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Bakugou camminava, senza una meta, senza un luogo da raggiungere. Lui camminava e basta. I pensieri continuavano a tormentarlo, a riportarlo dietro la villetta dove Shoto aveva posto fine alla vita del suo doppelganger. Con che coraggio poteva camminare con quella tranquillità nell'accampamento dove si trovavano tutti i compagni del falso Bakugou? Nessuno sapeva ancora cosa era successo? Come avrebbe reagito il migliore amico del falso Bakugou? Avrebbe desiderato morire come era successo a lui quando, tanto tempo prima, aveva creduto di aver perso anche Shoto oltre a Izuku? Sarebbe stato abbastanza forte per andare oltre? Il falso Kirishima sarebbe stato bene senza il falso Bakugou?

La sua testa era piena di interrogativi ai quali non voleva nemmeno provare a dare una risposta. Si sentiva responsabile della sofferenza di troppe persone.

Arrestò il proprio passo solo quando si rese conto di esser giunto in un luogo a lui familiare. Istantaneamente si portò una mano alla cintura e appurò di essere disarmato. Completamente denudato delle armi. Lasciò uscire un sospiro di sollievo e sollevò il viso verso il cielo.

"Hai compreso come mai hai quel dono?"

Riabbassò lo sguardo e vide il verde di fronte a lui che si avvicinava camminando piano. Sembrava rilassato, quasi sereno. Sorrideva addirittura, come se la situazione in cui si trovavano non fosse tragica. I doppelganger dovevano morire, almeno uno per coppia e non c'era un giudice imparziale, anzi nessuno voleva sottoporsi al giudice imparziale che era il destino. Tutti volevano decidere per sé.

Scosse la testa in negazione, non sapeva perché avesse ricevuto il dono della premonizione. Non comprendeva come mai lo avesse proprio lui.

"Il tuo cuore ha cambiato modo di battere quando si è sincronizzato con quello di un abitante di un altro pianeta"

Izuku, era lui la risposta a tutto. Perché i mondi si stavano unendo? Izuku. Perché lui poteva sognare eventi futuri? Izuku. Perché aveva combattuto fino a quel momento? Izuku. Combatteva per rimanere al fianco di Izuku. Il suo grande amore. Chi avrebbe ucciso Izuku? Lui. Impossibile, quel sogno doveva sbagliarsi.

Il luogo in cui si trovavano lo aveva memorizzato nella mente per tutte le volte che lo aveva visitato in sogno. Non era riuscito a togliersi dalla testa i dettagli, come il leggero vento che gli carezzava le guance, come la camminata lenta con cui Izuku lo aveva raggiunto. La pistola, quella non c'era per sua fortuna. L'idea di Izuku di andare in giro disarmato aveva funzionato. Lui non avrebbe ucciso Izuku perché non aveva modo di farlo, oltre al fatto che non era intenzionato a farlo, lui non avrebbe mai rinunciato al proprio amore.

"Perché tu provieni dall'altro mondo" indicò il verde in piedi di fronte a lui. La storia che gli aveva raccontato non era altro che la sua storia, la storia di come era stato prelevato dal proprio mondo per essere portato in quello in cui viveva lui.

"Io non ti ucciderò, mai" continuò con una tale fermezza nella voce che avrebbe convinto chiunque. Ma non sembrò convincere il verde in piedi davanti a lui.

"Perché? È colpa di mio padre se tutto questo ha avuto inizio" con la mano il verde abbracciò tutto l'ambiente circostante. Le catastrofi, la collisione dei mondi, le morti, la sofferenza, era stato tutto per colpa di una persona che si era comportata in modo egoista.

"Me lo chiedi pure? Come fai a chiedermi perché non voglio ucciderti?" gli occhi scarlatti si allargarono all'inverosimile, le pupille si restrinsero lasciando spazio al colore del fuoco. Delle fiamme divampavano all'interno del suo sguardo. Strinse le mani a pugno, le unghie segnarono i palmi sporchi. Il cuore cercava di comunicare il proprio disagio, ma non gli dava retta. La gola secca sia per la polvere che per l'ansia. E se Izuku, sentendosi in colpa per tutto ciò che era successo, non volesse più stare con me? Pensò mentre i mille interrogativi tornavano a galla nella sua mente.

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