Mentre Jay cercava in tutti i modi di riprendersi dalla crisi che aveva avuto dopo aver raccontato ad Hailey un evento toccante della sua vita militare, Will era in ospedale, sotto osservazione.
Le sue condizioni erano stabili, ma dopo lo svenimento avuto non appena arrivato in ospedale non si era ancora svegliato. Il suo corpo stava cercando di recuperare, era davvero sfinito.
Dopo che il collega che lo aveva visitato si era reso conto del pneumotorace che aveva, Will subì un piccolo intervento nel quale gli fu inserito un drenaggio toracico.
Da allora tutto stava migliorando.
La saturazione era aumentata anche se non aveva ancora raggiunto il livello normale infatti il medico aveva scelto di mantenerlo sotto ossigeno con la maschera sul viso.
Rhodes e l'infermiera Lockwood di tanto in tanto andavano a controllarlo per verificare che tutto stesse procedendo bene.
Un paio d'ore dopo il dottor Halstead iniziò a muoversi emettendo qualche gemito proprio mentre Meggie stava lasciando la stanza.
Immediatamente vedendo segni di ripresa si fermò tornando vicino a Will pronto a tranquillizzarlo e convincerlo a muoversi il meno possibile.
Il giovane dottore aveva un vuoto di memoria. Non ricordava ciò che era accaduto.
Era consapevole di essere arrivato in ospedale per iniziare il suo turno, ma non di essere svenuto non appena raggiunta la postazione delle infermiere.Non riusciva inoltre a capire dove si trovasse di preciso. Era chiaro che fosse sdraiato, forse in un letto, e che aveva qualcosa che gli copriva parte del viso.
Prima ancora di aprire gli occhi, infatti, iniziò a dimenarsi e la prima cosa che fece fu portare la mano alla bocca per togliere quella cosa che aveva davanti ad essa e che lo infastidiva.
Con delicatezza e fermezza però una mano lo fermò.
- Ehi Will, sono Meggie. Va tutto bene, quella che senti è la maschera dell'ossigeno, ti è necessaria. Devi lasciarla lì dov'è per un po'. - spiegò lei
Il dottore la ascoltò facendo come gli era stato detto. Scese quindi la mano e lentamente, con grande fatica, poiché le palpebre sembravano stranamente pesanti, aprì gli occhi adattandosi gradualmente alla luce chiudendoli più volte finché non si fu abituato alla luce.
- Buongiorno, ben svegliato. - disse l'infermiera con un grande sorriso sulle labbra.
Lui non rispose, si limitò a risponderle accennando anch'egli un timido sorriso.
Aveva capito che era in una delle stanze del pronto soccorso e Maggie lo aveva informato di ciò che aveva avuto e di come lo avevano curato.
Will si sentiva molto meglio rispetto a quando era arrivato, ma non non davvero bene.
Sentiva leggera pressione ed un po' di dolore quando respirava, nonostante una linea centrale fosse stata inserita nel suo braccio per dargli fluidi ed antidolorifici.
- Vado a chiamare il dottor Rhodes, lo avviso che sei sveglio così verrà a visitartil.- disse poi Maggie uscendo prontamente dalla stanza.
Dopo circa una decina di minuti Maggie tornò nella stanza seguita dal dottore.
Will aveva chiuso gli occhi per un po' e li riaprì non appena sentì la porta aperta.- Ehi Will, bello addormentato, ti sei svegliato finalmente. - disse Connor - Come ti senti?
- Bene - rispose affaticato Halstead
- Si, e poi? - Chiese il dottore
- Stanco, un po' dolorante, ma meglio. - questa rispose volta con sincerità Will
- Mi dici cosa ti è successo? - domandò il medico.
Connor aveva bisogno di scoprire come il suo amico si fosse causato quel problema o meglio chi lo avesse ridotto in quello stato.
- Sai di essere stato dannatamente fortunato. Fossi arrivato qualche minuto più tardi forse non sarebbe stato possibile aiutarti. - aggiunse poi Rhodes
Il dottor Halstead non rispose, si limitò a fare un respiro più o meno profondo. Non voleva, o meglio non poteva dire la verità.
- Chi ti ha conciato così? - chiese nuovamente il medico in modo diretto modificando la domanda.
- Non lo so. - rispose il collega steso sul letto. - mi sono svegliato così.
- Will, non è un pneumotorace spontaneo questo. Hai due grandi ematomi violacei, uno sul torace ed uno nelle vicinanze della bocca dello stomaco. Chi ti ha fatto questo? - domandò il dottore.
- Non lo so. Io... Io stavo dormendo - rispose Halstead visibilmente agitato.
- Ehi ehi, va tutto bene. - disse Meggie cercando di calmarlo. Agitarsi non gli faceva bene soprattutto in quel momento e in quello stato.
- Io.. stavo dormendo con mio fratello, non si sentiva bene. Mi sono svegliato con questo forte dolore e non potevo respirare. - continuò a raccontare il giovane paziente.
- Può essere che sia stato lui a far male? involontariamente magri... - chiese Connor.
Lui per un attimo non rispose, abbassò gli occhi distogliendoli dai suoi due amici.
Non voleva mettere in mezzo suo fratello, aveva già abbastanza problemi che lo facecano stare già abbastanza male. Però alla fine, ragionandoci su capì che non poteva tacere.
- Mio fratello ha avuto un incubo - disse dopo aver preso un respiro profondo - deve avermi colpito con qualcosa. Ma non ne sono sicuro. Comunque non l'ha fatto apposta. -
Connor e Meggie a quella confessione si guardarono tra loro, ma scelsero di non dire nulla per non agitare maggiormente il dottore.
- Ok, Will, stai tranquillo. Non è nulla di grave. Ti terrò qui uno o due giorni in osservazione finché il funzionamento del tuo polmone non sarà stabile e poi ti manderò a casa prescrivendoti qualche altro giorno di assoluto riposo ed una successiva ripresa graduale delle attività.- disse Connor spiegando al collega qual era la prassi da seguire.
Il dottore sentendolo si voltò immediatamente, guardando di nuovo il suo amico negli occhi e disse agitato:
- No, Connor.... Io.. non posso restare qui. Devo tornare a casa. Jay ha bisogno di me. -- Will devi stare calmo. Hai un drenaggio toracico fissato, dobbiamo prima aspettare di poterlo togliere per dimetterti. - rispose Connor
- Toglilo per favore. Io sto bene - lo pregò Will.
Ciò che era certo era che Will non sarebbe stato in ospedale a lungo.

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Reazione emotiva
PertualanganJay è impegnato in un caso che coinvolge l'uccisione di un suo collega dell'esercito, un ranger proprio come lui. Riuscirà a gestire la cosa rimanendo professionale? O qualcosa creerà in lui delle ripercussioni a livello fisico e psicologico?