I giorni che trascorremmo per arrivare a quello di Natale furono i migliori della mia vita.Maratone di film, appuntamenti frequenti, nottate in piedi fino a tardi, giorni con gli amici e giochi con i bambini.
Onestamente, non sapevo cosa mi avesse spinto a dire a Jessica che l'amavo - a parte l'enorme peso che mi ero tolto dal petto e la soddisfazione di sapere che lei provava lo stesso - ma l'affetto che provavamo l'uno verso l'altra si era duplicato. Questo ci rendeva più nauseanti agli occhi degli altri, ma più felici.
La mattina della Vigilia di Natale mi svegliai con i rintocchi del carillon e con una leggera musica in sottofondo. Mi lamentai esasperato e mi stiracchiai le gambe sotto le coperte. Il rumore continuò.
"Percentuale della batteria?"
"Circa 80."
Voltai la testa. Ci misi un momento ad aprire gli occhi e ad inquadrare la figura di Jessica al mio fianco. "É tipo il 79%, raggio di sole."
Jessica rise e lasciò cadere il cellulare sul letto. "Lo caricherò, lo caricherò," mi promise dolcemente prima di salirmi sopra per prendere il caricabatterie sul mio comodino. Le mie braccia si chiusero automaticamente intorno alla sua vita e la trascinai verso di me.
"Sai che la mia batteria fa schifo e che dobbiamo uscire oggi," le dissi con gli occhi chiusi e la voce ancora roca dal sonno.
Appoggiò la testa sul mio petto. "Lo caricherò durante la colazione. Oggi tocca a te cucinare, per l'appunto." Il mio lamento mi fece guadagnare un colpo sul petto. "Non fare il culo moscio," mi punzecchiò.
"É troppo presto per sentire parolacce uscire dalla tua bocca, Jess," sbadigliai, mentre le prendevo la mano per lasciarle un bacio sul palmo.
"Sono le dieci del mattino. Se ti ricordi l'ora in cui ti chiamavo quando eri in California, questo non è niente in confronto."
"Vero, a ora ho la doppia vittoria di poter dormire e di averti nel letto." Era sicuramente una doppia vittoria, quando riuscivi a far coincidere due delle cose che più amavi.
"Suona male," mormorò, facendomi ridere. "Beh ora che hai vinto..." Il calore del mio corpo scomparì quando tirò via le lenzuola. Feci una smorfia quando l'aria fredda si schiantò contro il mio petto e le mie gambe nude. "Alzati e fammi la colazione," mi ordinò Jessica, spingendo la mia gamba giù dal materasso. "Chris è sveglio, ho sentito i cartoni."
Era una guerra alzarmi dal letto. Il mio caldo e comodo letto. Non c'erano dubbi sul fatto che fossi una persona notturna.
"Ti dispiace se ci fermiamo in caffetteria prima di raggiungere l'orfanotrofio?" Mi chiese Jessica, mentre si metteva la felpa.
Ero impegnato a cercare qualcosa da mettermi dentro l'armadio. "Come mai?"
"Ho preso qualcosa a Richard per Natale," mi rispose leggermente imbarazzata, seduta sul bordo del mio letto e sollevando la borsa così da portarsela in grembo. "Niente di che, solo un bigliettino che ho comprato e in cui Darcy ci ha scritto dentro. É stato veramente gentile con noi e volevo dargli qualcosa che gli facesse capire che abbiamo apprezzato la sua gentilezza."
"Se dai qualcosa a chiunque si comporti gentilmente con te, dovresti praticamente fare qualcosa a ogni persona nella nostra scuola."
Alzò gli occhi al cielo. "Sai cosa voglio dire."
"Sì, lo so," mormorai, infilandomi una felpa grigia. Nel mentre che mi stavo mettendo la felpa e che le mie braccia erano incastrate, sentii qualcosa di congelato venire a contatto con la mia schiena. Sibilai tra i denti, "Dita gelide."
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A Thousand Words - Traduzione
RomanceQuesta versione è la traduzione di "A Thousand Words" scritta da treblehearts. Trama: Reece Bremer guarda la vita corrucciato e con una fredda personalità. Jessica Andrews vi guarda con un sorriso e con positività. Reece vede la vita noiosa, la gi...