Portare fuori Halstead da sotto il ponte non fu una cosa facile per Antonio.
Jay era già abbastanza pesante di suo ed era svenuto. Bisognava tenere in considerazione, inoltre, l'oscurità che vi era in quel posto.
Questa non aiutava di certo, anzi rendeva le cose ancora più complicate perché non si riusciva a vedere nulla e quindi non era difficile capire dove si stesse andando di preciso.
Dawson portava Jay sulle sue spalle, camminava senza fermarsi e senza avere cedimenti tenendo con due dita il cellulare con la torcia accesa.
Fortunatamente però, anche se non senza difficoltà, il detective anziano riuscì ad arrivare all'esterno con il collega e delicatamente lo poggiò a terra cercando di riprendere fiato accovacciandosi al suo fianco.
Non potendo perdere tempo decise di contattare immediatamente il 911 con il suo cellulare.
- 911 buongiorno - rispose la voce al telefono - qual è l'emergenza?
- Sono il detective Dawson, numero di distintivo 50259. Ho bisogno di un'ambulanza per il mio collega...- spiegò Antonio nonostante il fiatone.
E così dicendo, nonostante il respiro affannato a causa dello sforzo fatto, descrisse le condizioni di Jay ed il luogo dove si trovavano.
- D'accordo l'ambulanza sarà lì in cinque minuti.- disse la donna.
Una volta chiusa la chiamata Dawson contattò quindi il sergente per avvertirlo del fatto che lo aveva trovato.
- Voight - rispose immediatamente Hank vedendo chi fosse a chiamarlo
- Capo sono Antonio, l'ho trovato! Si era nascosto in una nicchia nei pressi del ponte. Non è stato facile, era in un punto molto nascosto, ma sono riuscito a trovarlo! - disse il detective felice.
- Com'è? - chiese il sergente
- A livello generale sembra star benino. Sembra essere disidratato ed in ipotermia anche se non a livello grave. È sfinito e bagnato fradicio e sicuramente distrutto a livello psicologico immagino. Comunque ho già chiamato i soccorsi in modo che siano loro a determinare le sue reali condizioni. La cosa positiva è che non sembra ferito. - lo aggiornò l'anziano detective.
Il sergente gli disse che l'avrebbe immediatamente raggiunto assieme agli altri e poi chiuse la chiamata.
Non appena Dawson mise il telefono in tasca sentì un gemito provenire da Jay. Il giovane detective stava iniziando a muoversi, a contorcersi per lo più.
Antonio lo aiutò a sistemarsi. Era steso a terra rannicchiato su sé stesso girato su un fianco. Il suo collega lo spostò adagiandolo in posizione supina.
Aveva ancora gli occhi chiusi, era come se non volesse aprirli. Il suo respiro era rapido ed affannato ed il detective ispanico si rese conto, controllandolo mettendo il dito sulla carotide, che il suo cuore batteva troppo rapidamente.
Il giovane aveva iniziato a tremare intirizzito per il freddo che provava.
Senza pensarci su due volte Antonio decise di aprirgli il giubbotto aiutandolo a levarselo. La stessa cosa fece poi con la camicia che indossava. Tutti gli indumenti era bagnati e ciò non giocava a Jay.
In pochissimo tempo il detective fu a torso nudo, la sua pelle era gelida e le sue labbra avevano un colore smunto che di solito non era così.
Dawson si tolse a sua volta il giubbotto e la felpa, rimanendo a maniche corte.
Il freddo che senti lo fece immediatamente rabbrividire.
Senza badarci li mise addosso a Jay in modo tale che percepisse qualcosa di caldo sul suo corpo.
In quel momento lui sapeva che il giovane ne aveva più bisogno di lui.
Dopo avergli messo la felpa calda addosso, anche Jay rabbrividì, era strano percepire quel calore inaspettato sulla pelle.
Halstead di rannicchiò raccogliendosi in sé stesso coccolandosi nel calore.
Pochi istanti dopo il detective spalancò gli occhi richiudendoli immediatamente a causa della luce che glieli fece bruciare.
Una volta abituatosi ad essa Jay iniziò a guardarsi intorno per capire dove di trovasse. Ci volle un po' per mettere a fuoco, ciò che aveva attorno, ma poi capì.
Che ci faceva lì fuori? chi l'aveva salvato? Lui non meritava tutto questo. Doveva stare solo. Sparire dalla circolazione e lasciarsi morire.
- Jay, finalmente ti sei svegliato- gli disse Antonio facendolo sobbalzare - ci hai fatto preoccupare.
Halstead non si era reso conto della presenza del collega che era seduto lì al suo fianco.
Il detective anziano tutto si poteva aspettare tranne che la risposta del detective.
- perché... perché mi hai... salvato? Perché... non... mi hai... lasciato... dov'ero? - rispose a fatica biascicando le parole il giovane detective.
- Che cosa stai dicendo Jay? - Antonio non riusciva a capire.
- io... io devo... s...stare solo... Nessuno... puo s...stare con me...- continuò l'altro quasi con le lacrime agli occhi.
Dawson però continuava a non capire. C'erano doversi tasselli che mancavano nel suo puzzle per poter ricostruire tutta la vicenda e quindi incasellare anche le frasi del collega.
- Io faccio... faccio...del male a chi... mi sta... vi...vicino... - disse faticando il ragazzo che ormai stava simghiozzando e poi tutto d'un fiato aggiunse - ho ucciso mio fratello... -
- Ma che cosa stai dicendo!. - rispose in modo rigido Antonio.
- È così... Will... Will è morto... Ed è tutta... tutta colpa mia...- urlava Jay piangendo disperatamente
Questa volta Dawson non rispose nulla. Si avvicinò ulteriormente a lui e lo tirò verso di sé tenendolo stretto in un abbraccio paterno.
Fu in quel momento che Halstead si sciolse in un pianto liberatorio.
Il giovane cercava di allontanarsi da tutto e tutti, ma alla fine sentiva il bisogno di avere qualcuno vicino, qualcuno diretto come Antonio che aveva capito che le parole non sempre erano necessarie.
Così Dawson lo tenne stretto a sé, e Jay dopo un pianto interminabile si era rilassato un pochino rimanendo accucciato godendosi quel contatto fisico di cui aveva davvero bisogno anche se non ne era consapevole.
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Reazione emotiva
AdventureJay è impegnato in un caso che coinvolge l'uccisione di un suo collega dell'esercito, un ranger proprio come lui. Riuscirà a gestire la cosa rimanendo professionale? O qualcosa creerà in lui delle ripercussioni a livello fisico e psicologico?