Capitolo Dodici: Un migliaio di modi diversi per vendicarsi

416 17 0
                                    

"Reece, vieni con me."

"Perché dovrei?" Borbottai, abbandonando la bustina di zucchero con cui stavo giocando.

Dopo il suono della campanella avevamo decido di andarci a prendere un caffè. Il professor H non era riuscito a rintracciare Jessica per affrontarla per la sua bugia, il che ci ha consentito di passarla liscia. Se ci fossero davvero stati i ratti nella sua classe, gli avremmo solo fatto un favore. Però il professor H era uno dei tanti insegnanti che cedevano facilmente al fascino di Jessica.

"Perché," disse semplicemente Jessica. Senza nemmeno un avvertimento, la sua mano afferrò il mio polso e mi strattonò facendomi alzare dalla sedia e dirigendosi verso la cassa.

Mi liberai dalla presa. "Ma che caz"

"Posso chiederti una cosa?" Mi interruppe con tono duro.

Presi posto dietro ad una persona che stava parlando al telefono. "Suppongo di sì."

Guardò il tavolo dove Kyle e Charlotte stavano parlando. "Ti fidi di Kyle?" Mi chiese.

"Naturalmente," risposi senza neanche pensarci. Kyle era la persona più fidata che conoscevo. Se avessi mai dovuto progetto un massacro contro la scuola o qualcosa di simile che potesse far sfogare la mia rabbia contro l'umanità, lui sarebbe stata la prima persona a venirlo a sapere. Ovviamente non stavo pianificando nulla di tutto ciò ed ero piuttosto sicuro che Kyle mi avrebbe chiuso in bagno per prevenire qualsiasi mia irresponsabile azione. Il punto era che fossi sicuro che Kyle sapesse mantenere un segreto.

Jessica si leccò nervosamente le labbra e si lasciò sfuggire un lungo respiro. Strinse fortemente il laccetto della macchinetta fotografica, com'era solita fare quando l'ansia rischiava di sopraffarla.

"Stai bene?"

"Voglio dirglielo, Reece," mi disse Jessica silenziosamente.

Sollevai le sopracciglia. "Cosa? Perché?"

"Non voglio che Kyle sia l'unico del gruppo a non saperlo. Tu lo sai, Charlotte anche. Non mi sembra giusto che lui rimanga all'oscuro di tutto."

Pensavo che sarebbe stato più facile se anche Kyle l'avesse saputo. Si sarebbero rese complicate molte situazioni se avessimo dovuto mentire a riguardo di cosa stesse succedendo. Inoltre, avrei avuto qualcuno da reclutare nel caso in cui fosse stato necessario pestare nuovamente quegli imbecilli.

"Se ne sei convinta, fallo." Annuii.

Lo fece davvero. Dopo essere tornati al tavolo con un vassoio pieno di tazzine di caffè e dopo che ognuno avesse preso la propria, Jessica guardò Kyle negli occhi e incominciò una conversazione seria. Andò più o meno così:

"Kyle."

"Jessica?"

"Ti sto per raccontare qualcosa di incredibilmente importante, però devi promettermi di mantenere il segreto. Okay?"

"Forse."

"Forse?"

"Beh -"

"Sì o no?"

Poi Kyle ci guardò confuso e mi ritrovai a dirgli in tono monotono, "ammetti di essere una persona di cui si possa fidare, perché so che è così."

"Okay, bene!" Kyle alzò le braccia in segno di resa. "Sì, Jessica, puoi confidarmi i tuoi più intimi, profondi ed oscuri segreti."

Nonostante la fine della sua frase potesse sembrare una presa in giro, Kyle era serio. Era affidabile.

Jessica trattenne un respiro per poi parlare d'un fiato. "Vivo in un orfanotrofio," disse, piano.

A Thousand Words - TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora