51🌼 Ha mentito

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"Quindi mi stai dicendo che quello stronzo ha fatto tutto questo e non mi hai chiamato subito?" Allontano il telefono dall'orecchio perché la voce di Carol è così strillante che quasi mi perfora un timpano.

"Ero distrutta ieri sera, ti ho chiamata appena mi sono svegliata dai" mi lamento perché so quanto possa essere petulante, tiene molto a queste cose e lo so, ma ieri ero davvero stanca, il tempo di struccarmi e cambiarmi ed ero nel mondo dei sogni. Cosa abbastanza strana per me che ho bisogno almeno di una buona mezz'ora per cercare di avere i primi sbadigli.
"È assurdo, quel figlio di puttana non merita di respirare nemmeno l'aria che respiri tu" Carol cambia tono, forse comprendendo la situazione, è rammaricata perché sa quanto male mi ha fatto, sa quante cose ho cambiato per colpa sua e come me non si capacita del cambiamento che quell'uomo ha avuto. Lo aveva conosciuto anche lei a Londra, aveva visto il buono in lui, non le erano passate inosservate le carinerie che mi diceva, mi raccomandava perfino di non farmelo scappare un tipo così. Sì, proprio lei raccomandava a me un ragazzo, che assurda la vita, no?

Il ticchettio sulla porta mi desta dai miei pensieri così lascio cadere sul divano la coperta in pile rosa che mi teneva al caldo e il mio corpo leggermente infreddolito per il cambio d'aria si muove verso l'entrata.
«Trevor» sussurro sorpresa quando me lo ritrovo davanti nel suo completo già bello che pronto. Credevo fosse Morris, non mi ero nemmeno resa conto che l'intensità del tocco era diverso dal "graffiare" delle zampette di quel cagnolone che ogni mattina viene a salutarmi come se fosse un qualunque amico educato.

Certo, so che viene perché gli do quei biscottini che tanto gli piacciono e che ho comprato appositamente per lui durante una pausa di lavoro, ma so anche che verrebbe anche se non avessi nulla da offrirgli.
«Buongiorno» risponde con un sorriso sul volto alzando in aria la mano destra e facendo penzolare una bustina di carta. Dall'odore che ne fuoriesce è impossibile non capire che li dentro ci sono dei croissant così caldi da intravedere l'alone di fumo fuoriuscire. L'odore mi fa venire l'acquolina alla bocca perciò non esito a spostarmi per invitarlo ad entrare.

"Carol c'è Trevor qui ti richiamo, va bene?" Mi ero quasi dimenticata di avere il cellulare poggiato all'orecchio.
"Certo, a dopo tigrotta" chiudo la chiamata e guardo Trevor seduto sul divano che addenta il suo cornetto attento a non sporcarsi con le briciole, chissà se riuscirà nel suo intento.

Ieri sera non abbiamo più parlato, siamo stati in silenzio durante il percorso di ritorno e mi ha chiesto se fossi sicura di restare sola appena scesi dall'auto, dopo un mio sì convincente, perché sapevo di essere al sicuro, ha aspettato fino a quando non ho richiuso la porta alle mie spalle e basta, nient'altro.

«Uno è per me?» Indico il cornetto sul tavolino. Ieri sera non ho mangiato nulla e non ho avuto tempo ancora di fare colazione, sto morendo di fame.
«Ovviamente» si lecca il labbro superiore leggermente sporco di cioccolata e a me vengono strani pensieri.

Come al solito.

«Ti sei divertita ieri?» La domanda di Trevor mi destabilizza, sa bene che non è così e infatti subito si corregge «con Austin, prima che succedesse tutto il resto»

«Divertita è un parolone, sai che non ci si diverte a quelle feste, non le persone come me e te almeno» so quanto lui la pensi come me su questo genere di cose, quindi mi sento di parlare anche a nome suo.
«Ma io intendevo se ti sei divertita con Austin» la sua postura quasi rigida e imbarazzata nel pormi questa domanda mi fa sorridere, mi trattengo solo perché voglio punzecchiarlo un pochetto, a stomaco pieno ho riacquistato un po' di energie e quale modo migliore per consumarle se non prendere in giro l'uomo affascinante che i miei occhi hanno il piacere di vedere ogni santo giorno?

«Ripeto, mi sono divertita nel limite che la serata poteva offrire» lui sbuffa senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo.
«Sei una stronza» con un fazzolettino di carta si passa gli angoli della bocca in modo elegante, non come me che sembro una bambina quando faccio queste cose. Ammetto che in casa non ho voglia di assumere la "grazia" che solitamente mi contraddistingue quando sono in un luogo pubblico. Alla fine sono entrambe le cose, elegante e raffinata tanto quanto scomposta e bambina.

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