Dobbiamo parlare

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POV MADISON

Nella mia testa rimbombano ancora tutte le cose che ha appena detto Travis.
Le tempie mi stanno sicuramente per esplodere, ne sono quasi sicura. Devo solo riuscire a pensare lucidamente.

Non devo farmi sopraffare dalle emozioni.
Respira Madison, respira.

Con calma, a piedi scalzi, vado verso il bagno e mi sciacquo il viso. Mi guardo e quasi non mi riconosco.

Le occhiaie profonde solcano il mio viso bianco, sembro quasi il fantasma di me stessa. Devo rimettermi in sesto velocemente, non sono io quella che si arrende.

Mentre scruto a fondo i miei occhi spenti mi passa per la testa in un attimo l'idea del secolo, per una volta si sarebbe fatto quello che dico io. Ho un piano, un grande piano.
È la fine.

Sta volta nessuno ne sarebbe uscito illeso, questa guerra poteva avere solo un vincitore e di sicuro non sarebbero stati gli Heil. Avranno vinto anche qualche battaglia ma solo quelle gli sarebbero rimaste.

Prendo il telefono e compongo velocemente il numero di Travis, sicuramente avremmo avuto modo per chiarire in un secondo momento. Adesso ho bisogno per forza parlarne con lui. Lui e nessun altro.

Dopotutto è stato la mia spalla e lo è ancora, è pur sempre la mia vita.
Lo amo con tutta me stessa e niente potrà separarci, neanche sapere che mi conosceva già. Neanche sapere tutto questo potrà farmi cambiare idea sull'amore che provo per lui.

Avrà modo per riacquistare la mia fiducia e sono sicura che non mi deluderà. Io voglio dargli fiducia.Ho voglia di combattere per lui, per noi.
Non riesco ad essere arrabbiata con lui, insomma si sono scossa per tutto quello che mi ha raccontato però come potrei avercela con lui...
Per cosa poi? Perché mi ha salvata? Perché si è innamorato di me e non voleva dirmelo? Perché mi ha tenuto nascosto tutte queste cose?
Insomma se mi avesse detto tutto subito a quest'ora forse non saremmo arrivati a questo punto ma non ne potrei essere del tutto sicura...

Avrebbe potuto evitare di escludermi da tutta questa storia, avrebbe potuto fare tante altre cose ma forse anche io avrei potuto farmi più domande. Come lui è rimasto incantato da me la prima volta che mi ha vista, anche se quasi priva di sensi, io sono rimasta incantata da lui la prima volta che ci siamo scontrati. Non mi interessa se fosse destino o se sia stato lui a dargli una mano, l'unica cosa che mi interessa è che io sono sua, sono sempre stata sua, anche prima di conoscerlo.

Per me le cose nella vita succedono per un motivo ben preciso, quindi forse era questo che doveva succedere.

Avrei solo dovuto chiudere i conti con il mio passato prima di iniziare una nuova vita, forse quella sarebbe stata la cosa giusta da fare.
Non sarei dovuta scappare ma affrontare tutto quello che mi era successo. Purtroppo però non si può tornare indietro, quindi ora c'è bisogno che io riesca a guardare avanti, quel che è fatto è fatto.
E poi siamo sinceri come sarebbe cresciuto il nostro piccolo o piccola in questa faida ancora aperta, forse non era il nostro momento per diventare genitori, magari avevamo solo bisogno di altro tempo.

Questa volta però la mia decisione segnerà la mia rinascita, forse potrei dire la nostra. Anzi spero vivamente la nostra.

Sento lo squillo famigliare del telefono provenire da fuori alla porta e in un attimo vedo aprirla e si palesa davanti a me un Travis nervoso con il fiatone.

«Dobbiamo parlare» annuncio guardandolo dritto negli occhi.

«Pensavo non volessi più vedermi bambolina» tira un sospiro di sollievo e le labbra gli si incurvano in un sorriso lieve.

Un ritorno inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora