𝑪𝒉𝒊𝒍𝒍𝒔

35🌼 Vuoi farmi morire?

Ero sicurissima che sarebbe successo, per questo lo avevo fatto presente a Trevor, che però, proprio come mi aveva preannunciato, non se n'è importava proprio nulla, quindi a me decisamente ancora meno. Arrivare in ufficio insieme ha scatenato qualche chiacchiericcio e ha dato via ad alcune occhiate di troppo sulla mia persona. Per fortuna sono rimasti in pochi a credere che io abbia bisogno di sfruttare l'immagine e l'amicizia di Trevor per fare questo lavoro, ovviamente i pochi restanti non ci sono arrivati ancora alla conclusione che grazie al mio curriculum posso anche aprirmi uno studio tutto mio.

Ma sono abituata ai giudizi della gente, me li faccio scivolare addosso solo perché so che si ricrederanno su di me, si insomma, almeno ci spero.

«Pink lady» guardo Austin davanti la porta del mio studio con un caffè in mano e un sorriso che man mano diminuisce quando Trevor porta gli occhiali sulla testa e lo guarda un po' stranito, probabilmente per il soprannome datomi «Buongiorno signor Miller» il mio amico ritorna subito rigido, come se stesse facendo un saluto militare, manca solo la mano in fronte e sarebbe identico.
«Ciao Austin» Trevor lo saluta e poi prende a guardare il suo cellulare che suona, e dopo un "scusate devo rispondere" si dirige verso il suo studio richiudendosi la porta alle spalle.

«È nervosetto oggi il capo? Mi ha fatto uno sguardo strano» Austin mi porge il caffè - che ha continuato a comprarmi nonostante gli avessi detto che non ha niente di speciale - e lo invito ad entrare nel mio studio.
«In realtà no, era di buon umore fino a poco fa» sorrido ripensando a quando nemmeno mezz'ora fa si è spaventato trovandomi seduta tutta pronta sulla sua altalena ad aspettarlo, si era completamente dimenticato della mia presenza.

«Ti sei già trasferita da lui?» Resto con il bicchiere del caffè a mezz'aria e prima di chiederglielo mi domando mentalmente se sono stata io a confidarglielo, ma no, non l'ho fatto. Con un messaggio veloce l'ho detto solo a Carol, quindi impossibile.
«E tu come lo sai?» Assottiglio gli occhi nella sua direzione mentre lui per un attimo mi sembra spaesato, come se non sapesse che dire. Poi però, come colto da un'illuminazione, fa un nome «Logan, me lo ha detto lui» scrolla le spalle come se fosse ovvio, ma in realtà per me non lo è. Per quanto Austin sia diventato una persona importante, non sapevo se dirglielo, ma mio fratello ha deciso per me.

«Da quando tu e mio fratello vi scambiate queste confidenze?» Non vuole essere una ramanzina la mia, ma solo pura curiosità.
«Da quando abbiamo una persona in comune a cui vogliamo bene, e cioè tu» sorrido davanti alle sue parole e lascio perdere tutto ciò che poco fa mi era passato per la mente, lui fa parte di quei colleghi intelligenti e che credono in me e nel lavoro che faccio, non userà questa informazione in altri modi.

Austin mi lascia subito dopo, quando Isabel, dopo averlo visto nel mio studio, lo ha chiamato senza nessun motivo per farlo ritornare nel suo studio.

La solita Isabel.

**
Sono le otto di sera quando mi accorgo che i miei colleghi iniziano a fare trambusto per andare via. Oggi abbiamo avuto tanti nuovi clienti, è stata una giornata impegnativa per tutti. Perfino Lena che è sempre allegra, prima che è venuta a vedere se fosse tutto ok aveva gli occhi stanchi e leggermente arrossati.

Prendo la mia borsa e busso alla porta di Trevor, dopo un paio di volte in cui non ho ottenuto nessuna risposta, stranita dal fatto che sia potuto andare via senza avermi avvisata, apro la porta ed entro. Ed eccolo lì, seduto sulla sua poltrona con gli occhi fissi sul computer, la camicia azzurra leggermente sbottonata e i capelli, come poche volte, leggermente scompigliati.

È così preso che non si accorge della mia presenza, così chiudo la porta e il rumore della serratura lo fa voltare di scatto.

