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Shoto aveva raggiunto il limitare del bosco, respirava profondamente per riempirsi i polmoni di quell'aria fresca. Finalmente aveva trovato un posto dove non si sentiva odore di cenere e di carta bruciata. Avrebbe sorriso se non fosse stato per quel peso a livello dello stomaco.

Inspirò. Espirò. Inspirò di nuovo.

Gli tremò il labbro inferiore, se lo morse e tornò a respirare, ma stavolta con meno convinzione.

"Credo di doverti delle scuse"

Sussultò e si girò di scatto, portandosi una mano al cuore che aveva dimenticato per un istante di pompare il sangue attraverso i vasi.

"Credevo che Bakugou ti avesse avvertito di non avvicinarti a me"

Il biondo, che ormai si era abituato a sentire il proprio nome usato per qualcun altro, fece un passo avanti e mostrò i propri occhi color rubino. Sorrise, ma come al solito, come capitava anche al suo doppelganger, quel suo sorriso assunse le sembianze di una smorfia poco gentile.

"Non mi faccio mettere i piedi in testa da quelli del tuo mondo"

"Quelli del mio mondo potrebbero salvarti la vita nella missione di domani" Shoto si voltò con tutto il corpo verso il biondo e lo squadrò dalla testa ai piedi. Assurdo, in tutto e per tutto era identico al suo amico Bakugou, ma c'era sempre quello sguardo malizioso che si differenziava da quello più furbo e glaciale del vero Bakugou.

"Ah, hai saputo della missione"

Il bicolore si strinse nelle spalle. Non solo aveva sentito della missione imminente, aveva anche assistito all'estrazione dei nomi di coloro che vi avrebbero partecipato. Non si era stupito più di tanto nel trovarsi nella squadra in avanscoperta.

Dopo pochi istanti si ricordò che anche il nome del falso Bakugou era stato estratto per la missione del giorno dopo e subito gli tornò in mente l'ultimo viaggio in macchina, l'ultima discussione che c'era stata in quel posto sperduto dove dei sopravvissuti avevano sparato senza nemmeno chiedere cosa ci facessero in quella zona. Lì aveva scoperto che il falso Bakugou aveva amato il falso Shoto.

"Non saremo molti" il biondo mosse la mano nell'aria, sembrava voler scacciare una mosca, anche se era evidente stesse cercando di accompagnare le proprie parole che altrimenti sarebbero sembrate inutili e insignificanti.

"Saremo i migliori"

"È stato un caso, hanno fatto l'estrazione"

Shoto si avvicinò al biondo, lo guardò dritto negli occhi e si rese conto che forse c'era dell'ingenuità in quel ragazzo.

"Saremo io, te, Mirio e il falso Kirishima" mostrò quattro dita e le posizionò a un paio di centimetri di distanza dal naso dell'altro. Si chiese in quel momento se le date di nascita erano le stesse per i doppelganger, se anche quel Bakugou era più grande di lui di diversi mesi come lo era il suo amico del liceo. Non lo avrebbe chiesto per due motivi: il primo perché non voleva far credere al falso Bakugou che potesse interessargli il suo compleanno e secondo perché nessuno in quel posto aveva più festeggiato il proprio compleanno da quando erano iniziate le catastrofi. Solo gli anniversari delle morti venivano ricordati di tanto in tanto e nemmeno sempre.

In quel momento realizzò che non ci sarebbe stato nessuno del suo mondo al suo fianco in quella missione pericolosa. Si guardò le dita, quelle quattro dita che rappresentavano loro quattro che si sarebbero recati in missione il giorno successivo. Abbassò di scatto la mano e si voltò dando le spalle al biondo, sperando che quello non si fosse reso conto del panico che era appena apparso nei suoi occhi eterocromi.

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