Il vero ritorno

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L'unica cosa che ricordo è di essere accasciata al pavimento, in un bagno di sangue.

Apro gli occhi lievemente e la luce mi acceca così li richiudo velocemente, sento una persona urlare.

«Si sta svegliando» è così famigliare eppure non riesco a capire chi è.

Cerco di aprire di nuovo gli occhi e sta volta, facendo mente locale, riconosco la voce.
«Giuro che lo ammazzo, io devo vederla adesso, non mi interessa che deve entrare prima lui, lasciatemi entrare» dice finendo con un fragoroso sospiro.
Sam, la mia Sam, la vedo correre verso di me dopo essere riuscita a scappare dai medici che cercavano di fermarla.

Sorrido leggermente ancora tutta intorpidita.
«Dio mio Madison ma sei veramente tu» piange come una bambina, si amica mia, sono io e sono qui, non proprio in grande forma però me la cavo sai...

«Ehy ciao anche a te» gli dico con gli occhi lucidi anche io quasi sull'orlo del pianto.

«Mi sei mancata così tanto, io pensavo di averti persa...non so che dire» mi abbraccia con delicatezza.

«Non dire niente non serve, mi dispiace, mi sei mancata anche tu tantissimo»

Dall'uscio della porta vedo un dottore che chiama Sam
«Dovrebbe uscire signorina»

«Esco solo perché so che devi riposare» mi lascia un bacio leggero sulla fronte e poi lancia un occhiataccia alla mia destra in un punto della stanza, non capendo guardo anche io.

Con tutto questo trambusto non avevo fatto caso a Travis seduto sulla sedia piegato in due con il mento poggiato sulle braccia facendosi forza sulle ginocchia, immobile, impietrito.

Mi guardo un attimo intorno capendo che forse il mio istinto aveva ragione. Avevo capito che c'era qualcosa che non andava.
Ho una flebo attaccata al braccio ed un altro macchinario attacco al dito che mi controlla il battito cardiaco.

«Trav?» lo chiamo quasi sussurrando. Ho quasi paura della reazione che potrebbe avere.

Non so neanche per quanto potrà restare lui...lo faranno restare con me per tutto il tempo? Vorrà restare con me per tutto questo tempo?

Lo vedo deglutire a fatica e stingere forti i punti che ha sotto il mento.
Alza lo sguardo fino ad incontrare i miei occhi. I suoi sono così rossi e gonfi, deduco che non abbia dormito e non abbia fatto altro che piangere.

Mi tocco la pancia...ho capito che ora sono di nuovo solo io. Il mio bambino non c'è più.

Travis si alza e viene vicino a me. Cerca più volte di parlare ma con scarsi risultati. Non ho idea di come si possa sentire anche lui, però io ora mi sento vuota e con il cuore spezzato.
Mi sento così sola ora...

Travis ha iniziato a camminare su e giù davanti al mio letto. Si sente in colpa lo vedo.

Ma non dovrebbe, niente di questo è colpa sua anzi.

«Bambolina» dice con un tono disperato ed io decido di interromperlo subito.

«Non serve Trav, lo so già»
Nervosamente continua a giocare con le sue mani e non smette di camminare. Avrei bisogno solo di un suo abbraccio eppure non riesco a chiederglielo. Vorrei fare talmente tante cose, urlare, piangere, forse anche dormire, ma stare qui in questa stanza così bianca e vuota rende tutto talmente surreale che non credo di aver digerito ancora la notizia.

Credo che lui abbia paura della mia reazione ad una qualsiasi sua frase. Lo vedo, è nel panico.
Io sono paurosamente tranquilla, capisco di non poter fare niente, capisco anche che non è assolutamente colpa di nessuno dei due.
Forse doveva andare così, forse è la mia punizione questa...

Un ritorno inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora