Capitolo Diciassette: Un migliaio di volontari nuovi

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Avevo sempre pensato che Jessica guardasse la vita attraverso l'obiettivo della sua macchinetta fotografica. Ma arrivare a scuola una mattina e vederla, in piedi, davanti alla scuola guardandosi attorno attraverso la macchinetta mi aveva fatto ridere. Un sorriso dispettoso mi comparve sul volto, quando mi fermai a qualche passo da lei, guardandola fino a che l'obiettivo non si fermò davanti a me. Jessica abbandonò le braccia lungo ai fianchi e scosse la testa alla mia espressione canzonatoria.

"Sei creativa ad utilizzare la macchinetta come nuovo paio di occhiali. Pensi di farla diventare una moda, raggio di sole?" Le chiesi, quando si avvicinò.

"Stai zitto." Rise, aprendo le braccia per darmi un rapido abbraccio. Avevo potuto tranquillamente dire che il nostro giorno in giro per New York aveva apportato un enorme cambiamento alla nostra relazione. Da allora, eravamo molto più tranquilli insieme - forse anche un po' più che amichevoli, sapete cosa intendo.

Io e Jessica avevamo passato tanto tempo insieme ad ascoltare le prove di Charlotte e Kyle per lo spettacolo, anche se finivamo spesso con l'allontanarci ed imparare in qualche modo a suonare la chitarra di Kyle, scorrendo le sue playlist musicali. Queste erano le volte - le volte in cui eravamo completamente rilassati, non ce ne fregava niente del resto, se non del miscuglio tra canzoni orribili e altre meravigliose - in cui nascevano alcuni momenti intimi tra me e Jessica.

Neanche noi ne eravamo consapevoli. Realizzammo dopo un po' che la testa di Jessica appoggiata alla mia spalla e il mio braccio stretto attorno a lei erano diventate un'abitudine. Ma c'erano anche momenti in cui ero cosciente di ciò, ma non dicevo nulla. Jessica non sembrava farci caso.

Gli abbracci, invece, erano una cosa nuova. Un giorno ero arrivato a scuola e Jessica mi aveva allacciato le braccia intorno al collo, stordendomi con il suo dolce profumo. Era una cosa da ragazze, diceva, abbracciare gli amici. E da quando ero stato classificato ufficialmente come amico, avevo ricevuto un sacco di abbracci da Jessica. Anche Charlotte mi dava il solito abbraccio di saluto. Questo, naturalmente, catturava l'attenzione degli altri studenti e alcuni pettegolezzi cominciarono a circolare tra i corridoi.

"Uscire con te ha già scaturito un sacco di commenti, raggio di sole. Abbracciarmi potrebbe rovinare la mia reputazione," le dissi.

Jessica sorrise e disse, "fortunatamente per te, almeno non sanno che fuori da scuola sei un tenerone, invece che il solito bad boy che si immischia in ridicole risse. Immagina cosa potrebbe succedere se venissero a conoscenza di ciò." Prima che potessi protestare sul 'tenerone', aggiunse a bassa voce più a sé stessa, come se io non fossi al suo fianco, "e comunque dubito che ti dispiaccia così tanto." In cambio, dissi poche parole che ebbero il potere di farla arrossire.

"Beh, anch'io penso che i miei baci non ti dispiacciano."

Non avevamo parlato molto dei baci che avevamo scambiato. Sapevo di averlo fatto, così come lo sapeva Jessica; nessuno di noi poteva negare che non ci fosse significato dietro ad essi, né io né la sua reazione. Cavolo, anche lei mi aveva baciato sulla guancia, un giorno.

L'unico motivo per cui non l'avevo ancora spinta addosso al muro per baciarla fino a lasciarla senza fiato era il fatto che era ancora indecisa se fidarsi completamente di me - e non parlo solo del suo segreto.

Dean e gli altri cretini le avevano fatto alzare una sorta di armatura di protezione quando avevano infastidito le bambine all'orfanotrofio. A Jessica avevano toccato la sua casa, la sua famiglia. Non è il sangue a creare il rapporto famigliare; l'avevo imparato nel corso degli anni: Rebecca, Mark e Chris mi avevano trattato come un Radley invece che come un Bremer. Avrei fatto qualsiasi cosa per proteggerli ed era esattamente quello che Jessica sentiva di dover fare nei confronti di Silvia e delle altre bambine. Sarebbero state sempre al centro del suo cuore e se io volevo raggiungerlo, quello era il primo luogo su cui dovevo concentrarmi. Avevo un piano che avrebbe potuto avvicinarmi a questo obiettivo,

A Thousand Words - TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora