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Nessuno riusciva a prendere sonno, continuavano a rigirarsi nelle brande e a sospirare rumorosamente.

"Vi rendete conto che esistono dei gemelli cattivi?" Kaminari, che dormiva nel letto sopra a quello di Bakugou, si sporse verso il basso e guardò negli occhi il suo compagno dalle iridi rosse e i capelli chiari. Riusciva a vedere la sua espressione accigliata anche nella penombra.

"Anche se secondo me nel caso di Bakugou il gemello cattivo è il nostro" intervenne Shinso dal letto appena dietro. Rimaneva con il volto rivolto verso l'alto. Riusciva a vedere ogni movimento di Kirishima che dormiva nel letto sopra al suo. Ogni tanto temeva che quel ragazzo potesse muoversi tanto da far crollare il letto a castello, anche se l'unico ad essere caduto dal letto nel sonno era stato Denki. In quell'occasione si era fatto parecchio male alla testa. Shinso aveva il dubbio che qualche ripercussione della caduta c'era stata. Quel ragazzo gli sembrava sempre più stupido.

"Deficiente" Bakugou si sporse e diede uno schiaffetto sulla fronte del viola. Dopo aver litigato un anno prima, perché non volevano dormire uno con i piedi dell'altro in faccia, avevano optato per dormire con le teste nella stessa direzione, così anche Kaminari e Kirshima che si erano appropriati dei letti sopra. Tamaki si trovava invece dalla parte opposta del bunker.

"Smettetela. Potrebbe venirne qualcosa di buono da questa alleanza, cercate di non inimicarveli sin da subito" intervenne il corvino girandosi sul fianco e puntando i propri occhi in direzione dei quattro ragazzi intenti ad agitarsi nei letti. Se in quel modo avesse potuto garantire la salvezza di quei quattro compagni allora avrebbe accettato di collaborare con il falso Mirio. La decisione definitiva, comunque, sarebbe stata presa la settimana successiva. Doveva consultarsi anche con i nuovi compagni ritrovati.


Bakugou si trovava in piedi in mezzo al nulla, non riusciva a mettere bene a fuoco l'ambiente circostante, sapeva solo che c'era la devastazione. La terra si scuoteva e nella sua mano stringeva una pistola che puntava dritta davanti a lui. La sua mano tremava, ma non sapeva se fosse per il movimento della terra sotto i suoi piedi o per quel cuore che non la smetteva di agitarsi nel petto. L'organo si dimenava contro il costato come se stesse cercando di uscire e raggiungere un luogo diverso dal suo petto.

Si bagnò le labbra screpolate con la punta della lingua e sbatté un paio di volte le palpebre. Forse non riusciva a mettere a fuoco ciò che aveva davanti perché non voleva vedere cosa stesse per fare.

Era qualcosa di così assurdo che il suo cuore si stava ribellando alle sue stesse azioni. Possibile che stesse per prendere la decisione più errata di tutta la sua vita? Strinse i denti, si piegò su se stesso, chiuse ancora di più la mano intorno all'arma e scosse violentemente la testa.

"Non posso, non posso farlo" diceva la sua voce, la sua bocca si muoveva ma non la controllava, non controllava le proprie corde vocali. Era come se stesse vivendo in un corpo comandato da qualcun altro. Urlò piegandosi ulteriormente, portandosi il calcio della pistola a premere contro la tempia.

"Devi farlo, uccidimi" il ragazzo che era in piedi di fronte a lui fece un passo nella sua direzione e inclinò la testa. Sembrava sorridere, ma Bakugou ancora non riusciva a mettere a fuoco. Non riusciva a capire di chi si trattasse. Chi stava per uccidere?

Si rimise dritto con la schiena. Stese il braccio davanti a sé, portò l'indice sul grilletto e finalmente la mano smise di tremare. Il cuore rallentò e il respiro assunse un ritmo lento e pacato. Il vento gli scuoteva i capelli color granturco e la polvere gli dava fastidio agli occhi. Sentiva dentro di sé che stava giungendo una fine, non sapeva bene di cosa, non era mai del tutto chiaro ciò che accadeva in questi sogni premonitori.

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