Carol questa mattina è stata più logorroica del solito nel raccontarmi la sua serata di ieri e del modo in cui ha pomiciato, parole sue, con quel ragazzo moro italiano di cui a stento se ne ricordava il nome, come al solito. Con lei le conversazioni con i ragazzi sono sempre così, ama raccontarmi le cose nei particolari, nonostante io sia riservata e non pienamente d'accordo con questo suo modo di spiattellare la sua vita intima, la ascolto sempre. In realtà ascoltarla non mi pesa, devo dire che non è mai successo di sentirmi annoiata con lei o in imbarazzo, potrebbe raccontarmi le cose più intime del mondo ma lei ha quel suo modo simpatico che più che scandalizzarmi mi fa tanto sorridere, anche perché il più delle volte le accadono cose davvero bizzarre.
E per questo che mi ha messo in allerta quando mi ha chiesto di Jacob dal nulla, tra loro c'è stato un bacio, è vero, ma non mi ha mai chiesto nulla da quel momento. Il bello è che me lo ha chiesto con tremenda curiosità nascosta da una finta innocenza che certamente non le appartiene, ma non ho voluto farglielo notare, le ho detto che lo avrei visto per una riunione e che sta benissimo, super impegnato a lavoro, come tutti noi. Poi la cosa si è chiusa li, senza aggiungere altro.
Io le ho raccontato di me e Trevor, del bacio in auto e di quanto mi sia maledetta per averlo fatto fermare. Le ho detto della chiamata di mio padre, e secondo lei ho fatto bene a mettere un freno perché forse quello era solo un modo di sfogarmi. Probabilmente è vero, ma sicuramente non mi sarebbe dispiaciuto. L'ho visto lo sforzo che ha dovuto fare Trevor per restare al suo posto, e lo apprezzo davvero tantissimo per avermi compresa. Non voglio in nessun modo rovinare il mio rapporto con lui, ne come amico ne come datore di lavoro. Non sarò tanto libera come Carol, ma anche io non mi faccio tanti problemi a condividere il mio letto per una sola notte, il problema è con chi lo avrei condiviso questa volta.
Proprio quando sto per uscire di casa, come tutte le mattine, mi chiedo come sarà rivederci dopo un bacio così desideroso voluto fortemente da entrambi senza maschere o alcool nel corpo pronto da accusare per le nostre azioni.
Solitamente viene a bussarmi o mi aspetta vicino l'auto, oggi stranamente è già pronto al posto di guida con l'auto accesa. Saluto Morris con una carezza veloce ed entro in auto.
«Buongiorno» ovviamente essendo entrata io in auto è normale che lo dica per prima.
«A te, Scarlett» noto una punta di ironia nella sua voce, ma sono sicura che è solo una mia impressione visto che ieri sera ci eravamo detti che era tutto okay tra di noi.Arriviamo in ufficio e come programmato da ieri ci ritroviamo nella sala riunioni. Mi fa un certo effetto essere qui dopo l'ultima volta che ho urlato contro Judie, ma per fortuna da quel momento i nostri rapporti sono cambiati totalmente. Ad una delle nostre serate in cui era praticamente brilla, notavo che volesse chiedermi qualcosa, così quando le ho dato il via libera per qualsiasi cosa volesse chiedermi lei lo ha fatto senza timore, forse agevolata anche dai cinque cocktail che si era scolata. Nonostante il suo coraggio a farsi avanti con la domanda, io quasi non mi strozzavo ascoltando le sue parole "è bravo a letto Cole?"
Inaspettatamente anziché innervosirmi sono scoppiata a ridere, complice sempre l'alcool che mi girava nel corpo. La sua era una domanda totalmente normale per me, perché appunto ero abituata con Carol, per questo le risposi in modo del tutto ironico e falso "c'è l'ha piccolo".Non volevo assolutamente rovinarmi quella serata, e sapevo che sarebbe finita lì, o almeno la fortuna girò verso di me quella sera.
In riunione mi accomodo accanto a Trevor che ancora non si è degnato di guardarmi negli occhi, fingendosi impegnato tra il cellulare e documenti, peccato però che appena vede sedersi Austin al mio fianco alza la testa e lo squadra per bene, stando sempre attento a non guardare me.
Menomale che era tutto okay!
«Sei pronta per stasera?» Austin si avvicina al mio orecchio per rendere la nostra conversazione "privata" peccato che riesca solo ad annuire visto che il nostro capo esattamente in quel frangente ha voluto iniziare la riunione.
«Bene ragazzi, ci siamo tutti?» Dopo aver appurato che tutte le sedie, compresa quella di Isabel vicino ad Austin, è piena, cominciamo a discutere e confrontare i vari casi di ogni avvocato che si trova in un vicolo cieco con alcuni loro clienti, così insieme possiamo aiutarci, trovare nuove strategie e se tutto va bene portarli al termine.Passiamo due ore in quella stanza, Trevor si è arrabbiato più volte con molti dei suoi colleghi perché portavano avanti da mesi casi ritenuti da loro "complicati", sottolineando il fatto che lui l'avrebbe portati al termine nel giro di qualche settimana. Per quanto sia sembrato saccente, devo dire che aveva pienamente ragione.
L'ho vista la sua vena del collo pulsare più veloce, e il modo nervoso in cui si allargava la cravatta, lui d'altronde mi ha guardata solo quando intervenivo per placare la sua ira.
Quando torniamo nei nostri rispettivi uffici, mi metto subito a lavoro per terminare in tempo. E cosi faccio, appena risistemo tutto mi dirigo nell'ufficio di Trevor con un solo obiettivo.
«Avanti» il suo tono scocciato e il suo comportamento di prima, mi fa ricordare del mio primo giorno di colloquio e di come Lena era spaventata, devo dire che oltre ad oggi non l'ho mai visto realmente 'capo cattivo', se non per qualche episodio tra cui uno protagonisti me e Austin in sala relax.«Posso?» Mi affaccio alla porta per tastare il terreno del suo umore e quando mi vede e sorride mi sento sollevata dal fatto che quel tono annoiato non fosse diretto a me.
«Certo vieni, è già ora di andare?» Da automaticamente un'occhiata al suo orologio da polso e nego con la testa.
«Mm no, manca ancora un po', sono qui per chiederti una cosa in realtà» mi siedo sulla poltroncina davanti a lui e lascia cadere la penna sulla scrivania dedicandosi totalmente a me.Mi fa segno di procedere con un gesto della mano così lo accontento mentre cerco di non farmi distrarre dal fatto che si sia tolto la cravatta e lo avrei voluto tanto fare io.
Okay ora basta.
«Stasera vado con i ragazzi a bere qualcosa, ti va di venire con noi?» Trevor con un sorrisino si alza e viene verso di me.
«Me lo chiedi solo perché ti ho rimproverata l'altra volta?» Incrocia le braccia al petto tirando così la stoffa della camicia azzurra.
«No stupido, te lo chiedo perché voglio che tu venga» alzo gli occhi al cielo, mi sembrava di avergli detto che non faccio ciò che mi dicono, ma solo ciò che voglio io.
«Guarda io vorrei venire, ma non è che mi fai preparare per poi dirmi di no?» Mi guarda fisso negli occhi e io cerco di capire perché mai dovrei fare una cosa del genere.
«Ma Trevor! Se proprio uno stupido davvero» mi alzo anche io e lui se la ride di gusto per il suo sciocco doppio senso su cui stavo cercando anche delle risposte.Per questo, e per il mio modo di essere sempre schietta non chiudo la conversazione lì, anche se credevo l'avessimo fatto ieri.
«Pensi che a me non avrebbe fatto piacere fare del buono e sano sesso con te? Possiamo farlo anche qui e ora, se lo vuoi» lo guardo avvicinarsi serio a me mentre io automaticamente indietreggio «ma a quale scopo? Rovinare tutto?» Riesco a dire mentre a stento riesco a deglutire per la poca salivazione mentre lui mi guarda esattamente come ieri sera, è bastato così poco per farlo scattare.«In ufficio non devi provocarmi, altrimenti non mi controllo, te lo giuro» posa le sue mani sul suo viso in modo quasi frustati, mentre io resto senza fiato ad ascoltare la sua dolce minaccia mentre sono intrappolata tra il suo corpo e la porta d'ingresso. Grazie ai tacchi riesco a guardarlo bene mentre con soddisfazione cattura con i suoi occhi la mia faccia sorpresa di sentire la sua erezione che preme sulla mia pancia.
«Comunque ci vengo, ma pago io, cosi magari vorrai sdebitarti con un altro bacio, chissà» avvicina il suo viso all'incavo del mio collo e automaticamente il mio collo reagisce lasciandogli spazio, ma lui appena mi sfiora con le labbra lasciandomi con un senso di insoddisfazione.
«Te l'ho già detto che mi piace il tuo profumo?» Si allontana con nonchalance mentre io cerco di riprendermi.
«Sì, almeno un paio di volte, dovresti fare una cura di fosforo» nonostante mi stia dando le spalle per sistemarsi la cravatta, percepisco la sua risata flebile.
«Che simpatica, ora andiamo che ho sete?»------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Spazio Autrice 🌼Ebbene sì, qui le cose cominciano a riscaldarsi. Forse è troppo presto, forse e già troppo tardi?😏
Cosa pensate succederà nel prossimo capitolo?
Raga comunque io pubblico ogni qual volta credo sia pronto il capitolo, spero vi faccia piacere ricevere questi aggiornamenti a distanza di pochi giorni 😘
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𝑪𝒉𝒊𝒍𝒍𝒔
ChickLitScarlett è una giovane segretaria che di punto in bianco abbandona la sua città per lasciarsi i problemi alle spalle, o almeno così crede. A Manhattan, oltre suo fratello, rincontrerà un vecchio amico. L'ormai non più ragazzino Trevor, che altro no...