Tutti i nodi vengono al pettine

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POV MADISON

Finalmente dopo ore che sembrano secoli il sole sorge anche di fronte all'ospedale. I medici iniziano a girare già alle prime luci dell'alba. A farmi compagnia oltre ai miei pensieri sono solo i loro passi, che echeggiano tra le corsie.

Quando il caposala entra nella mia stanza, felice di trovarmi sveglia mi comunica che nel pomeriggio mi dimetteranno.
Mi sfila tutti i vari tubi collegati ai macchinari e mi dice anche che posso tranquillamente alzarmi e se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa basta che mi affacci alla porta e che chiami la signora nel gabbiotto.

Mi informa inoltre che un ragazzo ha dormito qui fuori, non riesco a chiedere alle mie orecchie. Di sicuro è Travis, non posso credere che sia rimasto veramente qui fuori a controllarmi, non mi ha lasciata sola nonostante io non volessi vederlo. Lo ringrazio educatamente e mi lascia di nuovo da sola.

Oggi potrei dire che sembra essere un bel giorno. Alla fine il sole riesce sempre anche dopo una bruttissima tempesta, quindi devo solo rassegnarmi e aspettare che il sole esca anche per me.

La notte insonne forse per una rara volta mi ha veramente portato consiglio, tutto questo non può essere e non deve essere un freno per me o per noi, le cose brutte possono succedere basta riuscire ad andare avanti.

Mi decido a mettermi seduta sul letto, sento subito la testa pesante e credo quasi di poter cadere.

È veramente un inferno rimettersi in piedi per la prima volta dopo un po' di tempo. Rimpiango di non aver accettato l'aiuto del dottore.
Sempre perché devi fare di testa tua.
Sei tornata in forma anche tu eh.
Ovvio, qui a farti ragionare

Reggendomi al letto mi tiro su e a piedi scalzi arrivo fino al bagno. Il pavimento è congelato a contatto con i miei piedi caldi eppure quella sensazione di bruciore sotto la pianta non mi dà alcun fastidio, anzi mi fa capire che forse sono ancora viva. Ancora posso riuscire a sentire qualcosa. Devo reagire ed essere forte, questa non è una fine ma solo un nuovo inizio.

Torno in camera e guardo fuori dalla finestra, quella della mia camera ha la vista su dei grandi appezzamenti di terra e in lontananza si vede anche il mare.
Sento aprire la porta dietro di me e la sento richiudere con delicatezza. Già dal suo respiro capisco che è lui.

Mando giù la saliva che sembra non voler scendere per nessun motivo ma non dico nulla. Aspetto che sia lui a dire qualcosa.
«Ho parlato con il dottore, mi ha detto che ti dimetteranno in giornata» si blocca, la voce gli trema dal nervoso, non mi giro ancora gli rispondo sempre guardando fuori.

«Si così sembra, per loro sto bene adesso» mi viene più vicino.

«Bambolina per...» mentre parla ha provato a toccarmi il braccio ma io lo scosto dal suo tocco velocemente.

«Puoi per favore dirmi cosa devo fare? Parlami, urlami in faccia, mandami via ma non farmi tutto questo, per favore»
Prendo un respiro profondo e cerco quali parole dire, non è per niente facile in questo momento capire cosa io voglia dirgli per non ferirlo.

«Trav io avevo promesso di non rientrare più in certi giri, di farla finita, io volevo uscirne definitamente, e poi sei arrivato tu e ...» sento le lacrime che iniziano a pizzicarmi gli occhi ma cerco di non farle scendere.
Sono sempre io, ancora sensibile e piena d'amore, per lui. Piena d'amore per noi. «Non ti sto dando colpe di nulla, però io non voglio più tutto questo, capisci? Sono quasi morta e tu neanche lo sai e ora ho perso anche il nostro bambino, cosa dovrà succedere ancora prima che io capisca che questo non è il modo giusto per vivere la vita eh?»
Ora mi giro e lo guardo, ha gli occhi gonfi e delle occhiaie visibilissime, non credo che neanche lui abbia dormito molto, se poi è veramente rimasto qui fuori non ha dormito affatto.

Un ritorno inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora