Will e Jay

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Will si era appena risvegliato. Non appena aprì gli occhi comprese dove si trovava. Era in una delle stanze del pronto soccorso collegato di nuovo a varie macchine.

Guardandosi intorno notò di non essere solo. Seduto lì nella penombra, infatti, c'era il suo collega ed amico Connor Rhodes.

Il medico lo stava osservando e sembrava avere un'espressione abbastanza contrariata sul viso. Era arrabbiato e Will pensava di sapere il perché. Non era difficile secondo lui  da capire. Se si trovava disteso su di un letto di ospedale doveva essersi spinto oltre le sue possibilità, aver fatto qualcosa di stupido o entrambe le cose.

Halstead chiuse gli occhi e sospirò, non aveva nessuna voglia di sentirsi fare una ramanzina in quel momento, si sentiva già abbastanza giù.

Fu allora, però, quando mantenendo gli occhi chiusi iniziò a riflettere su ciò che era potuto essere accaduto che gli tornarono in mente alcune immagini di prima che svenisse.

Il dottore ricordò che in precedenza era con Jay, già Jay, suo fratello.
Il detective stava avendo dei problemi in quel periodo ed era andato in ospedale perché aveva bisogno di parlare con lui.
Prima che Will svenisse i due si stavano dirigendo dal dottor Charles che a suo avviso era l'unico .

subito cominciò a cercare di staccarsi tutti i fili per potersi alzate dal letto per raggiungerlo.

Rhodes che fino a quel momento era rimasto seduto, fermo ad osservarlo, dovette correre verso di lui per fermarlo.

- Jay, dov'è Jay? Connor lasciami andare, devo andare da lui! - disse Will cominciando ad agitarsi.
-
Rhodes lo aveva quasi raggiunto, ma Halstead si bloccò di colpo da solo.

Non appena cercò di alzarsi un dolore atroce gli attraversò la sua spina dorsale, la testa iniziò a girare e fu raggiunto da un forte senso di nausea.

Fu così costretto a riadagiarsi sul lettino, era tutto sudato e stava ansimando cercando di riprendersi.
Nonostante ciò il dottore cercava ancora di comvincere il suo collega a farlo andare via di lì. Voleva assolutamente andare da suo fratello quindi che il dottore che era lì con lui lo aiutasse ad andarci e non lo costringesse a rimanere.

- Ti prego, devo andare da mio fratello. - disse Will disperato a Connor che era ormai a fianco al letto.

- Lo vuoi capire che non puoi muoverti? Hai sottoposto il tuo fisico già precario ad uno sforzo maggiore, più di quanto potesse sopportare. Devi riposare. - disse duramente il dottor Rhodes

- Mio fratello sta male Connor, ha bisogno di me.- disse il paziente con altrettanta durezza nella voce.

- Will! Jay sta bene. Sta riposando in questo momento - mentì il dottore anche se ciò che aveva detto non era del tutto falso perché il detective si era addormentato sul divano della sala medici. - dovresti farlo anche tu. Non puoi essergli di alcun aiuto in queste condizioni. -

Will sembrò lentamente calmarsi, ma fu solo per accontentare il suo collega. Dentro di sé era ancora più.

Aveva accettato la spiegazione datagli dal suo collega e gli credeva, ma nella sua mente si era creato il pensiero che Jay si fosse addormentato, di sicuro perché era sfinito, non perché volesse farlo o stesse bene.

Quell'idea lo stava quindi facendo impazzire e mille domande si facevano strada in lui.

E se avesse avuto degli incubi? Se, come era quasi certo che fosse, era solo? Chi poteva calmarlo? Neanche lui sapeva come, ma era l'unico che in qualche modo riusciva gestirlo.

E se avesse fatto del male a qualcuno? Solo lui sapeva cosa significava Jay bloccato in un incubo, l'aveva provato sulla sua pelle.

Purtroppo però al momento il dottore era bloccato a letto. Non aveva la forza di alzarsi da solo e nessuno lo avrebbe aiutato a farlo, Rhodes stesso era irremovibile.

Il dottore vinto dalla stanchezza, alla fine, senza ribatttere ciò che gli aveva detto il suo collega, si lasciò andare addormentandosi.

Jay intanto, come era stato detto a Will, era nel mondo dei sogni. Purtroppo però per l'ennesima volta questi non erano piacevoli.

Stava ripercorrendo nella mente quello che era accaduto in precedenza con suo fratello che era svenuto davanti ai suoi occhi ed alla fine giungevano come un coltello che girava nella piaga le dure parole di Natalie.

Dalle sue labbra venivano fuori dei gemiti, soffriva, era come se piangesse nel sonno. Al suo fianco nella realtà c'era Hailey che alla fin fine era crollata vicino a lui vinta anche lei dalla stanchezza.

Reazione emotivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora