Dove sei?

201 3 0
                                        

Hayley che si era separata da Jay per dirigersi al piano superiore, stava ultimando di fare le foto nelle varie stanze della casa. Aveva visto diverse camere da letto, i bagni, un salottino. Non aveva però trovato alcun indizio. Tutto sembrava in perfetto ordine, nulla era fuori posto. L'abitazione dell'ex ranger era in perfetto stato. Tutto era stato sistematico con un fare metodico e rigido tipico della disciplina militare. 


Esattamente lo stesso metodo che utilizzava il suo collega.

Upton una volta finito prese le sue cose pronta ad unirsi nuovamente a Jay per tornare al distretto per sviluppare le foto ed appenderle alla lavagna. Avrebbero informato gli altri di ciò che avevano scoperto.

Scese le scale e si diresse nel salone all'ingresso, era lì che si sarebbero dovuti incontrare, esattamente dove si erano divisi. 

Halstead avrebbe dovuto controllare meno stanze rispetto alla sua collega. Gli era toccato il piano inferiore, per cui la cucina, il bagno e lo studio, escludendo il salone al quale avevano dato un'occhiata insieme non appena entrati nella villa, prima di decidere di dividersi.

Di Jay però lì non c'era nessuna traccia. 

Si erano separati poco prima per coprire meglio l'intera abitazione. Lui aveva preso un'altra macchina fotografica ed aveva detto che avrebbe fatto un giro di perlustrazione per concludere poi nello studio. 

Avevano scelto di separarsi dopo aver verificato che non vi fosse nessuno in casa. E se invece si fossero sbagliati? Se nella casa ci fosse ancora qualcuno nascosto in un posto dove loro non avevano guardato? Non era mai consigliabile dividersi. In polizia ci si muoveva sempre in coppia. Ma Jay sembrava così strano da quando avevano ricevuto questo caso che ad Hailey era sembrata la cosa migliore scegliere di separarsi per tornare il prima possibile al distretto.

E se qualcuno avesse trovato Jay e lo avesse attaccato? La detective si stava facendo prendere dal rimorso e dal senso di colpa per la scelta che aveva effettuato, ma alla fine decise di cercarlo. Da qualche parte il suo collega doveva pur essere. Forse era ferito ed aveva bisogno di aiuto. 

Si, l'unica cosa da fare era guardare in tutto il piano terra per capire dove fosse andato a cacciarsi Halstead. Upton decise quindi di cominciare dall'ultima stanza in cui il giovane sarebbe dovuto essere, dallo studio. Non sapendo se ci fosse qualcuno decise poi di estrarre la pistola tenendola dritta davanti a se. Il suo cuore batteva velocemente, l'agitazione si stava impossessando di lei. Purtroppo il suo collega non era nemmeno nello studio. 

- Jay.. - chiamò più volte, inizialmente con voce flebile e poi ancora più forte - Halstead dove sei finito?

Nessuna risposta.

Il suo cuore iniziò a battere ancora più forte, se non era nemmeno lì forse gli era successo qualcosa quando si erano divisi.

Continuò a guardarsi in giro ed avvicinandosi alla scrivania dell'uomo notò che la porta finestra che portava alla veranda della stanza, che si trovava dietro la poltrona della vittima era aperta.

Hailey a quel punto decise di uscire da lì per vedere se il suo collega stesse dando un'occhiata lì in veranda. 

- Forse Jay ha pensato che chiunque ha aggredito l'ex ranger può essere fuggito dalla finestra. - ipotizzò lei tra sè e sè.

Una volt uscita finalmente lo trovò, non fu facile vederlo inizialmente. 

Jay era poggiato al muro esterno dello studio e stava ansimando. La detective dopo aver dato una rapida occhiata in tutta la veranda, sentendo il rumore di un respiro anormale si voltò alla sua sinistra e lo vide. 

Halstead stava tremando come una foglia. Era completamente sudato ed aveva una delle mani chiusa a pugno che stringeva la maglietta davanti al petto. Era pallidissimo. 

Immediatamente la donna gli si avvicinò. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Forse aveva un attacco di cuore? Hailey non capiva cosa stesse accadendo al suo collega. L'unica cosa certa era che il giovane si sentisse male. 

- Ehi Jay- gli disse avvicinandosi al suo fianco - Cosa sta succedendo?

Il giovane non si mosse e non disse nulla. Il suo collega stava male e lei doveva assolutamente aiutarlo.

Presa la mano libera nelle sue Hailey lo accompagnò facendolo scivolare contro il muro fino a raggiungere il pavimento.

Il corpo di Jay continuava a tremare, alcune lacrime silenziose iniziarono a rigargli il viso scendendo sulle sue guance.

La mente di Upton sembrava un fiume in piena. In essa si erano formate mille domande a cui lei avrebbe voluto dare una risposta. In una situazione diversa avrebbe posto i suoi dubbi al collega aspettando che lui gli desse delle conferme o meno. Sarebbe stato più facile capire cosa avesse, ma non era quella occasione.

La donna avrebbe dovuto scoprire cosa avesse il suo collega perseguendo strade diverse, senza che lui parlasse. 

Innanzi tutto lei sapeva che quello per Jay non era un caso come tutti gli altri.

La detective di sedette quindi al suo fianco rimanendo in silenzio.

Scelse solo di stargli vicino, di fargli percepire la sua presenza. Sarebbe stata lì pronta ad ascoltarlo e ad aiutarlo. 

Jay si sentiva sempre peggio. Neanche lui capiva però cosa gli stesse accadento. Se quello era un attacco di panico, quello era di gran lunga il peggiore che avesse mai avuto. Il suo cuore batteva molto rapidamente, sembrava volergli esplodere. La paura di non capire cosa gli stesse accadendo, il timore che potesse trattarsi di qualcosa di più del semplice panico, che potesse avere qualcosa al cuore lo stavano facendo impazzire ancora di più. La sua bocca era asciutta, impastata, aveva una forte nausea e di tanto in tanto tossiva a causa degli eccessivi battiti del suo cuore. 

Vista la sua immobilità Hailey si stava preoccupando sempre più. Aveva ben chiaro in mente il momento in cui era stato malw in precedenza, quando erano usciti dall'ospedale. E se non fosse stato solamente uno svenimento causato dalla sua fobia degli aghi? E se ci fosse altro già sotto quello?

Inizialmente però non disse nulla. Il suo collega una volta seduto a terra si curvò in avanti continuando a tenere la maglietta con la mano davanti al petto in una presa sempre più dura. Approfittando di questo decise di mettere una mano dietro la schiena e con movimenti lenti e circolari cercò di fargli sentire la sua presenza provando anche a farlo calmare un po'.

Non appena percepito il tocco il corpo di Jay si irrigidì maggiormente ed Hailey notò che il suo ansimare stava via via peggiorando. Sembrava che il suo collega non riuscisse a respirare. Il detective infatti portò la mano al collo, soffrendo davvero molto. Gli pareva che l'aria fosse stata risucchiata completamente.

Hailey prese la mano del detective, quella che lui aveva portato davanti alla gola. Era riuscito a fargliela togliere. L'altra invece era lì e stringeva saldamente la maglietta davanti al petto.

La detective portò la mano del suo collega sul suo addome ed iniziò a fare dei respiri lenti e profondi.

Jay poteva percepirli, la sua collega cercava di comunicargli calma, una grande quiete. Nonostante lei fosse preoccupata ed agitata era riuscita a non comunicarlo al detective. 

Reazione emotivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora