Vincere

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POV MADISON

Lungo la strada non faccio altro che provare le scarpe, sono scomode ma il tutto è prenderci la mano.
Devo solo abituare le caviglie e i piedi alla presenza ingombrante di quei tacchi a spillo. Dannato Derek e le sue idee del cazzo.

Non vedo l'ora di correre. Ho il cuore a mille e l'adrenalina non accenna a scendere per niente.
La mia mente è un susseguirsi di pensieri sconnessi, non riesco a pensare molto lucidamente.

Sbuffo continuando a cercare la posizione comoda fino a trovarla, finalmente.

Ci allontaniamo dal nostro quartiere e anche da quello dove abitavo, ci dirigiamo fuori città.
Nessuno dovrebbe conoscermi qui e poi con questi abiti confonderei chiunque, diciamoci la verità.

Parlando seriamente chi cazzo prenderebbe sul serio una ragazza che arriva con una macchina brillantinata con tacchi e vestito abbinata ad essa? Io no di certo.

Ad essere sincera non ti prenderei sul serio neanche se ti vedessi scendere da una macchina normale.
Ah grazie tante, ma come hai già visto so quello che faccio.
Ti lodi troppo.
Sono solo obbiettiva, so quello di cui sono capace.

Per fortuna questa belva cammina come una dannata.
Derek aveva decisamente ragione, potrebbe scalare la vetta della mia classifica personale di macchine più veloci mai portate. Arriverebbe prima anche solo di quarta.

La tiro poco sulla strada, voglio lasciare il meglio per la gara anche se la mia adrenalina dice solo: corri.
Il mio cuore dice: vinci.
Ma la mia testa dice: rimani viva.

E anche io.
Come se fossi mai d'accordo con me.

Arriviamo al posto della gara e sembra decisamente una pista nel vero senso della parola.
Non ha niente a che vedere con le corse organizzate da Justin, qui è tutto studiato nei minimi particolari cazzo. Non riesco a credere ai miei occhi.

La strada è chiusa su tutti i lati, c'è un enorme buttafuori a controllare i nomi dei "piloti" su una lista prima di lasciarli oltrepassare le transenne, con tanto di altri ragazzi ad aprirle.

Le altre persone rimangono dietro a questa specie di recinzione per assistere. Niente è lasciato al caso.
Per gli spettatori è stato allestito una specie di bar e c'è anche della musica.

È pieno zeppo di persone, la posta in gioco sarà altissima.
Non oso nemmeno immaginare quante scommesse faranno e di certo non su di me.

Noto subito la ragazza che darà il via, la più vistosa di tutti non passa di certo inosservata.
Ha una mini gonna ascellare e un top con colletto finendo il tutto con tanto di cravatta, dovrebbe ricordare una divisa da high school; bah. 
Una studiosa di un altro tipo di lingue?

Arriva il mio turno alle transenne e abbasso il finestrino oscurato per parlare con il ragazzo.
«Sicura di essere nel posto giusto zuccherino? La parte degli ospiti è di là» sorride credendosi divertente. Beh non lo è per niente.
Gli tirerei un pugno se non dovessi rispettare la mia parte.

«Madison» dico sorridendo, aspettando che controlli, ma rimane ancora fisso a guardarmi.

«Hai mai corso almeno?» assottiglio lo sguardo e vorrei urlargli contro ma mi trattengo.

«C'è sempre una prima volta no?» forse la voce mi esce anche più stridula del dovuto ma sorbisce il giusto effetto. Lo vedo sogghignare appena e passare gli occhi da me alla sua stupida lista.

Fa un cenno con la testa agli altri due davanti a lui così da farmi passare «Puoi andare, vedi di uscirne tutta intera, mi dispiacerebbe vedere questo bel faccino e questa macchina distrutti» sorride batte una mano sul tettuccio a mo di saluto, gli sorrido di risposata e tiro su il finestrino.

Un ritorno inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora