cosa succede

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Nonostante il suo stato, il suo essere dolorante, Will riuscì piano piano a far tranquillizzare Jay.
Il dottore aveva visto suo fratello sconvolto, ma quella volta era davvero terrorizzato bel poter rivivere ciò che aveva voluto cancellare dalla sua vita una volta per sempre.

Una volta che Jay si fu un po' calmato, i due fratelli si alzarono diretti dal dottor Charles per permettere al detective di discutere la questione con lui.
Aveva assoluto bisogno di un aiuto professionale che il dottore non poteva dargli.

L'ideale sarebbe stato che, all'incontro con lo psichiatra, fosse presente anche il dottor Choi che conosceva bene il mondo delle armi essendo stato in marina. Purtroppo però quel giorno Ethan, avendo già preso un impegno, era già andato via dall'ospedale.

Usciti dalla stanza Will chiese ad April di mandare qualcuno a pulire visto che Jay si era sentito poco bene.

I due, intanto, erano diretti da Meggie per chiedere dove si trovasse lo psichiatra, ma fu proprio in quel momento che il dottor Halstead non facendocela più a resistere, si lasciò andare.

Lui crollò addosso al fratello, il quale inizialmente cercò di sorreggerlo poi lo accompagnò pian piano a terra con il terrore negli occhi.

Will non avrebbe mai voluto che Jay vedesse crollare in quel modo, ma non riuscì a resistere più. Le sue energie erano ormai ridotte al lumicino ed il dolore era aumentato a causa della fine dell'effetto dei farmaci che gli erano stati dati per aiutare a gestirlo.

Il dottore non aveva detto nulla delle sue condizioni al fratello per non farlo preoccupare visto lo stato in cui si trovava e perciò il detective era rimasto schockato nel vedere il forte e temerario Halstead perdere i sensi.

- Maledizione Will - disse il dottor Rhodes vedendo la scena e correndo verso di lui per soccorrerlo.

Immediatamente il medico alzò la maglia del collega per controllare lo stato della ferita.

- Gliel'avevo detto di non esagerate - rispose Meggie.

Il detective intanto se ne stava lì impietrito a guardare attonito cosa faceva il dottore per salvare suo fratello. Era scioccato, non sapeva che Will stesse male, né tantomeno dell'intervento che aveva subito.

Anche Natalie, lasciati andare, di colpo, i fogli che stava finendo di firmare, si avvicinò al suo fidanzato cercando di rendersi utile.

- Che succede? Cos'ha? Ditemelo vi prego.- lì supplicava il detective con voce tremante e piena di paura.

Attorno a lui vi era però solo silenzio. L'infermiera, Connor e Natalie evitarono di rispondere. Ciò era avvenuto un po' per scelta, un po' perché erano troppo impegnati a salvare la vita a Will.

Tutto rimase invariato per un po' con un detective in crisi che camminava avanti e indietro cercando di capire cosa stesse accadendo. Di tanto in tanto poi chiedeva informazioni, provava a capirci di più.

Una Natalie molto arrabbiata, come nessuno l'aveva mai vista, alla fine, stanca delle sue continue domande disse:

- Davvero non sai cosa è successo? Sei stato proprio tu a ridurlo così. -

Il detective si bloccò immediatamente sentendo quelle parole guardandola incredulo.

Non si aspettava una reazione tale dalla sua dolce e buona cognata, ed allo stesso tempo le sue parole l'avevano colpito molto. Non riusciva a capire come potesse essere lui la causa del malessere di suo fratello e balbettando disse cercando di scoprire qualcosa in più:

- S..S..Sono s..s...stato io? Io gli... gli ho.. fatto male? Q...quando? C..come?

- È inutile che mi guardi così. Si, sei stato tu! Tu con i tuoi incubi. Tu l'hai ridotto così. - aggiunse lei.

Jay rimase scioccato per ciò che aveva sentito. Lui aveva fatto del male al suo fratellino ed era per questo che lui era così strano da quando si erano svegliati.

Come poteva essere stato così idiota da non capirlo, così stupido da non immaginare che Will non si sentisse bene.
Avrebbe dovuto indagare, era un poliziotto e lo faceva per mestiere dopotutto. Avrebbe dovuto chiedergli cosa avesse, cosa si sentisse. Purtroppo però non lo aveva fatto.
Era stato tutto il giorno concentrato su di sé e non si era accorto di nulla di tutto ciò che gli stava accadendo attorno. 70
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Dopo aver scoperto ciò che aveva fatto le sue azioni da quel momento in poi furono del tutto istintive.

Il detective arretrò silenziosamente in un angolo vicino al punto in cui si trovava suo fratello rimanendo fermo lì come se fosse pietrificato. Il suo cuore batteva all'impazzata i suoi occhi pieni di lacrime che minacciavano di scendere sul suo viso.
Lui era colpevole, aveva arrecato del male ad una persona che amava, al sangue del suo sangue.
Le due gambe tremavano ed iniziava ad essere complicato reggersi in piedi, così Jay si poggiò al muro di scivolando fino a raggiungere il pavimento.

Restò seduto lì, chiuso in sé stesso, per un po'. Le ginocchia erano al petto, i gomiti poggiati su di essi. Gli occhi erano bassi, persi nel vuoto e le mani reggevano la testa.

Reazione emotivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora