24. ERRORE

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Terminiamo il bacio, occhi spalancati e fiato corto.

Le sue mani riposano ancora sui miei fianchi, li modellano come creta, li stringono in una morsa delicata dalla quale non desidero veramente liberarmi.

Le mie mani invece, tremanti, si staccano dal suo petto ansimante, dal suo cuore impazzito, lo specchio del mio.

Deglutisco un groppo amaro di sospiri, parole e lacrime, poi alzo lo sguardo verso di lui.

Mare in tempesta contro uno scoglio.

Cielo già scuro contro altre nuvole grigie.

Un caos palpabile il mio, una tranquillità apparente la sua.

"Cosa... cosa abbiamo fatto?" chiedo balbettando, come se avessimo commesso il peggiore dei peccati.

E per me lo è.

Perché io lo odio dal primo istante in cui i nostri occhi si sono incrociati.

Da quando mi ha rivolto quelle prime, sprezzanti, parole.

E lui odia me.

E allora cosa abbiamo appena fatto?
Cosa ci ha portato a distruggerci di baci, tocchi proibiti e morsi sfuggenti?

Come ci siamo ritrovati, nel buio di una notte senza stelle a consigliarci, ad aggrapparci l'uno all'altro come se fosse la nostra ultima salvezza?

Come se per respirare avessimo bisogno del respiro dell'altro?

"Ci siamo baciati" risponde ovvio, niente ad incrinare la sua voce.

"Questo l'ho capito anche io, idiota."

Mi stacco da lui, dal suo tocco etereo, dalle sue braccia forti e dalla tentazione che sono le sue labbra.

Mi sfrego le mani sul volto, coprendo gli occhi, coprendo il cuore.

"Noi... noi" balbetto senza sapere cosa dire. "Perché? Noi... noi ci odiamo! Tutto questo..." Una pausa. Un sospiro. "Tutto questo è un errore..."

"Un errore?" la sua voce si alza leggermente, delusione, forse tristezza, ad imperlarla. "Questo per te è stato un errore?"

Tolgo le mani dal viso e torno a guardarlo.

La sua espressione si è fatta più cupa.

"Come altro lo vedi?" chiedo ignorando il mio cuore, il suo, ciò che ho provato.

"Io?" chiede retorico mentre fa un passo verso di me. "Io lo vedo come una delle cose più belle che mi siano capitate nell'ultimo periodo, ma a quanto pare vedo male."

Non so cosa dire, le sue parole mi lasciano spiazzata.

"Davvero non ti sei mai accorta di niente?" mi chiede.

"Di cosa?"

"Del fatto che noi non ci odiamo più cazzo!" La sua voce si alza, i suoi occhi si fanno più scuri di quanto già non siano. "Forse non lo abbiamo mai fatto, non io almeno. Non possono odiarsi due persone che si sono appena divorate a furia di baci, morsi e carezze. Non possono odiarsi due persone che hanno condiviso l'una con l'altra tutto quello che tenevano dentro."

Chiude gli occhi e prende un respiro profondo poi, prima di voltarsi e andarsene, dice un'ultima frase.

"Non possono odiarsi due persone che si amano."

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