Pareggiare i conti

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POV MADISON

Dopo la festa al Poseidon ho chiesto a Derek di poterlo vedere, lui ovviamente ha acconsentito senza troppe domande, senza porsi il minimo dubbio.

È cambiato qualcosa in lui da dopo la nostra corsa e non so se definirla una fortuna o una sfortuna.

Convincere Travis che tutto quello che ho fatto è stato solo per attenermi al piano non è stato facile, ma c'è l'ho fatta. Lo amo con tutta me stessa e non lo vorrei perdere di certo per questo.

Noi non siamo mai stati l'anello debole, noi siamo sempre stati l'anello mancante. Siamo l'anello conduttore cioè quello che serve per non far crollare il giro. Ma una volta tolto, cosa rimarrà?

Scendo dalla macchina e mi dico ancora una volta che andrà tutto bene, tutto sta andando per il verso giusto.
Sei forte Madison
È il mio piano, andrà tutto come deve andare.

Sono pronta per fare tutto quello che è in mio potere per mettere fine a questa storia.

L'unico rumore a farmi compagnia è lo scricchiolio dei sassi sotto la suola dei miei anfibi.
Ho quasi paura che i miei pensieri possano essere ascoltati dai presenti per quanto forte stanno urlando nella mia testa. Invece attorno a me c'è silenzio.

«Saremo sempre dietro di te, qualsiasi cosa succeda noi ci siamo Madison»

«Grazie» rispondo senza prestargli troppa attenzione.
Adesso non ho né tempo né voglia di pensare ai convenevoli. Devo rimanere concentrata.

Li sento respirare, sento la loro presenza e la loro aura, mi sento stranamente tranquilla.

Andrà tutto bene mi ripeto ancora una volta mentre metto piede dentro Villa Heil. Lui non sa cosa sta per succedere.

Il silenzio mi opprime, non c'è nessuno, è completamente vuota. Una villa immensa senza personale.

Tutto procede secondo i piani.

Cammino alla ricerca dello studio fino a quando non noto un ragazzo. L'unico che sembrava mostrare resistenza ai nostri approcci, l'unico che sembrava essere un degno servitore, l'unico che non ha voluto darci ascolto fino ad ora.

Dannazione. Non doveva essere qui nemmeno lui.
Sfilo la pistola da dietro i miei pantaloni e la punto al centro della schiena del maggiordomo, gli faccio segno di rimanere in silenzio «Portami allo studio di Derek, subito» almeno si rivela utile a qualcosa. Odio l'immensità di questa fottuta Villa. Al diavolo Villa Heil e tutti i loro componenti.

Non sembra fare resistenza e finalmente torno a respirare.

Una volta arrivati a destinazione faccio un segno a Travis dietro di me, così si occuperà lui di questo tizio mentre io entrerò nello studio.

Non sarebbe dovuto esserci neanche quello, ma devo tranquillizzarmi e seguire il piano, lui non sa ancora niente.

Rimetto la pistola al suo posto e la copro con la giacca di pelle.

«Posso?» dico bussando su una delle due enormi porte di legno che mi separano dal suo studio.
È pesantissima, che megalomani santo cielo.

«Entra pure dolcezza, ti stavo aspettando» mi raggelo all'istante quando mi risponde da dentro e trattengo un conato che mi sale in automatico, se sapessi cosa ti aspetta non mi tratteresti così bene. Lo so. So bene di cosa sei capace.

Un ritorno inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora