Le bugie hanno le gambe corte

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Siamo arrivati ad un garage ed è pieno di auto, Trav spenge la macchina e scende, io lo seguo. In religioso silenzio.

Non so che altro fare, non so cosa abbia in mente; di certo andarmene a gironzolare non mi sembra una buona idea.

La mia testa è piena di domande a cui non riesco ancora a dare una risposta. I miei dubbi si moltiplicano ora che è sta diventando tutto più complicato. Come glielo dirò?

Ci viene incontro un ragazzo, non mi sembra di conoscerlo o almeno credo.
Man mano che si avvicina sono più sicura di non averlo mai visto prima, sono curiosa di sapere chi è.

Impicciona, come sempre.

Travis si ferma e io gli vado addosso perché mi stavo ancora guardando intorno, il mio istinto da curiosa non manca mai e poi tutte queste macchine mi attirano parecchio.

Si gira e mi osserva con sguardo interrogativo senza dire niente, io faccio spallucce e mi metto al suo fianco rimanendo sempre in silenzio.
Non voglio parlargli.

«Trav» inizia a parlare il ragazzo ancora a me sconosciuto «allora come è andata?» si salutano con una pacca sulla spalla. Bene anche lui sapeva e io no, non ci posso credere.
Non si sprecasse a presentarsi poi, sono forse invisibile e non me ne sono accorta?

«Sembra bene, tutto secondo il piano, spero che se la bevano»
"Spero che se la bevono" gli faccio il verso dentro la mia testolina.

Vi troveranno.
Grazie coscienza, non servivi anche tu a rimarcare questo fatto, lo so già di mio. Purtroppo.

«Gli Heil non sono così stupidi Trav»
Positivo il ragazzo insomma, grazie per la tua fiducia caro, penso tra me e me mentre alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia sotto la seno guardandolo scettica.

Signor ovvio.

«Almeno li terrà lontani per un po'»

«Non per molto»

«Quanto basta» dice Travis per poi sospirare, con un tono che non ammette repliche. Il suo solito tono saccente.

Credo abbia ancora qualcosa da nascondere.

Respira Madison
Non devo spaccargli la faccia, a nessuno dei due.

«Si può sapere perché lo vogliono morto?» dico sbuffando, già stanca di tutto questo.
Avrei solo voglia di sdraiarmi adesso.

«Non lo sappiamo» risponde il ragazzo.
Senza rispondere mi dirigo alla nostra macchina, mi sono accorta di non avere il telefono nuovo in tasca, mi sarà caduto sul sedile.

Non mi giro a guardarli, però li sento ancora parlare prima di essere arrivata all'auto. Apro la portiera e lo vedo intatto sul sedile, anche perché di romperlo appena preso non mi sembra il caso.

Mi accorgo che mi è arrivato un messaggio da un numero sconosciuto
"Le bugie hanno le gambe corte, piccola"
Quali bugie? Piccola? Stiamo scherzando?
Chi ha già il mio numero nuovo? Mi sembra tutto così surreale, santo cielo.
"Chi sei?" Rispondo confusa e curiosa
"Tempo al tempo"
Un altro messaggio mi arriva subito dopo
"Piccola."
Decido di non rispondere più, cancello i messaggi e lo metto in tasca, non dirò niente a Travis, lui mi ha tenuta fuori da tutto questo, un messaggio di qualche stupido non gli farà la differenza.

Si, sono arrabbiata e no, non mi interessa che lo ha fatto per proteggermi, poteva dirmelo comunque.

In tutto questo ho una fame tremenda.
Mi tocco istintivamente la pancia, perché adesso?Perché tutto questo?

Non ho ancora intenzione di dirglielo, so che dovrei farlo, ma non posso...
Forse semplicemente adesso non voglio.

«Dobbiamo andare» mi urla Travis da lontano, ancora insieme a quello.

Un ritorno inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora