Insieme

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Will usci di corsa dall'ospedale ed in pochi minuti arrivò a casa di suo fratello.

Per la preoccupazione non aveva perso tempo nemmeno a cambiarsi. Aveva indossato direttamente il cappotto sulla divisa dell'ospedale e l'aria fresca del tardo pomeriggio di Chicago lo fece rabbrividire.

Una volta entrato nell'edificio chiamò l'ascensore, ma proprio in quel momento in cui gli era necessario questo era impegnato. Will decise quindi di non attendere il suo arrivo. Scelse di usare le scale e così iniziò a salirle rapidamente facendo i gradini a due a due.

Voleva raggiungere il prima possibile il suo fratellino per poter finalmente scoprire cosa avesse. Nella sua testa vari scenari si erano palesati, ma lui cercava di non dare loro importanza.

Arrivato al terzo piano fu costretto a fermarsi per riprendere fiato. La corsa fatta su per i gradini gli aveva fatto venire il fiatone ed iniziava ad essere sudato.

Facendosi forza poi fece l'ultima rampa di scale arrivando davanti all'appartamento di Jay.

Senza bussare o suonare il campanello prese la chiave da sotto lo zerbino, sapendo dove suo fratello nascondeva il paio di riserva, ed entrò.

- Hailey... Hailey ci sei? - chiamò senza aumentare troppo il tono della voce. - Hailey sono Will.

- Ciao, come mai qui? - chiese la giovane comparendo dal salone.

- Jay mi ha scritto dicendo di avere bisogno di me. Ma che succede? Dov'è? È malato? - chiese tutto d'un fiato.

La detective raccontò immediatamente tutto ciò che era accaduto quel giorno. Iniziò da quando Voight li aveva mandati a casa del veterano a raccogliere indizi, per poi arrivare fino a ciò che gli era successo lì, alla sua successiva difficoltà a lavorare ed a tutto quello che era accaduto dopo compreso il calo di pressione che aveva avuto.

Will ascoltò attentamente tutta la storia cercando di capire come potesse sentirsi suo fratello e poi si diresse verso la camera da letto dove si trovava il giovane per verificarne di persona le condizioni.

- Ehi fratellino - disse Will facendo sobbalzare un po' il ragazzo che era immerso nei suoi pensieri.

- Ehi... - rispose stancamente Jay vedendo il dottore finalmente lì.

Il detective sembrava sfinito, era pallido in viso.

- Come stai? - chiese il dottore.

- Sto bene, sono solo a pezzi. - rispose l'altro facendo fatica a trovare l'energia necessaria anche solo per spostarsi nel letto.

- Come posso aiutarti? - chiese l'Halstead dai capelli rossi.

- Io... Ho bisogno di dormire.. Ho bisogno di qualcosa che mi faccia riposare almeno un po'. - disse sconsolato Jay

- Non ci riesci? - chiese Will

Il detective rispose di no scuotendo leggermente il capo.

- Cosa c'è che non ti fa dormire? - domandò il dottore mentre iniziò a visitarlo.

- Niente - rispose vago il detective distogliendo lo sguardo da Will

- Se non so cosa succede non posso fare nulla. - spiegò il medico constatando, avendola misurata, che la pressione era ancora bassa. - Comunque non preoccuparti ho tutto il tempo del mondo, quindi mi siederò qui finché non sarai pronto a parlare. - disse il medico e con fare scanzonato si tolse le scarpe e si sedette al fianco del fratello col le spalle poggiare alla tavarca del letto.

- Non devi lavorare? - chiese l'Halstead più giovane

- No - rispose l'altro - ho finito per oggi.

- Non puoi darmi nulla? - chiese il detective sofferente glissando la domanda del dottore.

Will leggeva la sofferenza negli occhi di suo fratello ed avrebbe voluto aiutarlo immediatamente dandogli ciò di cui aveva bisogno.

Aveva preso in ospedale dei blandi sonniferi ed in più conosceva più o meno la storia degli avvenimenti della giornata raccontatagli da Hailey, ma aveva capito che ciò che aveva il suo fratellino non era altro che una crisi causata dal suo PTSD per colpa di un caso difficile.

In Jay scattava sempre qualcosa quando si parlava di veterani e di guerra.

Il problema era che quest'ultimo, in quei casi si chiudeva a riccio senza dire nulla e lui voleva provare a farlo parlare.

Sapeva che facendolo Jay si sarebbe sfogato e tutto poi sarebbe andato meglio. Se non avesse fatto ciò avrebbe avuto incubi e forse nemmeno i sonniferi lo avrebbero aiutato.

Mentre Will era perso nei suoi pensieri però, qualcosa di pesante si era appoggiato contro il suo corpo scivolando pian piano su di lui posizionandosi in modo comodo.

Il dottore, che se ne stava seduto sul letto con le braccia conserte a riflettere sul metodo migliore per fare aprire suo fratello, si voltò e notò che suo fratello era crollato e stava finalmente dormendo profondamente con la testa adagiata tra il suo stomaco e le sue gambe.

Jay alla fine non aveva avuto bisogno di un sedativo per riposare, cercava solo qualcuno che gli stesse vicino in quel momento e chi meglio di Will che conosceva il suo problema ed era sempre lì per supportarlo ed aiutarlo?

Reazione emotivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora