Esercito

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I due detective erano rientrati al distretto. Hailey sapeva che il suo collega aveva bisogno di ricompirsi un po' prima di riunirsi agli altri.
Una volta scesi dall'auto la Upton lo aiutò ad entrare trascinandolo rapidamente negli spogliatoi senza he nessuno li vedesse.

Hayley fece sedere Jay su una delle panche presenti lì e dopo aprì l'armadietto del giovane per prendere una delle magliette che lui teneva lì di scorta.

Il suo partner la prese e ringraziando la collega si diresse nel bagno per darsi una sistemata.

La detective intanto lo attendeva fuori. Lui le aveva detto di iniziare a salire che l'avrebbe raggiunta immediatamente, ma lei non si fidava a lasciarlo solo.

Jay, intanto in bagno, dopo essersi tolto il giubbotto che indossava, si levò anche la maglietta che era matida di sudore.

Così si sciacquò il viso e le braccia, si asciugò e si vestì.

Alzato il capo si guardò allo specchio.
Era ancora leggermente pallido, con gli occhi arrossati.
Mentre si osservava una forte rabbia lo investì, la sentiva crescere dentro di sé anche se non sapeva bene a cosa ricondurla.

Mentre si guardava aveva le mani sul bordo del lavandino, come per reggersi e queste pian piano divennero sempre più strette.

Le nocche delle sue mani erano ormai bianche e doloranti. Non si rese conto del tempo che passava, era da un po' che era lì.

Hayley intanto, che era fuori negli spogliatoi, si avvicinò alla porta del bagno e bussò delicatamente cercando di capire se il detective stesse bene.

- Jay tutto ok? Jay? - lo chiamava lei.
Era così preoccupata che alla fine decise di provare ad entrare.
Per fortuna quando era entrato in bagno il detective non aveva chiuso a chiave così lei non ebbe problemi ad aprire la porta.

Una volta entrata lo vide, Halstead se ne stava lì, immobile con le spalle chine ed una presa ferrea sul lavandino.
Il suo volto era rivolto allo specchio, teneva i denti stretti e le nocche delle mani stavano ormai cambiando colore.

Per qualche istante rimase immobile. Si domandava se il suo collega fosse lì o se fosse bloccato chissà dove a causa del suo PTSD.
E

ra consapevole però di non poterlo lasciare in quel modo.

A quel punto si avvicinò a lui mettendosi un po' distante per evitare di ricevere qualche colpo in caso di reazioni da parte sua.
Un volta vicina a lui gli mise nuovamente la mano sulla sua schiena riprendendo a disegnare dei cerchi su di essa.

- Ehi Jay! Ascoltami, è tutto ok. Siamo al distretto, vieni con me. - gli disse.

Halstead non rispose e non fece nessun cenno per farle capire di averla sentita.

- Ehi! Vieni con me. Forse è meglio se ti accompagno a casa - gli disse ancora Hailey

- No, io rimango qui - rispose immediatamente Jay in modo nervoso con tono carico di rabbia.

Così facendo il detective si allontanò da lei evitando il suo tocco ed uscì dagli spogliatoi salendo con passo pesante le scale raggiungendo gli altri e dirigendosi verso la sua scrivania dove si sedette senza profferire parola.

Una volta ottenute le foto delle due macchine fotografiche che Hailey aveva consegnato prima di aiutare il collega, Halstead si alzò attaccandole alla lavagna per poi tornare a sedersi immerso nei suoi pensieri. Si sentiva così nervoso, il suo cuore batteva rapidamente e lui non sapeva nemmeno spiegarsi il motivo.

Una decina di minuti dopo arrivò Voight che ovviamente doveva essere informato di ciò che si era scoperto, così, il detective si avvicinò nuovamente alle fotografie iniziando a parlare.

Stava elencando ciò che lui e la collega avevano visto nella casa, ciò che vi era nelle varie stanze, soprattutto la busta con i proiettili.

Si vedeva però che faceva fatica a descrivere il tutto.

Nonostante tutto riuscì a dire più o meno tutto e quando iniziò a non farcela più ecco che Hayley, che si era sistemata alla sua scrivania prima che il sergente arrivasse, andò in suo soccorso per completare la descrizione.

Il giovane tralasciò volutamente di parlare della bambina. Non era importante per il caso o per lo meno lui credeva così.

- Ottimo lavoro ragazzi. Credo sia conveniente andare a parlare con il capitano Logby. Di ciò che è accaduto sarà già informato, ma forse non sa dei proiettili. Hayley, Jay ho appena finito di parlare con lui. Vi aspetta domattina alle nove alla base militare. - disse Voight

Halstead rimase impietrito al sentire quelle parole.

Aveva lasciato l'esercito da anni ormai. Da allora non era più entrato in una base militare.

Non aveva più voluto avere a che fare con tutto ciò che riguardava quel mondo. Era tutto troppo doloroso per lui. Si era lasciato quei giorni alle spalle.

Reazione emotivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora