POV TN
Erano due le ragioni per cui oggi sarebbe stato il mio ultimo giorno di vita. Forse tre.
La prima, quella meno rilevante, era il profondo appetito che tormentava il mio stomaco sotto il sole bollente di metà giugno.
Per comunicare il secondo motivo invece, avevo dato appuntamento ad Hanako, mio fratello maggiore, davanti a un bar. Doveva essere tra i primi a saperlo, ma non il capolista.
Quando fu lì, in ritardo come sempre, prendemmo da bere.
« Sai che ti ho aspettato per venti minuti con 22 gradi all'ombra? »
« Sai che io sono una persona impegnata, e non faccio un cazzo tutto il giorno come certe persone? » disse parlando di me mentre beveva il suo drink.
La vecchiaia non faceva per lui, sempre arrabbiato o agitato. Sempre da tutt'altra parte.
« E quali sarebbero questi grandi impegni? » dissi sgranocchiando arachidi salate
« Avere sotto controllo tutta Giappone non è niente in confronto ad avere due figli di 5 e 6 anni. » La sua voce racchió dopo aver deglutito tutto il restante drink nel bicchiere in un colpo.
« Manco fossi la mafia » aggiunse dopo essersi ripreso sotto le mie risate. Vecchio o no, restava sempre imbranato.
« Cosa dovevi dirmi di tanto importante che non potevi aspettare che finissi il turno di lavoro? » chiese dopo che entrambi finimmo di mangiare.
Fu il nodo alla gola che si andò a formare con quella domanda ad impedirmi di dare informazioni utili, limitandomi così a chiedergli di seguirmi. Dove lo avrei condotto, avrebbe capito da sé, senza il mio aiuto. Almeno lo spero.
« Devo tornare a casa, T/N dove cazzo stiamo andando » - « Si può sapere dove mi stai portando? Il mio compleanno è tra un mese » varie proteste sentii per il tragitto
« Non è per il tuo compleanno. Siamo arrivati non serve che continui a cagare il cazzo » ricevette in risposta.
Alle mie parole alzò lo sguardo, rimase interdetto per cinque secondi e poi tornò a guardami.
Dieci minuti di camminata sotto il sole per arrivare a un negozio per neonati e bambini.
Gli presi la mano e lo feci entrare in silenzio, soprattutto perché lì c'era l'aria condizionata.
A passo svelto, poi, lo trascinai verso il reparto tutine e frugai tra gli scaffali, ne trovai una viola pastello e gliela mostrai tenendola in entrambe le mani davanti ai suoi occhi
« Che ne pensi? » chiesi e dopo due minuti di silenzio ricevetti risposta:
« Penso che la taglia sia troppo piccola per Cho. Ti ricordo che ha cinque anni non un mese » disse, e mentre parlò il suo sguardo aveva assunto qualcosa di diverso, come se avesse capito quello che doveva capire propio in quel momento.
« Non è per Cho »
Confermai tutti i suoi dubbi, e a quel punto sgranò gli occhi.
« T/N... Dillo chiaramente perché tra poco mi sale la pressione. Cosa devi dirmi esattamente? »
Presi un bel respiro, posai la tutina sul ripiano sbagliato, e tornai a guardalo.
« Sono incinta, di Mikey ovviamente » dissi e la terra sembrò crollare sotto i miei piedi; chiusi gli occhi sperando per un secondo di non riaprirli mai più.
Ecco il secondo motivo per cui sarei forse morta dopo un collasso.
Ma questo non avvenne mai, purtroppo o per fortuna, perché le braccia che conoscevo molto bene mi avvolsero di un calore con effetto calmante. L'unico calore che approvavo in estate.
« Lo vuoi? » chiese non lasciando la stretta, e appoggiando il mento sulla mia testa.
« Penso di sì. Non so ancora se sia maschio o femmina » dissi non sapendo che dire, non mi aspettavo quella domanda. Anzi, in realtà non sapevo realmente cosa aspettarmi da lui.
« Va bene, allora posso sclerare per il momento. »
Disse poi mi sollevò da terra e iniziò a stritolarmi. E iniziò a urlare come il bambino che è sempre stato, dimenticandosi che si trovava in un luogo pubblico e del mal di schiena.
Quando si fu calmato, solo grazie all' intervento di un vecchio e antipatico commesso che si lamentò del baccano, si bloccò di nuovo
« Lui lo sa? » chiese
« Ovviamente »
----- Una settimana prima ----
Poggiai le chiavi di casa sul piattino in ceramica sul comodino dell' ingresso, non avevo idea di che ore fossero l'unica certezza era che fosse realmente tardi. Tolsi le scarpe doloranti che portavo lasciandole cadere casualmente sul pavimento, e mi stiracchiai, sperando che avrebbe agevolato il mal di schiena che provavo da giorni.
Corsi in bagno, desiderando una bella doccia calda. Finito il bagno andai in cucina per sgranocchiare qualcosa.
Mangiavo noccioline imbustate appoggiata al tavolo, guardavo l'orologio da parete che segnava le quattro del mattino, poi portai la mia attenzione alla finestra sopra il lavello - ignorando i numerosi piatti da lavare -.
Mangiai noccioline fino alle cinque, poi frugai nel frigo con una voglia matta di fragole e tre kili di zucchero, non trovandole mi avviai delusa verso il divano del soggiorno.
Non potei mettermi comoda che lo spuntino di mezzanotte mi tornò alla gola, spingendomi a correre una seconda volta verso il bagno, solo che adesso dovevo vomitare.
Ormai andavo avanti così da un mese, credetemi, so cosa mi aspetta ma la paura e il terrore di ammetterlo mi perseguitava. Oltre alle mille domande. Ormai non potevo fare altro che lasciarmi alla ovvietà.
Ciò che cercavo di tenere nascosto alla mia mente, però, andava ben oltre.
- Sono pronta per questo? No.
Lo voglio? Dipende. -
E ogni volta ero punto a capo.
Un sospiro profondo, feci dopo essermi lavata i denti.
Mi guardai allo specchio, reggendomi al lavandino con entrambe le mani, e il riflesso ritraeva solo una ragazza diventata donna troppo in fretta. Secondo lei.
Lavai il viso e lavai la mente, che venne distratta dal bussare alla porta.
Sapevo chi era, sapevo cosa mi aspettava. Probabilmente l'unico problema era doverlo annunciare, forse, superato questo momento, sarei stata felice di portare avanti la gravidanza.
« Sei già a casa. » notò il biondino che accolsi alla porta. I capelli troppo cresciti che si ostinava a tenere raccolti in quel buffo codino che portava da ragazzo erano tutti arrufati.
- Ho già un bambino in questa casa, non ne ho bisogno di due -
« Ti ci vuole una bella doccia » dissi sistemandogli quei due capelli che aveva davanti gli occhi.
« La fai con me? » chiese con un sorrisino mentre portava le sue braccia intorno alla mia vita
« Già l'ho fatta, mi dispiace tantissimo » dissi ironica mentre lasciavo la presa per prima
« Mi farai compagnia allora » disse, poi mi spintonò fin sul divano, cadendomi addosso di proposito.
Mi diede un bacio sul collo e continuò finché non fui costretta a cacciarlo, altrimenti la doccia non l'avrebbe mai vista fino a domani pomeriggio.
Mi disse che avrei dovuto attenderlo lì, se desideravo intrattenermi avrei potuto accendere la Tv - cosa che feci -
ma non mi sarei dovuta azzardare ad alzarmi da lì.
Guardai Magica Doremì per buoni quaranta minuti, poi arrivò il ragazzo avvolto solo di accappatoio e un asciugamano per i capelli.
« Me li asciughi tu? » chiese porgendomi il phon e sedendosi sul divano al mio fianco. Senza risposta liberai i capelli bagnati e iniziai a tamponarli con l'asciugamano.
- Ora o mai più -
« Devo dirti una cosa » gli sussurrai nell'orecchio, spento il phon.
Ebbi la sua attenzione, e i suoi occhi sui miei. Gli girai il volto dall' altra parte con delicatezza, il peso del suo sguardo sarebbe stata solo un'ansia in più e lasciai che quei capelli quasi asciutti lo coprissero.
Quello che gli sussurrai al seguito, lentamente, scandendo parola per parola, provocò il freno del mondo in torno a noi.
« Sei di-ven-ta-to pa-pà. ».
Un verso dolce come il miele, che conteneva una condanna a vita; venne accompagnata da un test di gravidanza positivo fatto non troppo tempo fa, che porsi nelle sue mani.
A quel punto, tutto era imprevedibile.
Il suo viso assunse un misto di terrore puro e tristezza, che divennero un profondo paletto nel mio cuore.
Poi, però, ad ingannarlo fu la curva di un sorriso sulle labbra che si andò a formare mentre i suo occhi lucidi iniziavano a sfogarsi.
Tutte le mie preoccupazioni volarono via in questo modo, con succhiotti sul collo e rassicurazioni sparate a raffica di cui avevo estremamente bisogno.
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« Levi lo sa? »
Ecco, signori e signore, il terzo motivo, e il più pericoloso.
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~ 𝕤𝕖𝕚 𝕤𝕠𝕝𝕠 𝕦𝕟 𝕓𝕒𝕞𝕓𝕚𝕟𝕠 ~ Mikey x Reader
Фанфикшн⚠️ [ AVVISO: IN QUESTA STORIA POTREBBERO ESSERCI SCENE LEMON 🍋 E L'USO DI UN LINGUAGGIO INAPPROPRIATO ] ⚠️ { La storia è stata segnata come CONCLUSA, ma non ho intenzione di rivisionarla perché questo è un mio percorso di formazione e, inoltre, seg...
