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La spiegazione di ciò che stava accadendo ai due mondi richiese più tempo del dovuto e a spiegarlo fu Tamaki. L'unico abbastanza serio da non inserire battute nel mezzo della spiegazione. 

"Quindi sulla terra girano persone identiche a noi?" chiese Natsuo inarcando un sopracciglio color latte. Aveva gli occhi grigi che riprendevano il colore dell'occhio destro si Shoto, li muoveva freneticamente da una persona all'altra cercando di immaginarsi i doppelganger. Qualcosa sembrava spaventarlo, forse l'idea del ritorno di qualcuno di cui si era liberato durante la catastrofe dei meteoriti, o una calamità successiva. Qualcosa o qualcuno lo spaventava tanto da fargli temere il mondo parallelo.

Lanciò uno sguardo verso il minore dei fratelli, quello che avrebbe dovuto sempre difendere e che, durante l'infanzia e l'adolescenza, non aveva potuto sottrarre alle angherie del padre. Padre che dopo diversi anni aveva provato a rimediare ma che non aveva ottenuto altro che ulteriore disprezzo da parte sua. No, Natsuo non riusciva a togliersi dalla mente i pianti disperati di Shoto quando il padre si arrabbiava con lui per delle sciocchezze. Non avrebbe mai perdonato suo padre per ciò che aveva fatto passare alla sua famiglia e non doveva nemmeno più pensarci perché suo padre era scomparso dopo gli avvenimenti più traumatici del mondo. Una fortuna, secondo Natsuo, che quell'uomo fosse sparito dalle loro vite.

Touya, invece, che era il maggiore dei fratelli, stava cercando di pensare a come potesse essergli utile quella determinata situazione. Era il maggiore rispetto a tutti i ragazzi presenti e doveva assolutamente dimostrare di essere in grado di mantenere il controllo dell'intero gruppo se ce ne fosse stata la necessità.

"Solo alcune, o meglio abbiamo incontrato Kirishima, Bakugou e Mirio dell'altro mondo. Sappiamo che molti sono morti, come è accaduto anche a noi"

"È positivo o negativo il fatto che ci abbiano chiesto un'alleanza?" Awase per la prima volta prese la parola. Non si sentiva molto a proprio agio da quando il gruppo si era allargato. Più che altro aveva paura di Bakugou e l'idea che presto ce ne sarebbe potuto essere anche un secondo lo terrorizzava a morte.

"Potrebbe avere i suoi risvolti positivi" Tamaki mosse la mano per aria e lanciò un'occhiata ai suoi compagni del bunker. Ne avevano parlato la sera prima ed erano arrivati alla conclusione che non potevano rischiare di inimicarsi quei doppelgager. In più, cosa da non sottovalutare, sembrava ne sapessero molto più di loro sulla situazione che stavano vivendo da più di due anni.

"Ma anche negativi" si intromise Monoma. Storceva la bocca e ogni tanto carezzava la schiena di Awase. Erano gli unici due sopravvissuti della loro classe e facevano il possibile per sostenersi a vicenda.

"Cosa potrebbero farci?" Shoto non spostava l'attenzione da Bakugou che non smetteva di guardarlo con occhi stretti in due fessure "prendere il nostro posto?" incarcò le sopracciglia bicolori e attese che qualcuno accogliesse quella sua domanda tanto assurda quanto seria. Il viso era sorprendentemente pulito per essere un sopravvissuto. Tutti mostravano segni di stanchezza e fuliggine sul volto, segni che però sulle guance e intorno agli occhi di Shoto mancavano. Era solito sciacquarsi il viso ogni volta che gli fosse possibile, non sopportava la polvere, gli faceva bruciare gli occhi e l'idea di mostrarsi con gli occhi lucidi non lo entusiasmava. Dava sempre l'idea di aver appena finito di piangere e Natsuo, che era diventato iperprotettivo nei suoi confronti, aveva passato i primi mesi dopo la pioggia di meteoriti a chiedergli se stesse bene e a ricordargli che non c'era vergogna nel piangere. Lui ormai non piangeva più, ma il fratello era sempre lì a controllare la lucidità dei suoi occhi eterocromi. In quel momento, però, a controllarlo in modo inquietante era Bakugou, seduto di fronte a lui.

"Il tuo gemello cattivo è morto" rispose Bakugou sollevando il mento verso il bicolore.

"E probabilmente il finto gemello di Bakugou è anche migliore di quello vero, potremmo scambiarli" aggiunse Shinso che, appena era sorto il sole, aveva ricominciato a prendere in giro il biondo. Era il modo migliore per distrarlo dai suoi sogni premonitori.

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