Ambulanza 61

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Antonio stringeva Jay a sé proprio come un padre fa con suo figlio. Come faceva con Diego o Eva.

il detective ispanico aveva capito cosa aveva bisogno il più giovane.

Da quando si era ripreso, da quando aveva iniziato a piangere lui non lo aveva lasciato andare.

Continuava a fargli sentire la sua presenza sfregandogli cerchi nella schiena con la sua mano cercando di calmarlo.

Jay dal canto suo tremava e singhiozzava.

Il detective, nonostante cercasse di tenere lontano tutti nel disperato tentativo di proteggerli da se stesso, aveva paura. Temeva il fatto di non avere nessuno accanto.

Mentre Antonio cercava di consolare il giovane detective l'albulanza arrivò. Era la 61 e dopo aver posteggiato, infatti, Brett e Foster scesero da essa avvicinandosi ai due.

Notando il loro arrivo Antonio si allontanò lentamente da lui.
Prrndendogli delicatamente il suo viso tra le mani ed alzandolo facendo in modo che lui lo guardasse in faccia gli disse:

- Ehi fratello, ascoltami bene, tu non sarai mai solo. Non importa quanto cercherai di allontanare me o gli altri da te. Noi saremo sempre al tuo fianco qualunque cosa accada. Io, sarò sempre al tuo fianco. -

Il ragazzo lo guardò negli occhi senza dire nulla anche se il suo viso triste sembrò illuminarsi a quelle parole. Queste  avevano fatto breccia nel cuore del giovane.

Una volta che Dawson si fu leggermente allontanato da Jay i due paramedici iniziarono a visitarlo.

Halstead era lì seduto per terra, dove il collega lo aveva lasciato, con la schiena poggiata contro un muro di mattoni. Era pallido, disidratato. Chissà da quanto non beveva o non mangiava. I suoi lineamenti erano tirati, non era difficile capire il dolore che stava provando.

I suoi occhi erano cerchiati di rosso, aveva pianto molto e sicuramente questi dovevano bruciargli. Sotto di essi vi erano delle occhiaie scure, quasi nere, segno che il detective non riposasse bene da tempo.

Silvye rabbrividì nel vederlo in quelle condizioni. Lei ed il detective si conoscevano da tempo, avevano avuto anche una storia anni prima.

Dell'uomo che aveva amato però, Silvye ritrovò ben poco in quel giovane che era lì davanti a lei.

Il detective era rannicchiato su se stesso nonostante fosse seduto. Sembrava in cerca di calore, quella sensazione che era riuscito ad infondergli Antonio e che adesso non vi era più in quanto lui si era dovuto allontanare per permettere ai paramedici di visitarlo.

Jay ricercava quella stessa sensazione rannicchiandosi sempre più nella felpa che Dawson gli aveva fatto indossare al posto dei suoi indumenti bagnati.

Era fine marzo, ma le temperature primaverili tardavano ad arrivare.

Halstead sembrava più piccolo di quanto non fosse realmente avvolto in quella felpa decisamente troppo larga per lui.

Silvye, ripresasi dallo shock iniziale per aver visto Jay in quel modo, cosa che l'aveva bloccato per pochi secondi, si avvicinò a lui mentre Emily era tornata all'ambulanza per prendere l'occorrente per inserirgli una flebo e dargli dei liquidi.

- Ehi Jay, sta tranquillo. Tra poco starai meglio.- disse lei al giovane.

Il ragazzo non si mosse, non rispose, non ebbe nessuna reazione. I suoi occhi erano presi nel vuoto ed aveva lo sguardo spento.

Silvye gli afferrò delicatamente la mano per sentirgli il polso. Non appena lo toccò si rese conto che Halstead aveva la mano ghiacciata. Il battito cardiaco risultò essere irregolare, era aritmico.

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