Apro gli occhi consapevole di non essere nella mia stanza sia perché il sole non mi stava dando alcun fastidio grazie alle tende, sia perché era impossibile per me non ricordare dove fossi.
Credevo mi stesse per mandare a casa ieri Trevor, poi appena ha realizzato quello che mi aveva detto l'ho riconosciuto, il suo sguardo è cambiato, non lo avrebbe mai fatto.
Questa notte l'ho visto leggermente impanicato, ho temuto stesse per avere un attacco di panico dopo le mie parole, o almeno ci è andato vicino. Era diventato improvvisamente pallido in viso e il sudore sulla sua fronte mi ha fatta preoccupare, per questo non ho detto più nulla, non era in grado di darmi delle risposte nemmeno lui, o forse la mia era esattamente quella giusta. Lo capisco se non riesce ad ammetterlo, ma qualcosa mi dice che non è il tipico uomo poco sincero, anzi, proprio per questo non capisco perché omettere la verità sul perché mi abbia evitato in questi giorni, soprattutto se reagisce così. Ho deciso che io la mia parte l'ho fatta e non riaprirò mai più il discorso di mia volontà.
Mi giro nel letto dall'altro lato e lo vedo rivolto nella mia posizione, sembra un angioletto con quelle ciglia scure lunghe, quelle labbra all'apparenza delicate e morbide ma che se ti catturano ti fanno male da morire, un male piacevole che vorresti non finisse mai. Senza pensarci avvicino la mia mano sul suo viso e gli accarezzo la guancia leggermente ruvida per via della barba. È così bello quest'uomo che mi lascia senza parole, d'altronde lo è sempre stato anche da ragazzino vestito da teppistello con tutti quei pantaloni strappati. Il mio pollice va a posizionarsi sulle sue labbra quasi inconsciamente, mi sento una ladra che ruba carezze mentre dorme.
Mentre ripasso il mio pollice sulle sue labbra sento accarezzarmi la gamba dalla sua mano calda e sussulto, ma non mi sposto e continuo le mie mentre lui ha gli occhi ancora chiusi.
Li apre solo quando fermo i miei movimenti, nell'esatto momento in cui lui fa salire la sua mano sotto la mia vestaglia fino ad arrivare al mio sedere, dove si ferma e apre gli occhi trovandomi li ad aspettarlo. Restiamo in silenzio, lui gioca con l'orlo delle mie mutande mentre io gioco con i suoi occhi cercando di capirci qualcosa in più.
«Vado a casa e mi preparo» sussurro piano quando per l'ennesima volta, sconfitta, mi sento di non capirci nulla, così lui lascia la presa facendo scivolare via la mano in modo delicato e piuttosto a rallentatore.
«Ci vediamo tra un po'» alla sua voce assonnata annuisco ed esco dal letto «su quella poltroncina c'è la mia giacca, indossala per uscire» mi volto e noto una giacca della tuta grigia, così l'afferro e la indosso. È cosi grande che è più lunga del mio pigiama, sembra avere lui su di me per quanto profumo c'è.Esco in fretta per allontanarmi da questa stanza e soprattutto dalla situazione che si era creata, o meglio, che io ho creato. Non voglio che lui si penta ancora di essere stato con me.
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I giorni successivi passarono molto velocemente, avevamo tutti un gran da fare e con Trevor avevo partecipato a diverse cause in tribunale, eravamo sfiniti tanto da esserci ripromessi di non prendere altri clienti per il momento. Persino Isabel ha avuto tanto lavoro, così tanto che quel povero di Austin a momenti si licenziava per non sopportare più la sua ira, che inevitabilmente scaricava su di lui. Anche Trevor spesso si è rivolto in modo arrogante nei miei confronti, sono stata lì lì per sbroccare, perché non amo chi riversa i suoi problemi o pensieri sugli altri, ma d'altra parte ho evitato discussioni perché mi sono messa nei suoi panni, lo capivo benissimo. Si è ritrovato così tanti clienti da non riuscire a fare tutto nei tempi che lui si impostava, tipico di chi troppo vuole nulla stringe. Ma ha una capacità straordinaria lui, più è in difficoltà più si impegna a far si che tutto quello che voleva si concluda nel modo esatto in cui sperava. Ci rivedo un po' mio padre in lui, nella sua dedizione per il lavoro e nella precisione di avere tutto sotto controllo. Questo modus operandi lo ha reso Brian Moore, tanto sacrificio è valso a qualcosa. Spero solo che Trevor non diventi un uomo gelido come lui solo per conquistare sempre più stima e fama.
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𝑪𝒉𝒊𝒍𝒍𝒔
ChickLitScarlett è una giovane segretaria che di punto in bianco abbandona la sua città per lasciarsi i problemi alle spalle, o almeno così crede. A Manhattan, oltre suo fratello, rincontrerà un vecchio amico. L'ormai non più ragazzino Trevor, che altro no...