La suoneria del mio cellulare era diventata la mia sveglia del sabato mattina e potevo giurarvi che era mille volte peggio del rumore che proveniva dalla città. C'era un motivo se silenziavo il cellulare durante il giorno, e diamine, era proprio questo. Niente mi infastidiva di più che svegliarmi in malo modo da un sonno rigenerante.
I miei occhi rimasero chiusi, mentre allungavo il braccio per cercare il cellulare, premendo i tasti laterali per fermare quella tortura e far tornare il silenzio. Per un momento, il clacson di un'auto e il cinguettio di un uccellino mi cullarono rischiando di farmi riaddormentare. Almeno fino a che quel momento fu interrotto da una chiamata e dalla vibrazione del cellulare nella mia mano.
Borbottando, mi voltai sulla schiena e risposi. "Cosa c'è?" Chiesi con la voce ancora roca dal sonno e il tono innervosito, sembrava un latrato aggressivo.
Una voce femminile rispose dall'altra parte. "Ehm..."
Aprii gli occhi ed allontanai il cellulare dall'orecchio per vedere chi mi aveva chiamato, Jessica. Mugugnai e mi diedi mentalmente uno schiaffo, sospirando. "Scusa Jess," mormorai, chiudendo nuovamente gli occhi.
Dopo un attimo di silenzio, Jessica cominciò a ridere leggermente. "Lo prendo come un saluto. Non sei una persona mattiniera, vero?" Scherzò.
"No, decisamente. Perché mai dovrei essere svegliato a questa assurda ora del mattino?"
"Sono le nove, Reece."
"Dormire è una cosa bellissima, raggio di sole. E comunque, non è un po' presto per chiedermi una sveltina?"
Jessica rise, mentre io sorrisi, non sentendomi più stanco. "Sei disgustoso," disse. "Esci dal letto, pigrone. Ti stai perdendo le ore meravigliose del mattino."
Sospirai rumorosamente così che potesse sentirmi e mi sedetti. "Comunque, perché mi hai chiamato? Ti ho vista solo ieri, sai. Non pensare di mancarmi in così poco tempo."
"Oh, smettila." Potevo immaginarla mentre alzava gli occhi al cielo. Poi il suo tono divenne speranzoso. "Mi stavo chiedendo se oggi fossi occupato."
"Sono libero," le risposi, dandole tutta la mia attenzione. "Perché?"
"Hai voglia di uscire," mi chiese dolcemente. "Devo fare alcune foto al panorama newyorkese e non voglio girare da sola per la città. Pensavo che sarebbe stato più divertente se venissi con me."
"Solo tu ed io?" Le chiesi con il sorriso che spuntava sulle labbra.
"Solo tu ed io."
Schioccai la lingua. "Va bene, sembra divertente. Ci vediamo tra un'ora?"
"Sì, a dopo," mi diede conferma. Dopo un allegro saluto da parte sua, mi alzai per preparami a passare un giorno in compagnia di Jessica Andrews.
*************
"Ehi," Rebecca mi salutò mentre entravo in cucina, indossavo una maglietta a maniche lunghe e dei jeans scuri slavati. Le temperature si erano abbassate ultimamente, ci avvicinavamo al mese di ottobre. Rebecca guardò i miei vestiti con un cipiglio confuso. "Vai da qualche parte?" mi chiese.
Annuii e mi sedetti a fianco a Chris che era impegnato a vedere i cartoni in salotto con una posizione innaturale del collo. "Esco con Jessica oggi. Deve fare alcune fotografie per un progetto scolastico ed io mi aggrego a lei. Forse faccio un po' tardi." Mark mise un piatto pieno di uova strapazzante al centro della tavola e, sorridendo, incontrò i miei occhi. "Va bene per voi?"
Rebecca stava sorridendo troppo quando le chiesi il permesso. "Naturalmente!" mi rispose con voce acuta per l'entusiasmo.
"Così si fa, ragazzo." Mark si sedette sulla sedia davanti alla mia e mi puntò la forchetta addosso. "É il momento di entrare in azione. Di solito quando sei interessato ad una ragazza, devi andare dritto per quella strada."
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A Thousand Words - Traduzione
RomanceQuesta versione è la traduzione di "A Thousand Words" scritta da treblehearts. Trama: Reece Bremer guarda la vita corrucciato e con una fredda personalità. Jessica Andrews vi guarda con un sorriso e con positività. Reece vede la vita noiosa, la gi...