Natalie, approfittando di una delle sue pause a lavoro era andata da Will per vedere come stava.
Il dottore dormiva ancora profondamente, grazie ai sedativi che gli erano stati dati.
Aveva bisogno di riposare e finalmente lo stava facendo anche in quel modo contro il suo volere.Arrivata da lui la dottoressa prese una sedia e si sedette vicino al suo fidanzato.
Mentre era lì prese il cellulare dalla borsa mettendolo in modalità silenzioso in modo che se fosse suonato non avrebbe disturbato Will.
Dopo averlo fatto rimase lì ad osservare il suo fidanzato dormiente riflettendo su ciò che era successo.Il dottor Halstead sembrava così sereno, quell'espressione di dolore che c'era sul suo viso si stava lentamente dissipando, ma continuava ed essere pallido e ad aprire abbastanza provato ed esausto.
Seduta al suo fianco Natalie gli prese la mano e la tenne stretta tra le sue.
Halstead non sapeva nulla di ciò che in quel momento stava accadendo al pronto soccorso, del fermento che si era generato.La dottoressa Manning, da quel punto di vista era sempre più convinta che il suo amore sarebbe dovuto rimanere all'oscuro di ciò che stava accadendo al fratello per lo meno finché non si fosse sentito un po' meglio.
Venirlo a sapere sarebbe stato per lui controproducente in quel momento perché lo avrebbe fatto agitare ed innervosire impedendogli di riposare e riprendersi completamente.
Purtroppo però, lei, di una cosa era perfettamente consapevole: lei era a conoscenza di tutto e toccava proprio a lei tenere la bocca chiusa.
Il problema però era che Natalie non era brava a mentire o a tenere qualcosa di così importante per sé e quando lo faceva finiva per essere facilmente scoperta.
Mentre la dottoressa era persa nei suoi pensieri, immobile al fianco di Will, il dottor Rodhes entrò nella stanza volendo verificare le condizioni del suo amico.
- Ciao Natalie - la salutò, ma lei non lo sentí.
Avvicinandosi ancora un po', mentre si accingeva a toccare alcuni tasti sui monitor a cui il giovane era collegato, il dottore la saluto nuovamente facendola sobbalzare .
- Ciao Connor, scusami ero sovrappensiero come sta? - rispose la Manning chiedendo poi di Will
- Tranquilla! Beh sta così così. Piano piano si riprenderà, ci vuole pazienza e tanto riposo. Si era svegliato, ma ho dovuto nuovamente sedarlo. Era troppo agitato e preoccupato per Jay, voleva alzarsi per andare da lui a vedere come stava. - disse Rhodes.
A sentire il nome di Jay Natalie emise un gran sospiro triste spostando lo sguardo verso il basso.
- Che succede? - chiese lui notando il cambio di espressione della dottoressa.
Lei raccontò al collega tutto quello che aveva saputo da Charles e gli altri.
- Che situazione! - esclamò Connor emettendo anch'egli un sospiro triste - spero lo trovino presto...
- Eh sì. Non pensavo di colpirlo così tanto con le mie parole... purtroppo mi sono fatta prendere delle emozioni. Voglio un gran bene a Jay credimi, ma in quel momento ho avuto paura di perdere Will...- spiegò tristemente la dottoressa
- Lo so, sta tranquilla. Vedrai che andrà tutto bene e tutto si risolverà.- rispose fiducioso Rodhes.
I due decisero insieme di fare in modo, che il dottore non venisse a sapere nulla almeno finché Jay non fosse stato riportato in ospedale.
Aveva bisogno di riprendersi prima di poter essere utile a qualcuno.
- Natalie non è colpa tua. Siamo umani e purtroppo a volte esplodiamo. Non possiamo indossare una maschera tutto il tempo. Will presto si riprenderà del tutto ed Jay starà bene vedrai.- Concluse continuando a consolarla il dottore e poi andò via dopo aver sistemato la cura di Halstead toccando qualche altro tasto sui macchinari a cui era collegato.
La dottoressa quindi rimasta nuovamente sola, sistemò alcune cose nella stanza e poi si sedette ancora una volta al fianco del suo amore prendendogli la mano da sotto il lenzuolo e tenendogliela stretta nella sua.
Guardando l'orologio si rese conto che mancava ancora un'ora alla fine del suo turno. Il tempo passava inesorabile, la sua pausa era finita e doveva tornare a lavoro.
Ma lei non se la sentiva proprio di riprendere a visitare pazienti. Non riusciva a concentrarsi su altro che non fosse il suo amore e Jay.
Decise così di mandare un messaggio a Meggie dicendole che sarebbe rimasta lì con Will fino al termine del suo orario di lavoro chiedendole di capirla e di chiamarla in caso di necessità.
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Jay, intanto, dopo essere andato via dall'ospedale, aveva iniziato a vagare per le vie della città che quella notte era buia e tempestosa.Il cielo era coperto di nuvole scure che sembravano minacciare pioggia, mentre un vento gelido infuriava sempre più.
Faceva molto freddo, ma lui sembrava non percepirlo. La sua mente era completamente vuota, era sotto shock.
Aveva appena saputo di aver ucciso suo fratello. Chi poteva mai biasimarlo per lo stato in cui si trovava?
Era ormai alla deriva.
Sì era convinto, di dover stare solo, lontano da tutti, solo così avrebbe potuto evitare di fare loro del male.
Continuava quindi a camminare senza mai fermarsi, neanche quando due ore dopo essere andato via dall'ospedale una forte pioggia iniziò a cadere sulla città.
Il detective imperterrito continuava il suo viaggio verso l'ignoto diventando in poco tempo bagnato fradicio.
Ma neanche quello sembrava però riuscire a fermarlo. Continuava a camminare titubante, spaventato a passo incerto, ma non poteva tornare indietro.
Si era chiuso in sé stesso e neppure l'acqua ed il vento, in quek momento, potevano scalfirlo.

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Reazione emotiva
PertualanganJay è impegnato in un caso che coinvolge l'uccisione di un suo collega dell'esercito, un ranger proprio come lui. Riuscirà a gestire la cosa rimanendo professionale? O qualcosa creerà in lui delle ripercussioni a livello fisico e psicologico?