31🌼 Colpa Mia

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Trevor's pov

Per me, le relazioni con una donna, si limitavano ad essere solo piacere. Non ero mai riuscito a trovare quello che tutti continuavano a chiamare "amore". Nemmeno quando ero in relazioni più stabili. Magari al momento credevo di esserci vicino, ma quando mi rendevo conto che non era ancora come magari speravo, che non era scattato nulla, lasciavo e andavo avanti senza illudere, anche se poi me ne davano comunque una colpa.

Come se fosse colpa mia se non riuscivo ad amarle come avrebbe sicuramente meritato.

Ho sempre sperato di svegliarmi con la voglia di guardare la donna affianco a me nel letto e avere voglia di rifare "l'amore", ma al mattino provavo solo un terribile fastidio se provavano anche solo ad avere qualche tipo di intimità. Odio essere coccolato, odio le carezze, odio ogni tipo di gesto affettuoso.

Odio riceverle, ma anche farle.

Quante donne hanno pensato, e sperato, che loro mi avrebbero "cambiato e fatto innamorare perdutamente", gliel'ho lasciato fare perché comunque non ho problemi, sono un uomo che ha voglia di crearsi qualcosa di bello, come una famiglia tutta sua. Ma nessuna ci è riuscita, alcune ci hanno provato più volte, ma quando hanno capito che con me nulla sarebbe cambiato, si sono arrese.

Questa è la storia della mia vita sentimentale.
O lascio, o vengo lasciato, per colpa mia.
Praticamente il colpevole sono sempre io.

Isabel invece gioca bene le sue carte, sa benissimo cosa non deve fare per irritarmi, e non lo fa. Peccato che nonostante questo, io a lei, come possibile donna della mia vita, non c'è la vedo. In realtà non mi è mai passato nemmeno il pensiero di qualcosa di più. Si insomma, io e lei abbiamo in comune la nostra passione, che è il lavoro, ma è terribilmente lontana da tutto ciò che mi piace e che vorrei. Siamo due persone opposte.

Per questo mi pento della cazzata che ho fatto ieri sera di portarla a casa mia per poi scoparla sul divano. Come se il letto fosse stato troppo intimo sapendo che lei prova qualcosa per me. Era troppo tardi per tirarmi indietro, nemmeno l'ho spogliata. Le ho alzato il vestito sfilandole le mutandine nere e senza preliminari sono entrato dentro di lei. Non volevo dargli speranze, volevo che capisse che il mio fosse solo un bisogno fisico, solo mio. Non mi sono preoccupato nemmeno del suo, di bisogno, non so se abbia finto di avere un orgasmo, e nemmeno mi interessa.

La parte peggiore è stata quando ad ogni spinta che davo, invece degli occhi di Isabel, immaginavo quelli di Scarlett. Odiavo il fatto di pensarla e allo stesso tempo spingevo più veloce verso Isabel. Era una tortura sapere che non era davvero lei, quindi volevo mettere fine a quel momento il prima possibile.

Isabel credo abbia gradito, almeno dalla sua espressione finale mi pare sia stato cosi, il mio essere così "focoso" è stato di suo gradimento. Se sapesse che l'oggetto dei miei desideri non era lei, non credo avrebbe apprezzato. Chi lo avrebbe fatto? Nessuno.

Ieri sera è andata via subito dopo, ho chiamato un taxi per riportarla a casa, nemmeno mi sono preoccupato di farlo io personalmente, e lei nemmeno ne ha fatto un dramma, sa appunto, come giocare le sue carte.

Per fortuna oggi non l'avrei vista, quindi potevo rimandare i problemi a domani.

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«Mamma sono pieno, non mi entra più niente. Anzi, a breve devo allargare anche la cintura di due posti» la sento ridere, e la sua risata per me è dolce musica. Ogni domenica, il pranzo con mia mamma è d'obbligo. Da quando sono andato a vivere da solo è diventata un'abitudine. Sono sempre molto impegnato durante la settimana, perciò non mi riesco a dedicare a lei. Qualche chiamata o nota vocale su whatsapp c'è la scambiamo, ma non è la stessa cosa di poter stare del tempo insieme personalmente.

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