Capitolo Tredici: Una migliaia di bambine

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I bibliotecari erano strani.

Sapevo che dovevano essere rigidi e richiamare il silenzio quando qualcuno bisbigliava, ma non mi aspettavo che la bibliotecaria della scuola fosse mostruosamente religiosa, a tal punto che le persone si dovevano nascondere tra gli scaffali per non farsi vedere da lei. Sentivo ancora il suo sputo addosso di quando mi aveva zittito bruscamente e mi aveva rimproverato, dicendomi di come gli studenti abbiamo bisogno di silenzio e tranquillità per studiare e che la biblioteca era stata creata proprio per quello scopo. Pensavo che questo tipi di bibliotecari esistevano solo nei film e nei libri e non alla scuola di GreenRidge.

Con la connessione ad Internet troppo lenta a casa e con l'obiettivo di alzare la mia media scolastica prima della fine del semestre, trascinai il culo in biblioteca nella speranza di trovare qualcosa che mi potesse aiutare a capire biologia. Perché, sinceramente, non avevo la minima idea di quello che diceva la professoressa Rolland. Cercare di capire le cose che spiegava mi faceva venire l'emicrania.

"Scusa! Sto parlando con te, signorino, non scappare!"

Alzai gli occhi al cielo, mentre continuava a rimproverarmi. Pensai che avrei potuto chiedere tranquillamente aiuto a Mark. Sarebbe sicuramente felice del fatto che stessi cercando di fare dei progressi a scuola, ma dubitavo che un insegnante di geografia, come lo era lui, potesse capire la biologia. Soprattutto dal momento che non trattava questi argomenti da anni.

Aprii la porta della biblioteca e mi diressi verso l'uscita, determinato a tornare a casa prima che si facesse buio. Proprio quando voltai l'angolo, notai una figura che stava cercando di mettere una pila di libri nel suo zaino.

"Jessica?"

Come sospettavo, Jessica si voltò nell'udire la mia voce e mi saluto, "Oh, ciao."

Si fermò e si inginocchiò per appoggiare per terra lo zaino, rivelando al suo interno una quantità esagerata di libri. Nessuno avrebbe letto di sua spontanea volontà alcuni dei libri che aveva. Biografie come quelle di Theodore Roosevelt e Martin Luther King, un paio di volumi di matematica e qualche breve libro di storia non mi sembravano per niente interessanti. Una volta che comprese che non ce l'avrebbe mai fatta ad infilarli tutti nello zaino, si alzò, tenendone alcuni in mano.

"Hai sete di conoscenza, raggio di sole?" Sollevai un sopracciglio.

"Porto alcuni libri della scuole alle ragazze," mi spiegò, sollevando le labbra in un sorriso. "Tu?"

"Sono stato sgridato dalla bibliotecaria che mi ha ricordato l'importanza del silenzio all'interno della biblioteca, mentre stavo cercando alcune cose. L'ho lasciata nel mezzo del suo discorso," dissi, scrollando le spalle.

Jessica rise. "Sembra proprio una cosa da te. Cosa stavi cercando?"

"Non ho capito la lezione di biologia di oggi, quindi stavo cercando di fare una ricerca in biblioteca. Internet è lento nel mio appartamento e abbiamo la verifica mercoledì prossimo." Mi grattai il retro del collo, imbarazzandomi l'istante dopo aver pronunciato quelle parole. Non era ciò che ti saresti aspettato dal bad boy della scuola, ma, ehi, lo stavo facendo per Rebecca.

"Stai prendendo seriamente il fatto di impegnarti di più," mi disse Jessica con tono di approvazione, mettendosi sulle punte dei piedi per scompigliarmi i capelli. Mi allontanai e le feci il broncio, scatenando una risata da parte sua. "Posso spiegarti io, se vuoi."

"Davvero?" Le chiesi.

Annuì. "Mmm. Perché non vieni all'orfanotrofio con me, così studiamo nella mia stanza? Silvia mi ha chiesto più volte di te," mi disse.

"É permesso, almeno?"

"Sei un ospite, non le dispiace. Inoltre, l'orfanotrofio è tranquillo in questo periodo. Andiamo." Jessica incrociò il suo braccio al mio e cominciò a camminare.

A Thousand Words - TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora