Il Poseidon

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POV MADISON

Ho imparato a fingere quando ero bambina, quando ero costretta ad andare a quelle feste pieni di ricchi senz'anima.
Ho imparato a compiacere le persone da quando ho iniziato a parlare.

Mi hanno cresciuto per essere una finta ragazzina perfetta e sono diventata grande sapendo di poter diventare una donna nuova ogni qualvolta ne avrei avuto bisogno.
Ed ora sono pronta a diventare un'altra versione di me, la versione che serve per questa festa.
Devo essere una dea, non potrà essere così difficile dopotutto.

Decido di lasciare i capelli sciolti, lisci sulle spalle e mi concentro sul trucco. Faccio una lunga linea con l'eye liner nero ma non troppo spessa, decoro la palpebra con dei brillantini e per finire allungo le ciglia con il mascara. Mi guardo allo specchio felice del risultato. Con quel vestito ed il mio Make-up brillo. Forse anche un po' troppo.

Non ho idea di cosa dovrei aspettarmi da questa festa. Ne ho sentito parlare ma mai approfonditamente e forse già questo dovrebbe darmi delle risposte, ma non alle mie di domande.

Quando vedo Travis entrare in camera in un completo bianco rimango a bocca aperta, inizio vagamente a capire cosa si prova a vedere un Dio. Quando mi vede si illumina e poi il suo viso si rabbuia di nuovo, come se stesse litigando con due emozioni contrastanti e credo di sapere anche il perché, purtroppo.

«Stai benissimo» parlo ancora imbambolata a guardarlo. È veramente bellissimo e il bianco gli dona, non oso neanche immaginare come possa essere vestita Demetria. Mi sento quasi male al sol pensiero.

«Anche tu bambolina, vorrei essere io ad accompagnarti, sapere che non sarai con me...» lascia la frase in sospeso stringendo la mascella ed i pugni in contemporanea ficcandoli nelle tasche mentre il suo sguardo corre veloce sul mio corpo. Mi sento nuda ogni volta che lo fa e la cosa mi fa impazzire.

«Tu ci sei già stato vero?» domando come se non sapessi già la risposta. Ci provo comunque.

«Si e molto probabilmente non ti piacerà quello che vedrai li, non allontanarti da Damon e non scappare alla mia vista» annuisco e mi chiedo perché mai dovrei rimanere sconcertata, insomma cosa potrebbe mai esserci in un locale di tanto strano?

Essendo proprietà degli Heil in realtà potrei aspettarmi di tutto...

Sento bussare alla porta e ci giriamo entrambi
«Giuro che non vorrei mai disturbarvi...ma oh mio dio aveva ragione...» irrompe Sam nella stanza con gli occhi che le escono quasi dalle orbite ed un sorriso a trentadue denti mentre ci studia entrambi.

«Non ti azzardare ad aggiungere altro, pensalo e basta» ringhia Travis interrompendola. Il suo sorriso sembra anche allargarsi un po', forse è solo una mia impressione.

«Va bene capo, è arrivato Damon e stai veramente benissimo amica mia anche tu scorbutico» gli fa la solita linguaccia e si richiude di nuovo la porta alle spalle, lasciandoci soli.

«Quindi buona serata» gli dico avvicinandomi e lasciandogli un leggero bacio sulla guancia, sulla sua faccia imbronciata. Quando sto per girarmi e andarmene mi afferra per la vita e mi spinge contro il suo petto.
Le sue mani accarezzano delicatamente le mie curve accentuate dal vestito stretto.

«Non crederai di cavartela con quel bacetto che mi hai appena rifilato» improvvisamente i suoi occhi si riempiono di noi ed io ci annego, come ogni santa volta.
Deglutisco e non dico nulla mentre si approfitta delle mie labbra. Lasciamo le nostre lingue giocare insieme per ben poco tempo perché purtroppo è ora di andare.

Ci stacchiamo alla ricerca di aria, quanto a me sembro respirare solo quando le nostre bocche collidono. Respiro solo di lui.

Senza dire nulla ci dividiamo e mi muovo a scendere. La mia mente tenta di convincermi a non andare per la milionesima volta ma, volente o nolente, devo andare.

Un ritorno inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora