Chapter thirty.

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|Throw your soul trough every open door
Count your blessings to find what you look for
Turn my sorrow into treasure gold
You'll pay me back in kind and reap just what you've sown.|

Il fuoco dietro Harry e Dandy rendeva l'atmosfera più macabra di quanto fosse già, guardavo i loro volti e le loro espressioni colme d'odio, quel colpo uscita da quella maledetta pistola fu il colpo decisivo per tutti e due

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Il fuoco dietro Harry e Dandy rendeva l'atmosfera più macabra di quanto fosse già, guardavo i loro volti e le loro espressioni colme d'odio, quel colpo uscita da quella maledetta pistola fu il colpo decisivo per tutti e due.
Potevo solo immaginare quanto fosse terribile per tutti e due, a un passo dalla morte e con la consapevolezza che qualcuno non c'è l'avrebbe fatta, e io pregai.
Pregai con tutto il mio cuore che non fosse toccata a Harry quella sorte disastrosa, quella sorte macabra che solo a chi è un assassino tocca sopportare, ma lui non lo era affatto.
Non lo era solo perché aveva deciso di proteggermi.

«Non la passerai liscia questa volta, sei un idiota Dandy Mott.» Harry spara e Dandy fa lo stesso, prima che questo possa rovinare la vita della persona che amo, prima che questo suo gesto tanto avventato possa rovinare la sua vita, decido di mettermi in mezzo.

Non so esattamente perché lo sto facendo, ho già rischiato la mia vita e rischiarla per la seconda volta è da stupidi.
Allora, perché continuare a farlo? Per il brivido di sentire quella sensazione di appagamento? Per provare a salvare la persona che amo da una morte imminente?
Sono una masochista, soffrire è come bere dell'acqua per me, finisco sempre col fare le stesse identiche cose e poi? Cosa accade dopo? Cosa può mai accadere dopo aver preso un proiettile dentro il petto?

«Selene!» Un urlo disperato e altri colpi di pistola, non da parte di Harry ma sicuramente non di Dandy.
Apro gli occhi lentamente e mi ritrovo tra le braccia di Harry, come un lontano ricordo, come l'inizio della nostra storia e come la nostra fine, forse questa volta ho preferito essere io quella che porta in salvo la sua anima gemella, per dimostrare che il mio amore per lui è imparagonabile.
Nessuno riuscirà mai ad amare una persona come io amo Harry, nessuno potrebbe mai affidare la propria vita nelle mani di qualcuno solo per il gusto di farlo, io invece, ho affidato la mia anima a lui ed è questo quello che resterà di me.
Forse un lontano ricordo, nelle menti delle persone che avranno il piacere di pensare a Selene Porter come un'eroina, come una vincente.

«Prendete quel figlio di puttana!» La voce di Jimmy in lontananza mi fa capire che lui è uno dei pochi sopravvissuti di questa tragedia, non credevo che saremmo arrivati a questo, a causa di un ragazzino dalla mente offuscata dall'ambizione e dall'egoismo, morire per mano di un uomo così e non per qualcos'altro, come una malattia o un incidente, i freaks sono morti invano e solo per il divertimento di Dandy Mott, un mostro col viso d'angelo e dalla mente diabolica e contorta.

«Selene perché lo hai fatto? Avevi detto che non mi avresti più lasciato da solo, perché?» Harry mi tiene con se ancora per qualche minuto, comincio a sentire un leggero freddo dentro il mio corpo e in un certo senso è piacevole, se mischiato al tepore che Harry emana dal suo corpo cercando di farmi stare tranquilla.

«Mi dispiace, m-mi dispiace Harry.
Mi dispiace di non essere stata in grado di starti accanto, tu sei l'amore della mia vita e questo lo sai vero?» Mi stringe la mano e la porta al suo petto, il cuore del mio amato batte più forte di tutto il dolore che provo in questo momento, mi distrae dal trambusto che c'è dentro la mia testa.

«Ti porto in ospedale Selene, io non ti lascerò vincere questa volta.» Harry mi prende in braccio e corre verso una macchina vuota, presumo sia quella di Dandy.
Mi appoggia delicatamente sui sedili dietro e chiude lo sportello velocemente, la mia vista comincia a farsi più offuscata e di tanto in tanto, sputo acidamente del sangue dalla mia bocca e il sapore mi fa venire la nausea, non so per quanto resisterò ancora a questo inferno.

Quando riapro gli occhi, una luce bianca e fastidiosa si fa spazio verso di me, ascolto alcune voci ma non riesco a rispondere, sarò sotto l'effetto di qualche farmaco? O sono semplicemente uscita dal mio corpo, la mia anima sta svolazzando sopra di esso per divertimento?
Non so quali risposte dare a questi miei dubbi, cosa può mai esserci dopo la morte se non il vuoto e il buio più totale?
Non esiste il paradiso e nemmeno l'inferno, esiste il limbo e il rammarico di non aver fatto nulla in vita, di aver sprecato tutte le possibilità.
E io me ne pento amaramente, me ne pento di non aver continuare a lottare per essere felice.
Ma è davvero tutto finito?

Mi sembra di essere tornata indietro, e se fosse solamente un mio sogno tutto ciò? La sparatoria e la morte dei freaks? Forse sono ancora rinchiusa in quel mio coma, non mi sono mai svegliata e Harry non mi ha più aspettato, nessuno è rimasto al mio fianco sperando che mi risvegliassi.

È tutto un terribile incubo, perché è toccato a me? A volte penso che se Harry non mi avesse conosciuta, la sua vita sarebbe stata migliore di quella che è adesso.

«La stiamo perdendo! Non state lì a non far nulla, dobbiamo salvarla e salvare suo figlio...!»

Una fitta e poi un altra, rivedo il volto dei miei genitori e insieme quello di Benjamin, che cosa ci fa lui con delle persone buone come loro?
Provo ad avvicinarmi ma è come se venissi trascinata indietro, indietro è sempre più lontano da loro.
Oramai non riesco più a vederli.

«Libera, LIBERA.» Prima di poter fare qualcosa, un urlo d'approvazione da parte dei dottori mi fa capire di essere uscita dal mio inferno personale ancora una volta, a stento credevo che potessi farcela ancora.
Pensavo che la fine per me fosse vicina, pensavo di aver fatta la scelta sbagliata e invece qualcuno lassù mi protegge con le unghie e con i denti.

𝐂𝐚𝐫𝐨𝐮𝐬𝐞𝐥 |𝐇.𝐒|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora