Capitolo Otto: Una migliaia di fotografie misteriose

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Premessa: Non preoccupatevi se non riuscite a capire il significato delle fotografie, o comunque di determinate parole che sembrano non avere senso con il resto della storia. Verrà tutto spiegato nei capitoli successivi. Buona lettura !!

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Reece

Non pensavo che avrei mai potuto avere un conflitto interiore così intenso. La cartellina di Jessica era sul letto di fronte a me, non sapevo perché non l'avevo ancora aperta. Potrebbe essere la scoperta più importante per capire qualcosa in più sul mondo di Jessica Andrews.

Ma cosa dovrei fare? Sedermi qua e analizzare alcune foto che appartengono, probabilmente, solo ad un progetto?

Feci una smorfia e afferrai la cartellina, prendendo la foto che era, precedentemente, uscita. Prima che potessi chiuderla, vidi qualcosa di scuro contro il colore tenue della cartellina. Al suo interno, scritto a mano in corsivo, che mi ricordava la scrittura di Jessica, c'erano le parole:

1° Gennaio, 2005

"Quando cambi il modo di guardare le cose, le cose che guardi cambiano."

Corrucciai le sopracciglia, rileggendo più e più volte quelle parole. Cambiare eh? Magari questa cartellina nasconde qualcosa di interessante. Scuotendola leggermente, presi ciò che si celava al suo interno. Abbassai lo sguardo notando delle foto in bianco e nero. Se si poteva pensare che ci fosse qualcosa di vero nella felicità che Jessica esprimeva dentro le mura scolastiche, queste foto mostravano l'esatto contrario. Erano tristi come le volte in cui Rebecca provava a cucinare. Invece di vedere foto di fiori o caramelle come mi sarei aspettato, tutto ciò che vidi furono immagini di totale depressione.

Uno sguardo alla prima foto avrebbe potuto far crollare chiunque. Avrebbe potuto abbassare anche lo spirito di un santo, facendosi scappare  la parola "Dio" dalle labbra. Io stavo per lo più sputando fuori tante parolacce. Ognuno reagisce diversamente. E con un primo piano alle ciglia chiuse di una persona dalla quale si poteva chiaramente notare una lacrima partire da essa e scorrergli lungo la guancia, mi cominciavo a chiedere di che razza di progetto si trattasse.

La seconda mi confuse ancora di più. Dei segni bianchi, che indicavano probabilmente dei conteggi,  adornavano la tinteggiatura di un sudicio palazzo accatastato sopra ad un altro. Il colore sfumava man mano, così che l'attenzione fosse incentrata sui primi quindici conteggi. Quella successiva rappresentava New York, fotografata da una finestra. Antica, tende a motivi floreali drappeggiate ai lati della finestra in maniera ondosa. Il cielo scuro spegneva la brillantezza degli edifici di New York, soprattutto con l'effetto bianco e nero. Le due fotografie successive continuavano su questa stessa linea. Una rappresentava una goccia che scendeva lungo il vetro della finestra e quella dopo aveva ripreso l'effetto della pioggia in una pozzanghera, interrompendo la quiete e offuscandone il riflesso.

Quella seguente mi causò una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

Dedussi fosse stata scattata dal tetto di un edificio. Era uno scatto di profilo di una bambina seduta con le braccia conserte sopra ad un muretto mentre guardava la città. I suoi capelli chiari erano in disordine, come se non si pettinasse da settimane. Niente era normale in quella, il modo in cui la bambina aveva le labbra  corrucciate; il modo in cui le sue spalle erano accasciate addosso il muro; il modo in cui la maglietta, troppo grande, le lasciasse le spalle coperte.

Ma quello che più mi sconvolse fu la sua espressione. Assente, senza vita. Sembrava ne avesse abbastanza della vita. Il modo in cui guardava il paesaggio con uno sguardo vitreo e vuoto mi fece male al cuore. Nessun bambino dovrebbe essere così. La gioventù di una persona dovrebbe essere piena di gioia e immaginazione, si dovrebbe andare in giro a correre, fregandosene del mondo, perché si è bambini. Si dovrebbero guardare i cartoni, mangiare dolcetti e caramelle e lasciare i giocattoli in giro così che qualcuno possa raccoglierli o inciampare! Paragonare il viso di questa bambina con Chris sarebbe stato come paragonare la mia media scolastica a quella di Robert Lee, il più intelligente della scuola. Non. Era. Giusto.

A Thousand Words - TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora