La grande serata

388 12 1
                                    

POV MADISON

Appena entro nell'auto l'odore di concessionario arriva subito al mio naso, la guardo da cima a fondo. Semplicemente splendida,non penso esistano altri aggettivi che possano descriverla.
Vetri oscurati al massimo, da dentro riesci a vedere benissimo fuori, viceversa da fuori non riesci a vedere propio nulla. Questo particolare fa impazzire sia me che lui, le macchine con i vetri scuri hanno un aspetto completamente diverso. Non accetto commenti a riguardo.
Con la mano carezzo il sedile liscio, gli interni sono in pelle nera con le rifiniture blu, anche le cinture sono dello stesso colore.
Quando la mia mano scivola sulla pelle nuova una serie di emozioni contrastanti si fanno spazio nella mia mente, cerco di scacciarle via immediatamente sperando che i ricordi ritornino sepolti nei meandri più scuri della mia testa.
Travis me la lascia guidare, sentire il volante scorrere tra le dita mi mette subito tranquillità e ascoltare il rombo del motore fa svuotare internamente la mia testa da tutti i brutti pensieri.
Vengo subito rilassata dalle vibrazioni della macchina come fosse un massaggio.
Guidare rimane il mio anestetico preferito, non esiste niente in confronto, estasi per il mio cervello.
Quando premo sull'acceleratore e il mio piede sinistro non fa che alzarsi ed abbassarsi sulla frizione per permettermi di cambiare le marce tutto sembra essere al posto giusto.
Tutto sembra dannatamente in ordine.

Dovrei riprendere a correre adesso che siamo tornati qui e che saremo finalmente "al sicuro".
Magari mi farebbe bene anche per svuotare la mente. Lo metterò nella lista della cose da fare, è passato parecchio tempo dall'ultima volta in cui l'ho fatto, mi sembra così strano essermene allontana per così tanto.
Non sarò neanche più tanto allenata, devo rimediare assolutamente.

Trav è il mio navigatore per questa sera.
Dopo un interminabile ora di suoi "gira a destra", "gira a sinistra", "bambolina se non rallenti la passiamo la via", arriviamo finalmente alla grande Villa Heil.
Stare insieme a lui mi è mancato più di quanto mi aspettassi, quando la sua risata riempie l'abitacolo riempie anche il mio cuore.

Il cancello enorme color oro è aperto così da lasciare libero il passaggio verso l'abitazione: un sentiero alberato da entrambi i lati, fatto di sassolini bianchi che si estende per circa una quindicina di metri finendo proprio sotto al portone di entrata della grande dimora.
Mando giù il groppo che mi si è formato alla gola e fisso l'entrata della casa. Come al solito il mio viso tradisce la mia agitazione e Travis mi accarezza la gamba scoperta.
-Tranquilla bambolina, andrà tutto bene- sospiro rumorosamente appena finisce la frase;
-Lo spero-
Neanche il tempo di terminare la frase che si avvicina a noi un ragazzo in completo bianco che mi apre gentilmente la portiera e mi aiuta a scendere,deduco che sia il parcheggiatore. Ostentano ricchezza in ogni minima cosa, provo quasi ribrezzo verso di loro.

Sarebbe opportuno toglierlo il quasi...
D'accordissimo con te.

Stavo per dirgli che ho un brutto presentimento, ma lo terrò per me, iniziamo la farsa.
Sfodero il miglior sorriso della serata e sono pronta per entrare in scena.

«Signorina» mi porge la mano per uscire dall'auto ed io ovviamente non posso rifiutare «è splendida» continua con un sorriso a 32 denti.
«Grazie mille» e gli sorrido di risposta. Essere cordiale è il minimo.
Sento Travis schiarirsi la voce per poi con poco garbo aggiungere, verso il ragazzo «Beh si grazie, ora vorremmo entrare, se permette» mi prende per mano trascinandomi praticamente via da lì e tirandogli le chiavi della macchina, non mi ero neanche preoccupata a prenderle.
«Potresti anche essere più gentile sai?» gli dico camminando con più calma risistemandomi il vestito, mentre saliamo i tre gradoni che ci separano dall'entrata.
Lui sembra già sapere dove entrare e cosa fare, la cosa mi incuriosisce e infastidisce allo stesso tempo.
Mi stupisce sempre questo ragazzo, incredibile.
«Deve essere grato di avere ancora tutti i denti a posto per riuscire a sorriderti in quel modo» mi dice con il suo solito ghigno. Io alzo gli occhi al cielo e lo seguo fino al portone dove ci sono altri due ragazzi, questa volta in completo nero, ad attenderci.
«Voi siete i signori?» dice uno dei due controllando il foglio che ha davanti, suppongo sia la lista degli invitati.
«Barlow» scruta velocemente la lista ma il suo vicino lo precede
«Oh si sì, i signori Heil vi attendono, prego faccio strada, seguitemi pure» ci dice il secondo interrompendo la ricerca dell'altro toccandogli il braccio.
Io guardo Trav con fare interrogativo e lui mi indica il ragazzo con un cenno della testa, così mi convinco a seguirlo, con due falcate lui è già alle sue calcagna io poco più dietro. Cerco di velocizzare il passo e lo prendo per mano strattonandolo appena.
«Vedi di andare piano, ricordi che ho i tacchi?» gli dico sottovoce
«Purtroppo lo vedono tutti e sto già facendo fatica a tenere a freno i pugni» mi batto mentalmente in cinque per essere riuscita grandiosamente nel mio intento, resto comunque preoccupata delle sue reazioni. Non abbiamo bisogno di una sua svenata proprio sta sera.
Con la mano libera si slaccia un altro bottone della camicia, lasciandola aperta sul suo torace massiccio, anche lui è uno spettacolo per gli occhi.

Un ritorno inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora