Si va in scena

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POV MADISON

Il ritorno a casa mi sembra tutto, meno che facile.

Se avevo pensato che spegnere tutte le emozioni sarebbe stato più semplice dopo averlo fatto una prima volta, mi sbagliavo di grosso. Ora sento le emozioni a mille, il mio cuore batte all' impazzata e addirittura penso che potrebbe esplodermi ed uscire fuori dalla cassa toracica da un momento all'altro.

Sono quasi completamente sopraffatta dai miei sentimenti e questo non va affatto bene.
Questa storia di fingermi fredda e impassibile è un impresa alquanto ardua.
Io sono fuoco, non posso spengermi da un momento all'altro. È tutto così complicato.
Ansia, rabbia e tristezza, sono un turbine di emozioni pronto a scoppiare da un momento all'altro.

Siamo saliti su una jeep usciti dall'ospedale diretti al nostro vecchio appartamento, forse farei meglio a dire al suo vecchio appartamento, mio in realtà non è mai stato.

Una fitta profonda al cuore mi fa tornare alla mente tutti i bei ricordi che abbiamo condiviso lì, magari mi farà bene.

Trav è sempre lo stesso, per lui è facile essere impassibile, non ho idea di come faccia. Riuscire a leggere le emozioni sul suo viso è sempre molto difficile, io sento di essere un cazzo di libro aperto per qualsiasi persona mi stia davanti.
Lui imperscrutabile, come fosse una montagna da scalare e quando pensi di essere arrivata in cima in realtà sei solo a metà strada.
Penso che ci siano ancora tante cose che io non so di lui, forse anche il motivo di questa sua chiusura verso il mondo anche se qualche accenno con la storia della sua famiglia me l'ha data.
Tempo al tempo comunque, avremmo modo di parlare in questi giorni, almeno lo spero.

Adesso però devo fare del mio meglio, fingere deve essere per me l'unica cosa importante.
La mia mente deve essere celata dietro ad una maschera, completamente inaccessibile.

Guardo la strada per tutto il tragitto dall'ospedale senza dire una parola, i miei pensieri fanno talmente rumore che non ho neanche le forze per instaurare una conversazione.
Non mi sembra vero di tornare finalmente alla realtà, ho un grosso senso di stranezza addosso e non riesco proprio a liberarmene. Riesco a tranquillizzarmi solo quelle poche volte in cui Travis allontana la mano dal cambio e la posa sulla mia coscia con tutto l'amore e la delicatezza di cui ho bisogno.
Di tanto in tanto stringo la sua mano, a lui devo tutto.
Presto potremmo finalmente costruire il nostro futuro insieme. Lotterò solo per questo, fino alla fine.

Mentre continuo imperterrita a viaggiare nei miei pensieri non mi rendo neanche conto che siamo già arrivati.
Parcheggia nello spiazzo dell'appartamento e un'ondata di ricordi mi destabilizza appena metto i piedi sull'asfalto. Non pensavo potesse essere così faticoso.

Accarezzo impercettibilmente la mia pancia, quasi fosse un gesto ormai automatico e sentirla quasi del tutto piatta mi ributta subito nella fossa della verità.
Le lacrime minacciano di uscire ma con tutta me stessa tiro un sospiro e cerco di riprendermi. Devo riuscire a gestire tutto quello che sento.

Respira Madison, respira.
Incanala il dolore, passerà più velocemente.

Questo è quello che mi ripeto da quando mi hanno chiuso lì dentro e devo dire che funziona. Più o meno.

Travis fa il giro dell'auto mettendosi di fianco a me, penso abbia già capito che c'è qualcosa che non va.
Mi stringe la mano con quella libera mentre nell'altra tiene il mio "borsone".
«Come ti senti?«
Metto tu il sorriso più finto che potessi avere e gli rispondo convinta
«Benissimo, sono pronta per fare questa cosa e sono pronta a tornare a casa»
Stringe ancora di più la mia mano e mi fa l'occhiolino
«Stai imparando a fingere bene bambolina» stenta a nascondere un sorriso triste mentre mi lascia un bacio veloce sui capelli saperlo vicino a me, mi aiuta tantissimo.
«Ma con me non puoi farlo»

Un ritorno inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora