Trevor's Pov
La mattinata era cominciata bene, ero contentissimo per il solo fatto che oggi avremmo messo alle strette quell'uomo, finalmente. Però si sa, non sempre la felicità è duratura, e infatti il mio umore appena ho messo piede in ufficio è cambiato.
Isabel non mi ha dato nemmeno il tempo di togliermi il cappotto che subito mi ha sbattuto in faccia l'articolo del Manhattan Magazine, come se fosse la nostra rovina. No cazzo, il problema principale non è nostro, quella che dovrebbe essere infastidita con quell'articolo è solo Scarlett, non doveva pubblicare nulla quel fotografo, è solo un venduto, ne sono sicuro.
Mentre Isabel è ancora intenta a dirmi "quanto è stato stupido questo piano", dando oltretutto la colpa a Scarlett, visto che è stata una sua idea, io penso solo al fatto che vorrei andare a prendere quel venduto fin dove si trova e fargliela pagare, e lo farò, ma a breve quell'altro stronzo si presenterà qui e quindi devo rimandare. Vorrei chiamare Scarlett, ma avendole dato la giornata libera potrebbe ancora dormire, spero tanto non se la prenda con me.
Ovviamente quando il marito di Tessa si è presentato nel mio studio sapeva già quello che avevo da dirgli, le notizie di quel giornale corrono veloci, sicuramente non è contento, e su questo sono d'accordo.
Avevo detto al pezzo di merda del fotografo che mi avrebbe dovuto mandare il materiale e io lo avrei mostrato al maiale fingendo che qualcuno aveva scattato quelle foto e le aveva mandate a sua moglie, ma ovviamente tutto è andato storto.
Non è nemmeno uno stupido, non totalmente, visto che ha capito che è stata opera nostra questo piano di incastrarlo. Leggendo il cognome di Scarlett, e sapendo qual era il suo lavoro a Londra, l'ha collegata a me. Certo, possiamo negare perché non c'è un contratto e comunque non ci può accusare, ma comunque ripeto, non doveva andare così!
«Non avete un contratto di lavoro, ma io posso lo stesso difendermi dicendo che lo avete organizzato voi, farvi passare i guai mi divertirebbe» giuro non so con quale calma sto ancora qui a parlare con quest'uomo, il suo avvocato lo ha istruito per bene.
Quando qualcuno bussa alla porta del mio studio mi incavolo ancora di più, sanno che non devono disturbarmi in questi momenti, Isabel più calma di me risponde al posto mio e a entrare è Lena.
«Cosa c'è Lena?» Le chiede Isabel mentre lei guarda me.
«C'è una persona per lei, è urgente» la sua voce tremante mi fa capire che ci ha messo davvero tanta buona volontà per bussare a quella porta e per disturbarmi, ma so che se non fosse vero non lo avrebbe mai fatto, così anche felice di uscire un po' da questo inferno mi alzo sotto gli occhi increduli di Isabel ed esco.Lena mi fa cenno di entrare in uno studio e lì vedo Scarlett a parlare con un ragazzo, il nuovo assistente di Isabel.
«Scarlett» si volta verso di me e vedo dal suo sguardo che è arrabbiata, non dovrebbe nemmeno essere qui.
«Tu, esci» dico al ragazzo e lui fa come dico senza battere ciglio e chiudendo la porta alle sue spalle, siamo completamente soli ma i fottuti vetri mi fanno sentire osservato anche se so che nessuno si permetterebbe, lo licenzierei all'istante.
«Trevor, ti prego spiegami» è in piedi difronte a me con addosso una tuta e scarpe basse che la rendono ancora più sexy di quando è con gonne e tacchi, ed io non perdo tempo a dargli quello che giustamente vuole: spiegazioni.
«Il fotografo che ho portato con me ieri, come ti avevo detto, mi ha intervistato qualche volta e ha contatti con quel giornale, ma ieri gli ho detto di non vendere quella storia, doveva mandarmi le foto oscurandoti e lo avrei pagato per quello. Ma quando sei entrata nel pub ieri ti ha riconosciuta, questo per lui probabilmente valeva molto di più, ma io non ne sapevo niente» lei annuisce e si guarda le mani come se lì troverà le risposte a tutto.«Se avessi avuto anche il minimo sentore che quel fotografo avrebbe voluto vendere la storia ti giuro che gli avrei dato tutti i soldi che voleva» continua a non guardarmi e questo mi fa male più di tutto, soprattutto dopo la nostra vicinanza di ieri.
«Sono stato un coglione a portare con me proprio lui lo so, ma volevo solo che fosse tutto perfetto» non so più cosa dirle, il suo non guardarmi mi manda fuori di testa, lei non è nemmeno mai così taciturna.
«Ti prego credimi Scarlett!» Lei alza di scatto la testa e finalmente vedo nei suoi occhi verdi qualcosa che non riesco a decifrare e poi finalmente mi parla.
«Ci credo solo perché sei tu» le sue parole escono con così tanta sincerità che un sospiro di sollievo mi esce incontrollato.
«Gliela farò pagare te lo giuro, ma il maiale ora è di là e mi sta dando filo da torcere, ha capito tutto, ma gli ho detto che non lavori con me, vuole comunque sputtanarci»
«Ah sì? Beh io non credo proprio, andiamo» mi passa accanto e quando nota che sono ancora fermo mi tira da un braccio trascinandomi con se, verso il mio studio.
Ecco, ora riconosco Scarlett.
Apre la porta senza timore e si siede al mio posto, accanto a Isabel che sgrana gli occhi e guarda me, ma io scrollo le spalle perché non so davvero quali sono le sue intenzioni.
«Ma che piacere rivederti, Scarlett Moore» lui scandisce il suo cognome e fa un sorriso malizioso mentre la squadra per bene, ma davvero sta facendo quello che penso?
«Purtroppo per me non è un piacere, Signor Maiale» ribatte lei e non volendo mi sfugge una risata e lui mi guarda in tralice, è incredibile che lo ha chiamato così anche di persona.«Guarda, se tu non fossi così dannatamente scopabile mi arrabbierei, sai devi reputarti fortunata se ho perso la testa proprio con te» vorrei zittirlo ma Scarlett lo fa prima di me.
«Credimi, non vorrei esserlo solo per non essere più adocchiata da un uomo come te» le sue parole lo feriscono tant'è che la sua mascella si irrigidisce e torna a sedersi con la schiena dritta.
«Come ho detto a lui» continua con un tono rabbioso mentre fa cenno verso di me senza guardarmi «vi rovino»
«Come? Illuminami» Scarlett si mette con i gomiti sulla scrivania e si tiene il volto con le mani come per sembrare interessata, è evidente che lo sta prendendo in giro.Lui che non se ne rende minimamente conto, le ripete le stesse cose che ha detto a noi, e lei ascolta con attenzione mentre io osservo tutto come se non si stesse parlando anche di me, anzi, soprattutto di me e del mio studio, visto che potrebbe benissimo denunciarci, certo non ha prove, ma comunque sarebbe cattiva pubblicità.
«Ora ti dico invece quello che farai, firmerai il contratto di divorzio senza fiatare, darai a tua moglie tutto quello che le spetta e ti toglierai dai coglioni» è tutto quello che a da dire Scarlett appena lui finisce il suo monologo.
«Mai» sbotta «non farò nessuna di queste cose perché mi crederanno se dico che sei stata tu a provocarmi, credono sempre agli uomini» il volto di Scarlett si indurisce, perde il suo sorriso ironico e a lui torna il sorriso, ha fatto centro con queste sue parole, non ci sono dubbi.
«Sai è vero...» Scarlett si mette dritta sulla sedia come a volerlo imitare e poi continua «solitamente credono sempre agli uomini, ne so qualcosa» l'acidità mista a disprezzo nella sua voce si nota, ma cosa ne sa lei? Perché dice così? «Ma purtroppo per te nel mio lavoro non faccio l'incosciente come nella mia vita privata» con nonchalance prende il suo telefono dalla borsa e dopo aver cercato qualcosa lo poggia sulla scrivania, q quello che succede dopo è assurdo, ha registrato tutto!
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Spazio Autrice 🌼Scarlett nonostante abbia problemi con la fiducia, si fida di Trevor, evidentemente la loro amicizia passata è stata forte in passato.
Lui poi è determinato a farsi credere, ci tiene molto, vero?
Isabel invece non perde tempo per colpire Scarlett, come se fosse colpa sua.
Commentate per farmi sapere cosa ne pensate e se volete lasciate una ⭐
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𝑪𝒉𝒊𝒍𝒍𝒔
ChickLitScarlett è una giovane segretaria che di punto in bianco abbandona la sua città per lasciarsi i problemi alle spalle, o almeno così crede. A Manhattan, oltre suo fratello, rincontrerà un vecchio amico. L'ormai non più ragazzino Trevor, che altro no...