«Vuoi farmi per caso morire di infarto?» Poggia con fare quasi teatrale la mano sul cuore e piano si abbandona allo schienale portando indietro la testa. Mi avvicino a lui intenerita dalla sua reazione e quando mi sente posizionarmi dentro di lui si raddrizza, come se fosse in allerta.

Effettivamente è da ieri sera che sto mettendo in serio pericolo la sua sanità mentale. Quando l'ho visto praticamente sbiancare appena arrivato a casa mi sono allarmata, pensavo fosse accaduto qualcosa di grave. Ironia della sorte? Mi credeva fatta in mille pezzi da Morris, e come dargli torto.

Quando lo vedevo avvicinarsi, non avendo via di fuga, se non magari salire sull'altalena, ho scelto di fare quello che spesso dicono, non dimostrare di avere paura. Non è molto facile farlo quando potresti essere sbranata da un momento all'altro, e non so se sia stato quello a far sì che io sia viva e vegeta ora, o semplicemente il fatto che il cagnolone di Trev ha capito che non ero una vera minaccia.

Mi sono accovacciata e man mano si avvicinava smetteva di abbaiare, poi non lo so, l'ho accarezzato e da lì è stato amore, peccato per Trevor che a quanto pare non si sarebbe mai aspettato un risvolto simile e si è spaventato da morire.

«Lungi da me uccidere colui che mi ospita nella sua umile dimora» lascio la mia borsa sull'attaccapanni e poi poggio le mie mani sul collo caldo di Trevor che sussulta per la sorpresa, o semplicemente per le mie mani fredde a contatto con la sua pelle calda.
«Mmh non sapevo avessi questa dote da massaggiatrice» mi lascio andare ad un sorriso soddisfatto quando piano lo sento rilassarsi sotto al mio tocco. Faccio scendere e salire i pollici alternando movimenti lenti a quelli veloci e con una leggera pressione. In realtà non ho nessuna dote, per questo non continuo molto tempo, non vorrei irritargli qualche nervo che magari ora se ne sta buono. Così lascio il suo collo e lui subito dopo lo gira da una parte e l'altra per farlo scrocchiare.
«Trev mi fa impressione, lo sai!» Rabbrividisco mentre lui si alza con un sorriso sghembo, è troppo tardi quando prende a scrocchiare le dita delle mani sotto il mio sguardo truce.

«A volte sei proprio una merda Trevor, fattelo dire» indispettita prendo la mia borsa e mi volto per andare via e lasciarlo lì a ridere da solo.
«Dai su scusa, vieni qui» mi afferra delicatamente per il braccio e mi porta verso di se come se fosse una delle cose più naturali del mondo.
Mi ritrovo tra le sue braccia, ma dura solo un attimo, tanto che mi chiedo se c'è stato davvero un abbraccio o no. È sempre molto sfuggente, anche ieri sera, dopo avermi mostrato la depandance è praticamente scappato via.

«Grazie per il massaggio piccola Scarlett, sono molto stanco oggi, torniamo a casa?» Annuisco più che felice e quando siamo nel parcheggio mi rendo conto che posso avere la mia rivincita su Trevor anche subito.

«Trev» si ferma prima di entrare in macchina e dal mio sorriso dovrebbe capire già qualcosa.
«Non ci pensare proprio Scarlett, è nuova!» Borbotta lui mentre io vado dal lato del passeggero ignorando di proposito le sue parole.
Mi guarda con una faccia tra il divertito e lo spaventato.
«So guidare stupido!» Apro il palmo della mano verso di lui e lo guardo dritto negli occhi aspettando. Quando i nostri occhi si incrociano, è come se mi avesse accarezzata, come se mi avesse toccata.

Una sensazione troppo strana.

«Un graffio e ti licenzio» poggia la piccola chiave nel mio palmo e va a sedersi dall'altro lato, mentre io con un sorriso vittorioso mi metto alla guida pronta a fargli vedere tutto quello che mi ha insegnato quando eravamo ancora dei ragazzini a Londra.

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Spazio Autrice 🌼

Eccomi qui con un nuovo capitolo 🌷
Perdonatemi se ci ho messo un po', sono stata poco bene 🥀

Cooomunque se incontrate un cane "aggressivo" correte e basta, non fate come Scarlett 😂

Un capitolo "tranquillo" per noi, un po' meno per Trevor 😂 che dite, arriveranno a casa sani e salvi?

Spero di aggiornararvi al più presto per farvelo sapere ❤️

Colgo l'occasione per ringraziarvi tutte, siete preziose💘

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