Capitolo 50 ~ L'obbligo della necessità ~

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POV T/N

Con il viso corrucato e oscurato gli diedi risposta nei modi più freddi possibili:
“ E allora, caro mio, fatti due fottutissime domande, sul come e perché, io non te lo abbia detto. “
Queste furono le mie ultime parole, esse riuscirono a zittire tutti e tre messi insieme e arrivare a casa mia in totale silenzio.

Le luci erano ancora spente quando finalmente rincasammo.
Descrivere il mio stato d'animo in quel momento mi sembrava una sfida più che ardua ma il tutto poteva essere riassunto in due semplici parole: esaurimento nervoso.

Tornando a noi, la casa era fin troppo vuota, silenziosa, e questo poteva significare solo che Hanako stava facendo ritardo più del suo solito per tornare a casa.
Potevo mai preoccuparmi di qualcuno che non lo faceva abbastanza nei miei confronti? A questo pare, la risposta era affermativa.
Per quanto potessi portare rimorso dentro di me, rimaneva pur sempre mio fratello e il fatto che non fosse ancora tornato mi metteva sotto pressione.
Cercai comunque di non dare a vedere il mio malessere e, senza degnarmi di dare la buonanotte a quei due, mi rinchiusi in camera mia sbattendo la porta.
- Sei uno stupido idiota -
Farfugliai mentre mettevo il pigiama;
mi coricai poi sul mio bel letto e mi strinsi nelle coperte,
chiusi gli occhi e mi concentrai sul mio respiro che man mano si andava a fare leggermente più rumoroso,
rilassai poi definitivamente anche i muscoli e ascoltai il silenzio di camera mia.

Un silenzio così rilassante quanto breve, perché esso venne subito sovrastato da delle urla, insulti, rabbia espressa verbalmente dall' essere umano insomma.
Non ebbi neanche il tempo di riposare due minuti che iniziò una troppo vivace conversazione nel mio soggiorno.
Hanako aveva appena fatto ritorno a casa.

" Ma che cazzo ti salta in testa coglione di merda?! " sentii per la prima volta in vita mia la voce fredda ma tranquilla di Levi sbraitare come un cane arrabbiato

Era infatti insolito sentirlo urlare, aveva sempre la sua aria composta durante le conversazioni da essere molto logorroico avvolte. Casi come questi erano del tutto rari ma ero consapevole che egli era sempre stato molto protettivo nei miei confronti, e se mio mio fratello era così stupido da farmi rimanere fuori fino a tarda notte di sicuro per lui sarà un buon motivo sbraitare.

" Hai la minima idea di quello che avrebbero potuto farle?! " urlava anche Mikasa ora, solo che manteneva la sua aria composta come sempre.

Di Mikasa invece non so molto, di lei non ho molta memoria, anzi se devo essere sincera, non mi ricordo nemmeno il giorno in cui conobbi entrambi per la prima volta.

La conversazione si prolungò per molto e il loro tono non si voleva abbassare, nemmeno se mi coprivo le orecchie con il cuscino riuscivo ad isolarmi del tutto da loro.
Quello che però mi stupiva era il silenzio di mio fratello, nemmeno per un secondo lo sentii ribattere contro quei due, nemmeno un mugugno fatto per sbaglio, preferiva starsene in silenzio a subire, forse consapevole della bravata commesssa.

- Basta... state zitti, non me ne frega niente che vi state preoccupando per me. Voglio solo dormire. State zitti cazzo -
Non ebbi nemmeno il tempo di lamentarmi che iniziò a regnare uno strano silenzio. Le voci avevano smesso di gridare.
Passarono non so quanti minuti in quello strano stato di trance, cosa stava succedendo?
Stranita aguzzai le orecchie nell' intento di sentire anche un solo minimo rumore, il tacere in queste situazioni non era mai buon segno, quando sentii qualcuno muovere la maniglia della mia porta e aprirla senza permesso.

" Ehi... sei ancora sveglia? " la voce si rivelò essere quella di mio fratello.
Al suo udire mi assicurai di immobilizzare tutto il corpo e di avere gli occhi serrati.
Lo sentii sospirare rumorosamente, dopo essere riuscita a fargli credere di essere già nel mondo dei sogni, per poi muoversi verso il mio letto e sedersi al mio fianco.
Potevo sentire benissimo i suoi occhi impressi su di me.
Non sapevo esattamente cosa fare, forse avrei dovuto parlagli apertamente sfruttando l'occasione ma... come avrete potuto indovinare non lo feci, non trovandone la forza.
Sentii inseguito del calore sulla guancia destre, la sua mano stava accarezzando il mio viso mentre gli sentii dire queste parole:
" Scusami... "
pronunciò in una specie di sussurro, la voce era bassa, molto e forse stava anche per piangere ma decisi comunque di non muovermi di un millimetro dalla mia posizione iniziale.
Con una parola aveva iniziato la conversazione solitaria e con essa finì, dopo che mi lasciò di nuovo sola nella mia stanza andandosene mentre a farmi compagnia tornava quello strano e irritabile silenzio.

~ 𝕤𝕖𝕚 𝕤𝕠𝕝𝕠 𝕦𝕟 𝕓𝕒𝕞𝕓𝕚𝕟𝕠 ~ Mikey x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora