103. SOGNO E PAURA

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Presero i biscotti della fortuna e uscirono dal ristorante. Si sedettero su una panchina e li aprirono.

"Cosa dice il tuo?" chiese lei.

"Segui i tuoi sogni" rispose. "Un po' banale."

"Qual è il tuo sogno?"

Tu, pensò all'istante, sei tu il mio sogno proibito.

"Essere felice" rispose dopo un po' di tempo e in fondo la risposta era vera perché lei per lui era la felicità.

"Sono sicura che ci riuscirai, te lo meriti."

Gli sorrise e lui pensò che ci era già riuscito ogni volta che lei lo faceva.

"Il tuo biglietto?" Le chiese ricambiando il sorriso. "Cosa dice?"

"Fai ciò che hai paura di fare."

È proprio adatto a me, pensò.

"Cosa hai paura di fare?"

"Tante cose." Aveva paura di parlare in pubblico, di salire sulle montagne russe, di dire ciò che pensava e provava, di ballare e cantare davanti a tutti. Aveva paura di essere sé stessa, perché temeva che non andasse bene a nessuno. "Troppe cose."

"E quella che hai più paura di fare? Ce ne sarà una."

Si voltò verso di lui e penso che c'era una cosa che in quel momento la terrorizzava e allo stesso tempo desiderava con tutta sé stessa.

Annuì.

"Qual è?"

Prese un respiro profondo e si sistemò sulla panchina, i loro volti l'uno davanti all'altro.

"Questa" disse e senza pensare oltre poggiò le labbra su quelle di lui, che ricambiarono all'istante, facendola sciogliere per la felicità.

Ecco il mio sogno realizzato, pensò lui assaporando a fondo quell'attimo di felicità.

Dovrei affrontare le mie paure più spesso, pensò lei con il cuore che le esplodeva per la gioia.

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