Trevor's pov
Erano passate due settimane da quando Scarlett aveva firmato il contratto preparato gentilmente da Isabel, che devo dire, non era stata particolarmente felice di vedermi con le mani sulle gambe scoperte di quest'ultima, ma che ci potevo fare? Non ho resistito a tirarle un ultimo pizzicotto.
Quando proprio Isabel, il giorno che Scarlett era arrivata allo studio, ha suggerito di chiamarmi Signor Miller, mi è tornato alla mente quando lei mi prendeva in giro sul modo di vestire che la mia dolce nonna mi imponeva ogni domenica, sembravo un piccolo damerino, lo ammetto.
Solo che Scarlett ha ricordato il fastidio che provavo quando mi chiamava così solo quel giorno nel mio studio, ed era molto meglio che non lo ricordava affatto visto che spesso la vedo ridere maliziosamente mentre mima con le sue labbra rosee "signorino Miller", e io non posso vendicarmi perché c'è sempre qualcuno. È ovvio che lo fa di proposito proprio in quei momenti, sa che non mi lascerei mai andare anche davanti ad altri.
Quando ero ancora a Londra, ogni martedì si presentava a scuola con qualche livido affettuoso lasciato dal sottoscritto. Eh sì, perché lei la domenica mi vedeva e rideva di me, il giorno dopo a scuola mi insultava e le pizzicavo qualche parte del corpo, e il martedì il segno che avevo lasciato, anche se piccolo, ai miei occhi era molto evidente, ovviamente chi non sapeva nemmeno se n'è accorgeva.
Non ero io a farle davvero male, era solo lei che aveva una pelle delicatissima che subito le si vedeva il minimo segno, ed io me ne compiacevo del fatto che aveva dei miei segni affettuosi sul suo corpo.
Ovviamente da quando sono diventato avvocato per me è normale essere chiamato così, e anzi, non mi dà alcun fastidio, ma con Scarlett è diverso, soprattutto se lo dice appositamente per prendersi gioco di me. Non è un fastidio "brutto", ma più che altro visto che tra di noi non c'è mai stata questa formalità, mi fa strano. La vedo sempre come una presa in giro, ma affettuosa. Certo che se essere stuzzicato vuol dire vederla sorridere, allora può farlo anche per tutto il giorno. Ho provato a capire cosa le fosse successo quella sera, ma non mi ha spiattellato niente. Sono stato tentato di chiedere a Logan, ma poi ho pensato che non fosse giusto, se lei non voleva dirmelo andava bene così, non dovevo mettere in difficoltà il mio amico, sempre se lui sapesse qualcosa.
Mentre lancio una pallina a Morris suona il campanello e mi alzo per aprire, non aspetto nessuno.
«Isabel» la guardo stranito perché non mi aspettavo alcuna visita, soprattutto la sua.
«Posso entrare?» Annuisco e mi scosto per farla passare.Mentre richiudo la porta sento Morris abbaiare e ringhiare, mi volto di scatto preoccupato e Isabel indietreggia avvicinandosi a me spaventata.
«Morris basta, vai a cuccia» lui smette all'istante di ringhiare ma la continua a guardare con attenzione «Morris» lo richiamo, mi guarda e va via nella sua cuccia.
«Il tuo cane è aggressivo» parla titubante Isabel guardandosi attorno impaurita e poggiando la sua borsa firmata sul tavolino accanto al divano.Vorrei dirle che lui non è aggressivo, ma si comporta così con le persone di cui non nutre fiducia, ma sarebbe fiato sprecato visto che ogni volta lo ripete e quando glielo spiego non capisce.
Sicuramente Morris, oltre a me, non è abituato ad altre persone in giro per casa, ma ammetto che ogni volta con Isabel è sempre la stessa storia, non le piace proprio e sta sempre sull'attenti proprio come ora, con la testa vispa e la coda dritta mentre la tiene d'occhio.
Ogni volta che porto qualche ragazza, mi premuro di metterlo in giardino, onde evitare appunto che si spaventino, visto che, già di per se ha un aspetto tenebroso.
«Impara ad avvisare la prossima volta allora» lei alza gli occhi azzurri al cielo e sbuffa infastidita.
«Non lo porti in giardino?» Chiede ancora lei indicando il mio cagnolone bellissimo.
«No» sentenzio senza pensarci nemmeno un attimo, un conto e che io lo porti prima di rientrare con qualche ragazza, un altro e che io lo debba far uscire sotto richiesta di qualcuno «come mai sei qui, Isabel?» Vado dritto al punto, niente giri di parole.
STAI LEGGENDO
𝑪𝒉𝒊𝒍𝒍𝒔
ChickLitScarlett è una giovane segretaria che di punto in bianco abbandona la sua città per lasciarsi i problemi alle spalle, o almeno così crede. A Manhattan, oltre suo fratello, rincontrerà un vecchio amico. L'ormai non più ragazzino Trevor, che altro no...