29🌼 Uscite&Intrusi

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Manhattan la sentivo giorno per giorno, sempre di più casa mia. Se Carol fosse stata qui sarebbe stato tutto sicuramente molto più facile, ma si sa, non si può avere tutto nella vita.

A Londra ho lasciato molte persone a cui voglio bene e con cui passavo le mie serate, ma anche se è brutto da dire, erano amici 'occasionali'. Li definisco così perché erano davvero solo amici di uscite, ci vedevamo solo per quelle occasioni e poi basta, ognuno per conto suo il resto dei giorni. Spesso affibbiamo la parola 'amicizia' a troppe persone che non lo sono, o che non lo meritano.

E proprio mentre mi intrigo a pensare queste cose guardo Lena e Judie che bevono il loro cocktail e ridono della battuta di Austin, che ovviamente non ho ascoltato, visto che sono entrata a rifugiarmi nei miei pensieri.

«Non va per niente bene così Scarlett» Austin si mette a braccia conserte e si finge offeso mentre io resto immobile a guardarlo con la cannuccia che stavo torturando tra le labbra.
«Cosa ho fatto?» Chiedo curiosa poggiando il mio bicchiere sul tavolino di questo carinissimo locale in cui ci ha portato Austin, leggermente distante da casa di Logan.

Ovviamente non ci ero mai stata visto che evito le uscite da quando è successo l'incidente.

«Ti ho obbligata ad uscire per svagarti, non per pensare ai fatti tuoi» continua lui con tono canzonatorio.
«Ma-» appena sto per ribattere mi ferma alzando una mano
«Ma niente, non dire che è per quello che è successo perché sono passate due settimane signorina, e tu non uscivi nemmeno prima» beccata, colpita e affondata.

Niente di ciò che ha detto è sbagliato, purtroppo.

Austin è stata una figura importante nelle ultime due settimane per me. È stato premuroso e attento per ogni mio cambio umore. Non voleva lasciarmi da sola per non farmi pensare troppo, e tra lui, Trevor e Logan, posso dire che hanno fatto un ottimo lavoro.

Ed io sono molto brava ad andare avanti e far finta di nulla, ma questa volta sto davvero bene. Lo sfogo avuto con Trevor, non dico che mi ha fatto sentire una persona priva di ogni problema, ma mi ha fatto sentire sollevata. Forse parlarne con qualcuno a distanza di tempo ha portato i suoi frutti. Con Logan ovviamente quella sera non sono servite parole, quando sono rientrata sono corsa ad abbracciarlo e a chiedergli scusa. Gli ho chiesto scusa per non essermi preoccupata per come si potesse sentire lui in tutta questa situazione. Quel che avevo detto era stato detto, e non potevo rimangiarmelo. Non potevo, e non volevo nemmeno perché continuavo a pensarlo. Ma siamo oltre che fratelli, due persone adulte, e questo ovviamente non intacca il nostro rapporto, nulla di simile potrebbe.

«Scusa hai ragione, ma stavo pensando a quanto sia bello essere qui, con voi, anche se non so come definirvi» ammetto sincera senza preoccuparmi di una loro possibile occhiataccia per ciò che ho detto.
«Non sai come definirci?» Ripete Judie ed io annuisco. Così da lì prendo a raccontare i miei pensieri sull'amicizia e su come sono arrivata a pensarci.

«Siamo i suoi sudditi signorina Moore» scherza Lena rimarcando il mio cognome e improvvisando un inchino da seduta facendoci ridere.

Sicuramente è troppo presto per definirli, anche se a volte dopo anni quelli che chiamavamo amici si sono rivelate persone di passaggio e viceversa. Non voglio nemmeno definirli perché sto bene così. Anche le due ragazze, compreso Jacob, mi sono stati vicini, non sanno tutta la storia, almeno le due che sono difronte a me, non me la sono sentita di raccontare di quello che avevo pensato e che penso sia successo in realtà, cioè un incidente voluto. A Jacob magari lo ha raccontato Trevor visto che sono migliori amici, ma non mi ha dato nessun segno di sapere di più di quello che sanno tutti, e cioè che la macchina di Trevor, il loro capo, non ha più uno sportello. Quest'ultimo ha approfittato della situazione per cambiare auto e prendere quella che lui chiama "BMV m4 coupé", che io, che non sono un'amante delle auto, trovo spettacolare.

Gli ho detto che in questi giorni gli ruberò le chiavi per farmi un giro, inutile dire che il suo bel faccino è sbiancato all'istante, ma io non scherzavo, purtroppo per lui, e lo sa.
«Non definiamoci» dico infine ottenendo l'approvazione dei tre.

Ad un tratto guardo Judie che nervosamente si tocca i capelli, prima lisciandoli con le mani, poi portandoli dietro alle orecchie in modo nervoso, e c'è solo una cosa che rende così una donna single: un uomo.
Così seguo il suo sguardo verso l'entrata e noto mio fratello nel suo pullover colorato che si guarda attorno, e affianco a lui c'è Liam, il suo amico. Non ci metto molto a capire che è a quest'ultimo che lei dedica il suo nervosismo. Alzo una mano per attirare l'attenzione di mio fratello che non ci mette molto a incrociare il mio sguardo visto che gli avevo detto che eravamo a un tavolino verso la destra. Mentre gli occhi di colui che non avevo invitato si attaccano ai miei non appena varca la porta d'ingresso con il suo amico Jacob, sorrido istintivamente anche a loro per la casualità di quell'incontro, ma smetto nell'esatto momento che dopo di loro entrano Isabel e un'altra ragazza che non conosco, ma ho intravisto negli uffici Miller.

Per fortuna Austin mi toglie dall'imbarazzo richiamando la mia attenzione, perché non sapevo davvero se invitarli al nostro tavolo o meno.
«Gli hai invitati tu?» Domanda Austin a bassa voce e scuoto la testa. Ovviamente si riferisce agli ultimi due, visto che Logan sapevamo benissimo che sarebbe venuto, non sapevamo con quale amico però.

Quando Judie smette di torturarsi i capelli capisco che mio fratello e Harry si sono avvicinati, ma quando alzo la testa per salutarli da due teste ne trovo sei, e purtroppo, una di queste mi guarda in modo astioso, come tutti i giorni da quando la conosco.

«Ho chiesto ai ragazzi di aggiungersi a noi, se per voi non è un problema» mio fratello mi guarda aspettando tra tutte, la mia risposta, che non tarda ad arrivare.
«Assolutamente no, accomodatevi» sfoggio un sorriso che sarebbe stato sincero se non fosse stato per Isabel e faccio posto al mio fianco togliendo la mia borsa e avvicinandomi più ad Austin.
«Ciao sister» Jacob fa un pugnetto e subito lo imito per farli scontrare «Ciao brother» sorrido per il nostro, ormai abituale saluto e poi Trevor presenta solo a me e Austin l'altra ragazza come appunto avvocatessa e loro amica. Al mio fianco prende posto Trevor che mentre gli altri ordinano qualcosa da bere, si avvicina al mio orecchio provocandomi alcuni brividi sul collo lasciato scoperto dai capelli raccolti in una coda alta «potevi anche invitarmi a quest'uscita maleducata» marca bene l'ultima parola e io scuoto leggermente le spalle come a voler eliminare quel brivido accompagnato dal suo respiro caldo sulla mia pelle.

Prendo il mio bicchiere e mi porto la cannuccia alla bocca voltandomi verso di lui. Prendo un sorso rosa del mio cosmopolitan e nel frattempo penso a cosa dire mentre il suo sguardo si posa sulle mie labbra.
«Non sapevo ti avrebbe fatto piacere» i suoi occhi tornano nei miei e con un gesto mi toglie il bicchiere dalle mani svuotandolo in un sorso bevendo dal bicchiere e poggiando la cannuccia sul tavolino davanti a me.
«Ora lo sai» mi fa un occhiolino e poi si volta lasciandomi leggermente confusa.

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Spazio Autrice 🌼

Finalmente Scarlett è uscita 😂

Peccato però che non tutti sono graditi 😒

Che dite, andrà bene almeno questa volta o succederà qualcosa?

E quella cannuccia, che fine farà? 🤭

Lo scopriremo molto presto ❣️

Ci sono molti nuovi lettori, grazie mille per essere qui ✨🌼

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