che i cuochi, o meglio i ragazzi addetti ai pasti, cominciassero a cucinare. Si portò una mano allo stomaco quando quello si lamentò di nuovo. Storse la bocca, ma la piegò in modo che fosse un sorriso, perché effettivamente stava bene. Sollevò lo sguardo e si guardò dietro le spalle da dove proveniva il vocio di Bakugou e Izuku. Sembravano sereni, entrambi con un sorriso stampato in volto, come se fosse capitato qualcosa durante le missioni o poco dopo. Il rosso provò a concentrarsi, ma non riuscì a comprendere più di qualche parola sparsa. Si strinse nelle spalle e tornò a guardare davanti a sé dove poteva distrarsi facendo vagare il proprio sguardo sul corpo della persona che amava. I capelli color canarino di Denki erano leggermente scompigliati, le spalle piegate in avanti per la stanchezza e le mani stette tra loro dietro la schiena, come un bambino che aspetta paziente che il venditore di caramelle gli offra un lecca-lecca. Kirishima sorrise di nuovo e scosse piano la testa.

Denki, come se avesse percepito gli occhi color delle rose scrutarlo nella poca luce della sera, si voltò inclinando istantaneamente la testa e piegando verso l'alto un sopracciglio.

"Hai qualcosa da dir..." la domanda che Denki gli stava ponendo, morì sotto le urla di un altro ragazzo, che Kirishima indentificò quasi subito come il suo compagno Shinso. Il rosso si voltò di scatto dando le spalle al biondo, notò che non era stato l'unico a girarsi in quella direzione, vide distintamente una chioma color uva sfrecciare tra le persone, non si muoveva in modo di evitare eventuali ostacoli, sembrava più un tornado che investe qualsiasi cosa si ponga sul suo cammino. Kirishima sgranò gli occhi e seguì con lo sguardo l'amico che correva come se avesse un obiettivo ben preciso. Puntava a qualcosa, o meglio a qualcuno. Shinso sventolava la mano chiusa a pugno per aria e urlava come se dovessero sentirlo a chilometri di distanza. Aveva gli occhi rossi dalla rabbia, la voce rauca e i piedi calpestavano con furia e crudeltà il prato.

"TU, PEZZO DI MERDA, COME TI PERMETTI DI DIRE A UNO DEL NOSTRO GRUPPO CHE DOVEVA MORIRE?!"

A quel punto, anche coloro che non si erano accorti di nulla si girarono in direzione del ragazzo dalle profonde occhiaie e, prima che potessero fare qualcosa, lo videro scaraventarsi contro il falso Bakugou. Il pugno, che fremeva da diversi minuti, incontrò lo zigomo sporgente del biondo e vi lasciò il segno, un segno che con il passare dei giorni sicuramente sarebbe diventato più evidente e di un colore molto simile ai capelli di chi glielo aveva procurato.

Shinso mandò indietro di nuovo la mano, mentre con l'altra teneva stretto il colletto della sua vittima. Che poi, secondo lui, non era poi tanto una vittima. Si meritava quei pugni e tanto altro. Non solo aveva già avvicinato il suo compagno una volta, portandolo in un posto isolato, ma stavolta aveva addirittura lasciato intendere che quel suo compagno non aveva il diritto di vivere. Con che coraggio aveva sputato quella sentenza senza nemmeno conoscere Shoto? Caricò il pugno, era pronto per fargliela pagare, perché sapeva che il bicolore non avrebbe mai preso le proprie difese da solo. Era forse ingenuo o, molto più probabilmente, sotto sotto la pensava proprio come il falso Bakugou.

Broken mirrorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora