Bloccato

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Jay aveva appena ricevuto un ordine da Voight. Il giorno dopo sarebbe dovuto andare alla base militare.
Erano passati anni da quando ci aveva messo piede l'ultima volta e quando lo aveva fatto aveva giurato che lì non avrebbe messo più piede.
Era terrorizzato da ciò che poteva accadere.

Annuendo agli ordini del suo capo Jay cercò in tutti i modi di rimanere concentrato sul caso, fingendo di cercare qualcosa tra i fogli presenti sulla sua scrivania, ma la sua mente stava iniziando a fargli brutti scherzi.

Il giovane detective non era più a Chicago seduto alla scrivania al 21° distretto bensì in Afghanistan, il periodo più buio della sua vita.
Amava servire il suo paese, era poi quello il mordente che lo aveva spinto a seguire una carriera militare.


Era ancora seduto alla sua scrivania, ma attorno a sé non c'erano più i muri del distretto, i mobili ed i suoi colleghi.

I suoi occhi vedevano solamente sabbia e terre desolate.

C'erano carri armati, soldati con fucili carichi e pronti a sparare, alcuni dei quali puntavano proprio verso di lui.

Era davvero in guerra.
S

i vedeva seduto nella sabbia vestito con abiti civili.

Se ne stava immobile lì ad osservare tutto ciò che lo circondava.

Era solo in una terra desolata nel bel mezzo della guerra. I soldati nemici puntavano le loro armi contro di lui ed il detective non aveva nulla con sé per difendersi. Di sicuro di lì a poco lo avrebbero ucciso.

Sotto lo sguardo preoccupato dei colleghi, soprattutto quelli di Antonio ed Hailey, Jay se ne stava lì immobile con gli occhi chiusi. Il suo cuore stava battendo molto lentamente ed il giovane sembrava non respirare.

Halstead dal canto suo stava aspettando di essere ucciso.
Attese qualche minuto, ma non accadde nulla, suoni di proiettili sparati riecheggiavano nell'aria, ma nessuno era diretto a lui.

Lentamente riaprì gli occhi. Antonio ed Hailey erano in piedi vicini alle loro scrivanie dubbiosi se avvicinarsi o meno.

Jay li guardo. Quelli che in precedenza erano nemici adesso erano i membri della sua squadra che se ne stavano in posizione pronti a sparare.

Due dei soldati presenti alla sua destra iniziarono a sparare ferendo ed uccidendo quelli che sembravano essere nemici e che invece erano uomini del posto.

Altri civili uccisi senza motivo. Jay scattò in piedi. Osservando se stesso si rese conto che indossava anche lui la tenuta militare e davanti a sé vi era una mitragliatrice carica.

Jay la prese iniziando a rigirarsela tra le mani.

Hailey vedendolo guocarellare con una matita rimanendo a distanza gli domandò:

- Jay va tutto bene? Stai bene?

In un primo momento il ragazzo non rispose. Nella sua mente lontana la domanda appariva completamente diversa.

- Spara Halstead! Maledizione spara! Ti vuoi muovere? -

Dopo alcuni attimi di esitazione ecco le parole lasciare la sua bocca:
- si, va bene.

I colleghi accettarono la risposta anche se non credendoci fino in fondo, ma si limitarono a scambiarsi un segno fra loro decidendo di tenere d'occhio il collega.

Halstead intanto si era seduto nuovamente alla scrivania tenendo in mano la matita ed il temperino rifacendo la punta anche se non era necessario.
Davanti ai suoi occhi però lui si era posizionato e stava caricando la sua mitragliatrice.

Improvvisamente fu distratto da un rumore. Un gruppetto di bambini stava giocando di nascosto. Sembrava non volessero farsi vedere.

Si trattava di Platt, Voight ed Olinsky che stavano parlando scambiandosi dei documenti.

Nella mente di Jay i tre bambini si stavano lanciando una specie di palla.

Ma che ci faceva una palla in mezzo al deserto?

Il detective sgranò gli occhi cercando di guardare attraverso il suo binocolo per controllare meglio di cosa si trattasse.

Ciò che i bambini tenevano in mano non era un pallone. Era una cosa ben più piccola e verde e la sua forma Jay la conosceva bene.

Quei bimbi stavano lanciandosi una granata.

Immediatamente si mosse alzandosi in piedi dirigendosi verso il trio.
Voleva raggiungere quello che aveva in mano la granata o per lo meno stava per farlo quando...ci fu un'esplosione.


La sicura della granata era saltata e questa era esplosa.

Davanti a lui adesso c'era una scena orrenda ricca di dolore, urla, pianti e disperazione

Due ragazzi erano feriti, uno era invece morto.

Jay aveva arrestato i suoi frenetici movimenti rimanendo impietrito ad osservare quello che la sua mente gli stava mostrando.

Il vento aveva fatto sbattere la porta del distretto. Un colpo fermo e sordo che lui aveva tramutato in un'esplosione.

Halstead continuava ad essere ancora bloccato nel suo flashback. I suoi muscoli erano rigidi, i suoi occhi rivolti verso il basso con uno sguardo pieno di terrore.

Altri civili erano morti. Altri bambini se n'erano andati o erano rimasti brutalmente feriti. Non poteva sopportare tutto questo, troppo dolore.

Di scatto il detective si voltò verso le scale che portavano verso l'uscita del distretto.
Mentre un secondo prima era in piedi a guardarsi in giro nel loro ufficio, quello dopo invece si stava dirigendo rapidamente fuori dalla stanza, saltando i gradini precipitandosi immediatamente fuori dal distretto.

Fuori c'era un vento fresco e lui indossava solo una leggerissima camicia.

Jay però non percepiva il freddo, il suo corpo bruciava sotto il sole del deserto dell'Afghanistan. Il suo respiro era rapidissimo e quell'aria così caldo gli rendeva ancora più difficile fare entrare l'ossigeno nei suoi polmoni.

Stava andando in iperventilazione.

Intanto nonostante tutto continuava a camminare barcollando fuori dal distretto desiderando di allontanarsi il più velocemente possibile da quel luogo colmo di dolore e sofferenza.

diverse persone lo videro, ma non gli si avvicinarono etichettandolo come ubriaco. Ma lui non aveva bevuto, stava cercando di scappare fino a quando a causa proprio del suo respiro troppo rapido svenne.

Fortunatamente non sbatté con la testa per terra. Essa colpì il suo braccio.

I ragazzi vedendo Halstead scappare via si guardarono l'un l'altro con sguardo interrogativo. Qualcosa stava accadendo al loro collega.

Hayley balzò immediatamente in piedi e corse giù per cercare il suo partner.

Il suo comportamento era davvero strano e lei era sempre più preoccupata per lui e terrorizzata per cosa gli sarebbe potuto accadere.

Prima di uscire e corrergli dietro afferrò la giacca di Jay portandola con sé e controllò che la pistola e la chiave della sua auto fossero riposti nel cassetto come erano realmente e che lui non li avesse con sé.

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