Capitolo Ventiquattro: Un migliaio di notti tra le mie braccia

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Una leggera pioggerella cominciò a scendere nell'esatto istante in cui raggiungemmo il mio appartamento. Una volta entrati, Jessica si sfilò la mia giacca.

"Sei sicuro che possa passare qui la notte, Reece? Cosa dicono Mark e Rebecca?" Mi chiese, togliendosi la macchinetta fotografica e appoggiandola sul tavolo. "Forse è meglio che torno all'orfanotrofio."

Alzai gli occhi al cielo. "Non dire sciocchezze, raggio di sole. Mark e Rebecca sono assolutamente sereni riguardo alla nostra relazione, non è un problema se rimani. L'hai già fatto, ricordi?"

Non sembravo riuscire a far calare il suo nervosismo e riaprì la bocca, "Sì, ma-"

"Aspetta un attimo." Alzai un dito e mi recai verso la porta d'ingresso. Percorsi il breve tratto di corridoio che ci separava dai vicini e bussai alla porta. Rebecca aveva lasciato Chris da loro, sapendo che ero con Jessica.

Il signor Hudson rispose e subito Chris sbucò dalla porta, con la sua solita felicità. Sorrise e sollevò un pugno da scontrare con il mio come saluto. "Ciao Reece. Ci hai messo moltissimo a venire a prendermi, cos'hai fatto così a lungo?" Piagnucolò, mentre si trascinava dietro di me.

Per prima cosa, stavo cercando di trattenere un pugno da dare al ragazzo che ha versato del caffè bollente sulla mia ragazza.

"Ho trascorso un po' di tempo con Jessica," gli risposi in tono burbero, prima di schiarirmi la gola. "Ehi, non è un problema se Jessica rimane con noi?"

Il suo sguardo si illuminò, la gratitudine risplendeva nei suoi occhioni blu presi dalla madre. "Jessica si ferma da noi stanotte?" Un piccolo sussulto gli scappò dalle labbra, mentre entravamo nell'appartamento dove Jessica ci stava aspettando nel punto in cui l'avevo lasciata. "Jessica!" Esclamò, sorprendendo me e Jessica e correndole incontro per abbracciarla  in vita.

"Ciao Chris," lo salutò, sorridendo verso l'ometto bloccato addosso a lei.

"É vero? Ti fermi stasera?" Le chiese con entusiasmo.

"Ehm..." Jessica si strinse il labbro tra i denti e mi guardò.

"Certo che si ferma," risposi io al suo posto in tono sicuro. "Si aggiungerà a noi per mangiare crocchette di pollo fritte e guardare i cartoni, non sei felice?"

Chris tirò un urlo di gioia e sollevò i pugni in aria. "Sì, sarà fantastico!" Esclamò. Jessica mi guardò e lui corse verso il lettore Dvd, probabilmente per scegliere la scaletta della serata.

"Reece," sospirò Jessica, appoggiando la testa sulla mia spalla mentre la circondavo con le braccia.

"Dai, rimani da me stasera," le dissi in un sussurro, pizzicandole i fianchi.

Mi sorrise divertita. "E se non volessi? Metterai un catenaccio sulla porta per assicurarti che non me ne vada?"

Ridacchiai, mentre ripensai alle parole che le avevo rivolto quella notte. Quindi rimarrà qui, che io abbia o meno un catenaccio sulla porta. E considerando che quella notte non vedevo l'ora di tenerla tra le braccia, aspettavo solo che arrivasse quel momento.

"Se questo è l'unico modo per farti rimanere, lo farò," scherzai, baciandola.

Ma poi lo sentii. Il solito rumore del tricheco morente che sembrava stesse morendo di fame ed imitando un uccellino allo stesso tempo. Jessica si ritrasse ridendo, portandosi una mano davanti alla bocca mentre si voltava a guardare Chris in piedi sotto la porta.

Beh, se qualcuno avesse dovuto rovinare questo momento, avrei preferito di sicuro fosse Chris con i suoi versi da squilibrato. Almeno il divertimento avrebbe coperto la frustrazione e Jessica sembrava davvero divertita.

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